Ammucchiata democratica

Sua Emittenza, Psiconano, Caimano, Papi, Presidente operaio, Al Tappone, Testa d’Asfalto, l’Unto del Signore, Bellachioma, Cavaliere Mascarato, il banana, il pregiudicato, il delinquente comune, l’estensore dell’editto bulgaro e del salvaladri, Er Catrame, Nanefrottolo, Cainano, Cavaliere del Cialis, Viagrasconi, Truffolo, Psicopapi. Questi sono solo alcuni dei soprannomi che la sinistra italiana ha assegnato a Silvio Berlusconi non prima di averlo sputtanato agli occhi del mondo, di averlo perseguitato per via giudiziaria (il giudice Amedeo Franco ha solo avvalorato la tesi), di averlo spodestato da Palazzo Chigi con una operazione di palazzo e di averlo cacciato da Palazzo Madama con la Legge Severino oltre che con un colpo di mano.

Che Berlusconi sia un santo o un diavolo a noi non importa anche perché ognuno ha le proprie opinioni e comunque il fango sparso in questi anni non aiuta certo a farsene una. Quello che ci sorprende veramente è l’indecenza di chi, dopo aver buttato il fango nel ventilatore, adesso chiama Forza Italia in maggioranza per interposto Romano Prodi. Il quale adesso considera Silvio una risorsa utile per il Governo giallorosso oggi e magari per il centrosinistra domani. Timeo Danaos et dona ferentes ma soprattutto temo Prodi quando si spertica in un elogio. Poi vedi i sondaggi dare il centrodestra a un passo dal cinquanta percento, vedi i Pentastar colare a picco, vedi i democratici alla canna del gas, vedi Matteo Renzi e Carlo Calenda a percentuali da prefisso telefonico e l’incoerenza diventa tutto ad un tratto perfettamente coerente. E capisci che c’è un motivo serio se il Partito democratico è al potere da qualche decennio senza aver vinto uno straccio di elezione.

I democrat sono degli erotomani che si eccitano solo se stanno al potere e questa pulsione è talmente irrefrenabile da spingerli a tentare di tirare dentro all’ammucchiata anche un vecchio tombeur de femme come Silvio. E così, dopo essere andati al Governo un attimo dopo aver detto “mai con i Cinque stelle”, adesso provano a palpare anche il fondoschiena di Silvio nella speranza che ceda e regali loro un nuovo amplesso governativo. Sarebbero pronti anche a farlo accoppiare con Matteo Renzi e fare i guardoni se fosse il caso (si mormora di una fusione tra Forza Italia e Italia viva). L’importante non è la coerenza, il disprezzo dispensato in questi anni, l’odio o la demonizzazione. Adesso Silvio diventa una riserva della Repubblica (o del Partito di Repubblica?): lo dice Romano Prodi, lo conferma Nicola Zingaretti e lo sottoscrive Andrea Marcucci del Pd visibilmente eccitato.

Fervono anche i preparativi per addobbare degnamente l’alcova: approfittando della calma piatta agostana, il Parlamento si appresta con un colpo di mano (sigh) a sfornare una legge elettorale di stampo proporzionale che sterilizzi una probabile vittoria del centrodestra depotenziandola. Così il giorno dopo le elezioni magari potrebbe consumarsi un nuovo giochetto strano nella palude parlamentare con la nascita dell’ennesimo governo arlecchino nato al Quirinale e partecipato – Ça va sans dire – dal solito Pd. I democratici – lo hanno dimostrato – si venderebbero tutto pur di stare al Governo. Urge una castrazione chimica di tipo politico-elettorale per bloccare queste pulsioni irrefrenabili.

Aggiornato il 10 luglio 2020 alle ore 10:58