Sogin, trasparenza su un componente del cda

Il tema del conflitto di interessi è al centro del dibattito politico dagli albori della Seconda Repubblica. Dagli anni Novanta i giornali italiani non si sono occupati d’altro, appassionando qualcuno e rendendo comunque incandescente il clima dei vari talk-show, dove ospiti erano solo i soliti addetti ai lavori. Il tutto è poi sfociato in campagne e appelli, in cui si chiedeva ai vari candidati (di elezioni o di board di aziende pubbliche) di indicare, spontaneamente, eventuali potenziali conflitti di interessi. Tutto in nome della tanto decantata trasparenza. Gridata a gran voce dai troppi, e spesso messa in un cantuccino da certi insospettabili (gente al di sopra d’ogni sospetto?). Diamo per scontata la loro buona fede. Ciò non toglie che un organo di stampa debba opportunamente sensibilizzare ed evidenziare i casi. È quanto accaduto qualche giorno fa dalle colonne del nostro giornale.

Abbiamo posto una questione, segnalando una stranezza balzata subito ai nostri occhi: buttando uno sguardo sul sito della Sogin Spa (la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) che della trasparenza ha fatto un baluardo (così sembra e noi ci fidiamo fino a prova contraria). Però sul sito della Sogin, alla schermata “amministrazione trasparente Cda”, mentre campeggiavano i curriculum vitae e le dichiarazioni del 2019 di tutti gli altri componenti del Consiglio, abbiamo notato con sorpresa che della consigliera Raffaella Di Sipio era presente solo il curriculum, mancando la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. Strano. Forse una svista di chi lo dovrebbe pubblicare o potrebbe esserci dell’altro? Sono trascorsi ben sette mesi dalla sua nomina, e le società pubbliche hanno il dovere di rendere trasparenti i dati del proprio board, ma questo non è accaduto solo per la consigliera Raffaella Di Sipio. La trasparenza è nata come accessibilità totale a dati e documenti delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini. Infatti, giusto per fare un esempio a caso, due sottosegretari di Stato, Alessandra Todde e Alessia Morani, ambedue al Mise (ministero dello Sviluppo Economico) sulla loro pagina ministeriale hanno, in modo trasparente, pubblicato modello Unico 2019 e Dichiarazione situazione patrimoniale.

La stranezza pocanzi accennata deriva dal fatto che, la Di Sipio in tutto questo tempo non ha reso pubblico l’Unico del 2019. Sorprende che nemmeno all’interno della Sogin si siano posti la questione (almeno sembrerebbe) come invece sarebbe dovuto accadere. Stiamo commettendo peccato? Sempre di moda la frase attribuita a Giulio Andreotti (lo stesso politico ammise di averla sentita per la prima volta nel 1939 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario di Roma): “A pensar male si compie peccato, ma spesso ci si azzecca”. Premettiamo che i peccati sono perdonabili e poi noi siamo convinti garantisti, e nemmeno vorremmo scompaginare le carte e piani al nostro prossimo. Semplicemente chiediamo alla Sogin, e come cittadini italiani che pagano la bolletta elettrica (una parte va a sostenere le casse della Sogin) perché non sono presenti questi dati per la consigliera Raffaella Di Sipio. Sicuramente l’azienda risponderà con solerzia, non essendoci alcun recondito motivo di tacere. Così facendo il nostro animo verrebbe liberato dal peso d’un eventuale peccato.

Troppo banale ipotizzare si stesse aspettando, e nel silenzio generale da Covid, il mese di dicembre venturo, e per poi presentare nel 2021 la dichiarazione da cui si sarebbe evinto il reddito percepito in Sogin dalla consigliera per il 2020. Viene da abbassare il sopracciglio quando, sempre sul sito della Sogin, la vista cade sul modello (sempre pubblico) Dich-03 CDA denominato Dichiarazione – Anno 2019” presentato all’azienda dalla consigliera in questione, e che ha suscitato la nostra curiosità: dichiara di ricoprire la sola carica di consigliere nel Cda nella Fondazione Ottimisti e Razionali. Parafrasando John Archibald Wheeler, sosteneva “in ogni campo si trova la cosa più strana, quindi va esplorata”, abbiamo notato che la Di Sipio (almeno così risulta ancora oggi sul portale) è anche nel consiglio direttivo dell’Ain, associazione italiana nucleare, dove troviamo altri nomi di persone rispettabilissime: la singolarità è che questi a loro volta (in certi casi) ricoprono cariche apicali in aziende collegate per incarichi lavorativi proprio con la stessa Sogin.

In quest’ultima, forse per uno strano scherzo del destino, la Di Sipio ricopre l’incarico di consigliere di amministrazione. Qualcuno avrà forse pensato che tale condizione potrebbe essere percepita come un caso di conflitto di interessi? Come dire che gli studenti d’un istituto sanno che, il figlio di un professore segue un corso tenuto dallo stesso genitore, e col consanguineo farà pure l’esame. Se l’ipotesi dovesse trovare conferme, come si potrebbe nei consigli di amministrazione della Sogin evitare di fare partecipare la consigliera Di Sipio alle delibere in cui è ravvisabile il conflitto di interessi? Si potrebbe forse utilizzare la via dell’astensione. Ma, visti gli eventuali interessi economici e relazionali in gioco, che la potrebbero comunque collegare (ipoteticamente) a quelle società, si rischierebbe l’astensione in quasi tutti i consigli.

A rigor di logica, nel caso in cui l’ipotesi avesse un riscontro, le deliberazioni del Consiglio d’amministrazione Sogin, adottate con il voto determinante della consigliera Di Sipio, qualora ricadessero nell’esempio illustrato potrebbero essere impugnate dagli stessi amministratori o dal Collegio sindacale. Questo potrebbe verificarsi in una normale visione di trasparenza. Chissà come la potrebbero pensare su questa bizzarra vicenda, qualora interpellate, le associazioni dei consumatori (ricordiamo che sono pur sempre soldi pubblici, e che i cittadini italiani versano attraverso le bollette elettriche) o le istituzioni con compito di vigilanza? Ma che bella anomalia, un esempio che potrebbe fare scuola.

Aggiornato il 07 luglio 2020 alle ore 11:11