Ripensare Roma

lunedì 13 luglio 2020


Nei giorni scorsi il quotidiano economico Sole 24ore ha pubblicato l’indagine sul livello di gradimento dei presidenti delle 18 Regioni a elezione diretta e dei sindaci di 105 città capoluogo di provincia: la sindaca pentastellata di Roma voleva cambiare il volto della città ma i sondaggi la mandano addirittura al penultimo posto della classifica generale. Tale risultato non ci sorprende e certifica i limiti dell’azione politico-amministrativa della prima cittadina Virginia Raggi e della sua giunta grillina ovvero l’incapacità e l’incompetenza degli stessi hanno generato scelte politiche approssimative, sbagliate e irresponsabili.

È vero che i problemi economico-sociali e culturali della Capitale d’Italia vengono da lontano ma dopo quattro anni dalla sua elezione a sindaca della più importante città italiana, Virginia Raggi non è stata in grado di cambiare veramente il vento e ha battuto tutti i record di insuccessi in ogni ambito della cosa pubblica: l’inefficienza del servizio di trasporto pubblico (della municipalizzata Atac) tra linee della metropolitana bloccate in continuazione per guasti tecnici, scontri tra tram e autobus, flambus a gogò e l’odissea infinita della Metro C con le talpe meccaniche ferme e sepolte sottoterra; il degrado delle strade e l’incuranza del verde; la limitata capacità di spesa (a causa di una burocrazia inefficiente ed elefantiaca e vedremo in queste settimane cosa accadrà nei piani alti della politica italiana in merito al Decreto legge sulle semplificazioni) per gli investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali a sostegno dello sviluppo turistico ed economico; la cattiva gestione dei rifiuti urbani tra cassonetti strapieni di immondizia attaccati da gabbiani, topi e cinghiali e mancati investimenti della municipalizzata Ama nei mezzi di raccolta e nelle tecnologie innovative fondamentali per la chiusura del ciclo dei rifiuti e il fenomeno illegale dei roghi tossici a causa della mancanza di impianti per la gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non. Tra meno di un anno i cittadini romani saranno chiamati nuovamente al voto per scegliere il sindaco e l’Assemblea consiliare. Le forze politiche di diverso schieramento (con il coinvolgimento delle rappresentanze sociali e delle varie associazioni locali) si stanno attrezzando per la costruzione di cantieri di idee al fine di elaborare un grande progetto di rilancio di Roma: una grande metropoli europea, moderna, efficiente, attrattiva ed inclusiva.

Vincerà il prossimo appuntamento elettorale del 2021 l’area politica che avrà il coraggio di ripensare (dopo la pandemia) la città e di presentare ai cittadini romani proposte innovative, (magari) impopolari e di buonsenso accompagnate da una visione e da una programmazione strategica sulla città del futuro e da un modello di economia circolare quale modus agendi orientato al cambiamento in chiave sostenibile (attraverso le tecnologie e le soluzioni innovative) nella mobilità urbana, nelle infrastrutture per i trasporti e in quelle digitali e nelle reti energetiche, nella gestione dei rifiuti, nella riqualificazione energetica dell’immenso patrimonio immobiliare e nella rigenerazione delle periferie. Per affrontare seriamente le sfide complesse dell’urbanizzazione sostenibile, Roma dovrà agire come un ecosistema, e come tale per funzionare richiede il contributo responsabile di tutti i suoi protagonisti.

I cittadini (e le associazioni) saranno coinvolti in ogni processo di decisione pubblica. Le aziende, le start up e il mondo della ricerca avranno il compito di migliorare tutti i processi-attività apportando innovazione, risorse e tecnologia. La Pubblica amministrazione romana (e i suoi rappresentanti istituzionali) dovrà definire non solo una programmazione strategica di medio-lungo termine per lo sviluppo di una città sostenibile e “circolare” ma avrà il compito di sensibilizzare la comunità sull’importanza di un approccio partecipativo alla città e di informare con coraggio le (impopolari ma necessarie) decisioni politico-amministrative cruciali per il miglioramento delle performances ambientali, sociali ed economiche della Capitale d’Italia.

 

 

 


di Donato Bonanni