Opinioni a confronto: la Politica

“Ciao, Renato. Oggi più che della politica di casa nostra, della quale tutti i giornali e la televisione parlano ogni giorno e dettagliatamente (e alla quale dal 45 in poi ho dedicato una mole di libri e di articoli), vorrei parlare della politica in generale e magari dei suoi rapporti con la religione, perché, come tutte le cose, anche la politica dipende da Dio, anzi, poiché Dio è la Parola (come dice Giovanni nel Vangelo) e tutte le cose sono nate da lì, si può dire che la politica, che è l’arte della parola e della dialettica, sia la vera creazione di Dio, tutte le altre sono cose di ordinaria amministrazione in quanto Dio le ha tratte dalla sua essenza stessa, che è appunto la Parola. E poi, caro Renato, ti confesso che dopo una vita intera passata a pensare e a scrivere sulle vicende del nostro Paese e del mondo, sul come, sul perché e sul presunto libero arbitrio dell’uomo (anche parziale come dicono alcuni), alla fine ho rimesso tutto nelle mani di Dio e così ormai non c’è più cosa che mi possa minimamente toccare”.

“D’accordo. Allora da dove cominciamo?”.

“Credo che tutti sappiano che la parola politica deriva dal greco polis, che significa città perché in quell’epoca ogni città aveva la sua politica, come l’hanno avuta inizialmente i comuni italiani prima che l’Italia diventasse una nazione. Ma già Sant’Agostino aveva scritto un libro intitolato La città di Dio, nella quale il futuro Re dell’Universo aveva una corte costituita dai nove cori angelici (o forze angeliche personificate da Dio e divise in angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini). Ciascuno di essi aveva un compito specifico. Praticamente erano i ministri di Dio, che, senza diminuirne l’autorità, potremmo paragonare al nostro capo del Governo o dello Stato. Ebbene, tutto filò liscio sino a quando Lucifero, con i suoi iscritti al partito degli Angeli, passò all’opposizione (non si sa se per volere di Dio stesso o di sua propria volontà”.

“Io propendo per la prima ipotesi, perché hanno sempre detto che Lucifero (portatore di luce, nel senso di conoscenza) era il più colto, il più bello e il più intelligente di tutti e perciò doveva sapere che il suo golpe era destinato per forza al fallimento”.

“Esatto: fu una mossa politica e democratica di Dio, il quale a un certo punto si rese conto, come dice di Lui Mosè nella Genesi, che non era bene che restasse solo, e d’altra parte Dio diede a Lucifero, diventato Satana, il Diavolo o il Demonio, il regno dell’Inferno, facendo di lui il Principe del mondo”.

“E del male, naturalmente”.

“Poi Dio a un certo punto, con la creazione dell’uomo (dalla polvere, a propria immagine), volle ingrandire la sua azienda, ho detto azienda perché la Chiesa dice che Dio dettò la Bibbia ai profeti come un capo d’azienda detta una lettera alla sua segretaria (Edizioni Paoline 1958) e ne fece numerose filiali sulla Terra, così la Politica s’infilò dovunque, a partire dalla religione.

“Anche i pagani, gli antichi greci e i romani (da cui non è escluso che Agostino abbia tratto la sua Città di Dio, avevano una visione simile degli dèi: cera il sommo Giove, che era il capo del Governo, e i vari ministri, fra cui Marte, che dirigeva il ministero della Guerra (oggi si dice della Difesa), Igea, che dirigeva il ministero della Salute, Minerva, quello dell’Istruzione, Vulcano, quello del Lavoro, e così via. La dea Ate (insieme alle Erinni e alle Arpie) stava invece all’opposizione. Anche lì i golpe, i colpi di Stato, si sprecavano. Un giorno ne organizzò uno Giunone addirittura contro il marito, Giove, perché le metteva le corna, travestendosi per non farsi scoprire. E noi, oggi, pretendiamo che i nostri politici siano degli stinchi di santi? Se anche la corruzione proviene dal cielo chi mai potrà salvarci?”.

Aristotele definiva l’uomo un animale politico, ma molte volte il politico è un animale”.

“I politici sono nella maggior parte degli incompetenti, altrimenti non si spiegherebbe perché in uno stesso partito vi siano diverse correnti, addirittura contrapposte fra loro. Quante correnti cerano nella Democrazia cristiana, soprannominata la Balena bianca!”.

“Oggi ci siamo ridotti alle sardine, che non sono né carne né pesce”.

“Possiamo dirlo per una buona parte dei politici nostrani”.

“Roba vecchia! Nel 1972 Giuseppe Longo in Arroganza del progresso, impotenza del potere, deplorava l’inerzia della maggioranza parlamentare, dovuta all’accesso indiscriminato alla politica che ha accresciuto il deterioramento delle classi di governo, moltiplicato gli errori dei partiti e delle classi dirigenti. Oriana Fallaci ne La rabbia e l’orgoglio ha scritto: L’Italia è un Paese diviso, fazioso, avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Ci si odia anche all’interno del proprio partito, e con lo stesso simbolo, perdio! I politici pensano agl’interessi personali, anelano alla propria carrieruccia, alla propria gloriuccia, si tradiscono e si fanno i dispetti, si sputtanano, si accusano a vicenda. Sanno solo incollare il sedere alla poltrona. E Veneziani in un articolo concludeva: Quel che vali conta solo rispetto al tuo partito. In un Paese così non vorrei viverci. Che schifo vivere in un Paese come questo!”.

“I significati della parola politica e gli aggettivi che si possono attribuirle sono piuttosto numerosi: politica è anche la tattica o la strategia che si può attuare in ogni campo, anche in quello commerciale, come la politica dei prezzi, per esempio, e nello sport. La Politica con la P maiuscola può essere forte, energica, saggia, accorta, lungimirante, debole, imbelle, stolta, cieca, sbagliata, rinunciataria, progressista, reazionaria, conservatrice, pulita, sporca, parolaia o propagandistica, corrotta, prudente, timida e addirittura diabolica, poiché dipende dal carattere dei governanti e soprattutto del capo, del Governo o dello Stato. Si può dire che non c’è un sostantivo a cui si possano aggiungere tanti aggettivi quanti alla Politica. Poi in senso spregiativo ci sono la politichetta, la politicuccia e la politicaccia. Insomma, dalla Politica ci si può aspettare di tutto e di più”.

Mazzini definiva la politica una religione civile: religione, infatti, dal latino re-ligare (legare con qualcosa) è un legame, che non ci lega solo a Dio: c’è, o cera una volta, la religione della patria, della famiglia, dell’onore, del dovere. Ebbene per Mazzini, il creatore della trinità Dio-Patria-Famiglia, la Politica svolgeva il ruolo della fede. Per lui l’opera dell’uomo nel mondo terreno era una collaborazione con Dio, un progetto politico che muoveva da un imperativo religioso, per cui la vittoria e la sconfitta si alternavano necessariamente al raggiungimento di un fine più alto”.

“Anche i papi hanno fatto e fanno politica. Il più politico è stato Wojtyla, Giovanni Paolo II, sul quale, fra gli altri, è uscito un libro intitolato proprio Il politico di Dio, di David Willey, che lo definisce uno statista di levatura mondiale, che si colloca sullo stesso piano dei presidenti Bush e Gorbaciov. Più di cinquanta pellegrinaggi all’estero lo hanno portato in oltre cento paesi in ogni continente del mondo”.

“Oggi purtroppo la poli­tica da sereno gioco dialettico si è trasformata in un barbaro gioco al massacro, mirante alla eliminazione, anche fisica, dell’avversario, come se Destra e Sinistra non fossero entrambe indispensabili alla dialettica e quindi alla politica stessa”.          

“Ner modo de pensà c’è un gran divario:

mi padre è democratico cristiano,

e, siccome è impiegato in Vaticano,

tutte le sere recita er rosario;

 

de tre fratelli, Giggi chè er più anziano

è socialista rivoluzzionario;

io invece so monarchico, ar contrario

de Ludovico chè repubblicano.

 

Pe via de sti princìpi benedetti

famo lira de Dio! Ma appena mamma

ce dice che so cotti li spaghetti

semo tutti d’accordo ner programma”.

 

(Trilussa, La politica)

 

*

In Italia purtroppo la Politica

è andata peggiorando sempre più:

da generosa è diventata stitica,

altro ci vuole che il tiramisù!...

 

Che Dio ci scanzi da questo travaglio,

che fra l’altro ci costa tante spese.

Se potessimo metterle il bavaglio,

mandando tutti quanti a quel paese!

 

Forse l’unica fra le soluzioni

per poterne alla fine venir fuori

sarebbe che alle prossime elezioni

stessero a casa tutti gli elettori.

 

 

Aggiornato il 07 luglio 2020 alle ore 13:31