Attaccati al virus (nel nome della poltrona)

Come se tre mesi non fossero passati. Come se nel frattempo le terapie intensive non fossero ormai vuote. Come se le efficaci cure domiciliari con clorochina, anti infiammatori e immunomodulatori, eparina e plasma iperimmune non fossero mai state. Come se i rarissimi “contagi” non parlino ormai tutti di soli asintomatici. Come se le dichiarazioni del primario del San Raffaele e di migliaia e migliaia di medici di prima linea sul reale, effettivo depotenziamento del virus non fossero mai avvenute. Come se le dichiarazioni di Oxford relative al fatto che anche là, ormai non hanno abbastanza casi per avviare la benché minima sperimentazione. Come se in tutto il mondo non stessero riaprendo Tutto. Nulla. Il linguaggio, il mood, il tono qui da noi sono ancora quelli dei tempi arcaici ormai dell’orrendo contagio per il quale – dati Istat – alla fine sono morte meno persone dell’anno passato, e infinitamente meno che nel 2015 e 2017 senza Covid-19. L’atmosfera a reti unificate, è sempre la stessa.

Il tutto a dare vita a una narrazione che è puro autolesionismo per una Nazione ancora opinion maker a livello planetario, la cui immagine tuttavia è ormai quella di lazzaretto a cielo aperto, pieno di ipocondriaci disfunzionali, che persino in macchina da soli guidano mascherati e inguantati procurandosi così danni certi alla salute, anziché proteggersi da quello che non ci potrebbe essere, se c’è mai stato. Dice, perché? A chi giova questo stato di polizia sanitaria senza senso (davvero volete anche 60mila kapò del virus?). Per quale ragione devastare interi settori economici senza una ragione che una derivante anche dal più stupido calcolo costi-benefici? Semplice: la narrazione del “virus mortale”, ora come ora è l’unica cosa che può mantenere in vita un governo lui sì in terapia intensiva, anche se sarebbe più giusto dire da Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) immediato. Parlassimo di fauna selvatica opportunista ed invasiva, dovremmo ricorrere al termine tecnico di abbattimento sanitario. L’attività economica, è un disastro. Gli aiuti alle imprese e partite iva, inesistenti. I comuni, piangono miseria. Il turismo, è devastato, e tale resterà se non si corre subito ai ripari. E chi vuol venire in vacanza in un paese dove ti mettono agli arresti alberghieri? Non puoi visitare un museo. Ti devi mascherare. Ti inseguono con le volanti se vai al ristorante. Ti trattano manco fossi Pablo Escobar se vai dal gelataio.

Ti denunciano se ridi e ti baci in strada con tua moglie, la tua fidanzata, una o uno con cui penseresti di farti un po’ di sano amore. Fosse anche “solo” sesso, per la miseria. Dice: ma è congiunto/a? Ancora no, ma ci conto. Eppure, è con questa demente, insensata, disumanizzante e antiscientifica narrazione che i protagonisti dello sfascio nazionale economico e sociale, riescono ancora a dirsi “governo” evitando elezioni (che fine hanno fatto le regionali?), manifestazioni (che altrimenti sarebbero detti “assembramenti”), dissenso: consentendo così a un manipolo di altrimenti disoccupati di continuare a percepire a carico collettivo stipendi da parlamentari. Posso chiamare le cose col loro nome? È uno schifo. Uno schifo a cui si aggiungono orrori derivati dalla mera cronaca, che in un’altra tempo o in altri luoghi, farebbero venire giù la baracca in un istante.

Ricapitolando. I vertici della magistratura, si dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio collusi col maggior partito della sinistra e quello di rimando colluso con la magistratura: alla faccia dell’imparzialità e della speranza di qualsiasi giusto processo. Com’era quella storia “confido nella magistratura”? No, adesso si sa che era soltanto una pia illusione. Giornali e tivù a senso unico, che si dimostrano non come dovrebbe in una Repubblica liberale sferza e pungolo del potere, ma loro megafono, e di una parte e solo quella, dimostrandosi collusi con la galassia di sinistra (dalla quale prendevano ordini) e quindi coi vertici della magistratura politicizzata, in un balletto di potenziali reati uno via l’altro da richiedere dimissioni in blocco di tutti i vertici nazionali. Un orrore. Il tutto che avviene dopo una fusione a freddo del Pd con una manica di disoccupati incompetenti che si spacciavano per gli “onesti”, che dal 2018 per miracolo assurti a “governanti” e ora cosa sola con la sinistra di cui sopra delegano a pletore di “esperti” non tanto la guida del Paese, quanto la loro stessa sopravvivenza poltronista.

Non bastasse, da giorni ad inquinare il tutto un lezzo sempre più forte di trattativa mafia-Stato (i termini sono volutamente inverti, in base al potere contrattuale delle parti in causa) che la puzza si sente fino a Timbuktu e oltre. Un disastro. Un disastro dove tutti sono complici, dalla stampa alla politica, dal governo in primis fino ad arrivare all’opposizione, anch’essa appiattita e ormai persa nella competition a chi è il più “fetente” fra gli “sceriffi” del virus. No, basta così. Davvero, non è più possibile andare avanti in questo modo mentre Paesi come la Croazia – per non andare tanto lontano –riaprono tutto senza problemi, dalle spiagge ai cinema ai concerti e qui e solo qui si continua a delirare e inveire contro giovani colpevoli solo di voler vivere una vita che nella neo lingua orwelliana de noantri chiamasi (orridamente e spagnolescamente) “movida”. Sul serio volete ancora ascoltare soubrette stagionate che mentre vi insegnano a lavarvi le mani, vi prendono solo per il naso (nel nome dell’audience)? Davvero non lo volete fare questo scatto d’orgoglio capace di riaprivi gli occhi alla verità liberarvi dalla paura, nella speranza di essere ancora in tempo ad evitare il collasso socio economico ormai prossimo venturo? C’è ancora vita intelligente nell’universo di centrodestra? Ecco, questa è l’ultima chiamata prima dell’abisso.

Aggiornato il 27 maggio 2020 alle ore 12:42