Di Maio, Draghi e Conte, il dittatore semiserio

martedì 14 luglio 2020


Nonostante i recenti abbandoni di esponenti del Movimento 5 Stelle e il conseguente assottigliamento della maggioranza al Senato, è difficile che il Governo Conte subisca scossoni irreparabili nell’immediato. Siamo ormai in estate, e per quanto l’estate 2020 sia purtroppo diversa da quelle che abbiamo vissuto finora e vi sia pure il precedente rappresentato dal Conte 1 caduto in agosto, è ipotizzabile l’arrivo di possibili perturbazioni per l’esecutivo giallo-rosso non prima dell’autunno. È sempre più arduo esprimere certezze su ciò che è diventato il panorama della politica italiana, ma teoricamente fino a settembre-ottobre gli equilibri all’interno ed attorno al Governo non dovrebbero mutare. Pare vi sia tuttavia un lavorio notevole, che vede impegnate più parti, finalizzato non tanto al ricorso anticipato alle urne, bensì a sostituire il Conte bis con una maggioranza diversa e forse, anche un premier diverso; chissà, probabilmente il famoso governissimo, guidato da una figura più autorevole di Giuseppe Conte, di cui si fantastica da mesi o comunque un qualcosa di differente dall’ammucchiata Pd-M5s-Iv-Leu.

Si è scomodato persino Romano Prodi, il quale dice di non vedere più Silvio Berlusconi, ovvero l’avversario politico di sempre, come un tabù. Il 24 giugno scorso Luigi Di Maio ha incontrato Mario Draghi in una circostanza che forse sarebbe dovuta rimanere segreta, anche, si dice, nei riguardi del premier e di buona parte del M5s. Fa un certo effetto che una personalità come l’ex-presidente della Bce si veda, magari in maniera carbonara, con il Giggino nazionale, ma del resto Di Maio è pur sempre l’attuale ministro degli Esteri ed infatti fonti della Farnesina assicurano che si sia trattato semplicemente di un consueto incontro istituzionale, anche se pochi credono alla versione del faccia a faccia grigio e formale.

Qualcuno afferma, con qualche ragione, che tutte le alternative possibili sarebbero migliori dello status-quo, che, per così dire, anche Topo Gigio governerebbe meglio di Conte, Rocco Casalino & associati, ma affinché vi sia vera discontinuità nei confronti di coloro i quali stanno abusando del virus per mantenersi in sella il più possibile, attraverso il prolungamento di un clima emergenziale non più suffragato ormai dal numero di contagiati e morti, un ipotetico governissimo o Governo di unità nazionale che dir si voglia, non può che avere rapporti di forza interni molto diversi da quelli del Governo giallorosso. Altrimenti diventa tutto inutile ed è opportuno che nessuno del centrodestra, nemmeno Forza Italia e Berlusconi, ci si avvicini, al fine di non rendersi complice di un ennesimo e dannoso pateracchio, oltre che delle ambizioni quirinalizie di Romano Prodi. In ogni caso, la strada maestra rimane quella delle elezioni anticipate, con la speranza che le urne possano consegnare un quadro politico migliore.


di Roberto Penna