Coronavirus, Fontana sotto scorta, minacciato dai Carc

Attilio Fontana è sotto scorta da due giorni. Il governatore della Lombardia è stato preso di mira dai fantomatici Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. La notizia è stata riportata oggi dalla Stampa. La misura è stata decisa dalla prefettura di Varese dopo che “il clima intorno al governatore lombardo si è fatto incandescente” con due murales, a Milano, cui viene apostrofato come “assassino” e minacce sul web. A seguire Fontana, quindi, adesso c’è anche un’auto di scorta con un agente, che configura un provvedimento “di quarto livello”.

Fontana conferma che gli è stata assegnata la scorta in un post su Facebook in cui precisa di non averne fatto richiesta. “Alcuni quotidiani oggi scrivono – sostiene – che mi è stata assegnata la scorta. Confermo la notizia e sottolineo che non si tratta di una richiesta, ma di una decisione posta in essere dalle autorità competenti. Per me non cambia nulla, il mio lavoro prosegue con la stessa determinazione di sempre. Per il bene dei lombardi e della Lombardia”.

Il presidente lombardo ha commentato la notizia con l’Ansa. “Non pensavo di finire sotto scorta – ha replicato – ma per me non cambia nulla, il mio lavoro continua. Ho ricevuto la notizia della scorta tra venerdì e sabato. In famiglia l’hanno presa con un po’ di preoccupazione. Nelle ultime settimane è stato sparso tanto veleno per scopi politici. Presto probabilmente ci sarà una chiacchierata con i magistrati”.

L’avvocato Jacopo Pensa, difensore di Fontana, ha detto che sta “raccogliendo decine e decine di minacce sui social network. Sono tantissime e fanno parte di questo clima d’odio”. Il legale ha chiarito che nei prossimi giorni finirà di completare la raccolta delle minacce online (sulla gestione dell’emergenza sanitaria) e poi depositerà una denuncia in Procura a Milano, dove è già aperta l’indagine del capo del pool dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili sulle scritte dei Carc. Antagonisti che, tra l’altro, hanno rivendicato più volte di essere gli autori anche delle minacciose scritte sui murales e si sono detti “pronti” ad azioni dello stesso genere.

Il viceministro dell’Interno Matteo Mauri ha detto che “la scorta assegnata al presidente della Lombardia Fontana è la dimostrazione dell’attenzione dello Stato verso tutti coloro che sono oggetto di minacce. Era doveroso farlo e il Prefetto, rappresentante del Governo sul territorio, si è attivato in modo immediato ed efficace”. Per Mauri, “le intimidazioni ricevute da Fontana sono gravi e inaccettabili. A lui va la mia vicinanza anche personale. Proprio vista la situazione delicata sbaglia chi prova a fare la solita polemica politica verso i partiti che sono all’opposizione in Regione Lombardia. Bisogna distinguere in modo netto tra le minacce e la legittima critica politica, che è il sale della democrazia. Questo a maggior ragione alla luce di un atteggiamento sempre serio e trasparente messo in campo da chi è oggi in minoranza in Consiglio regionale lombardo”.

Aggiornato il 27 maggio 2020 alle ore 14:03