Caos e barconi, alla faccia degli italiani

Della Sicilia vi abbiamo detto nei giorni scorsi, eravamo lì e abbiamo visto e sentito gli umori della gente sugli sbarchi, ma quello che accade sull’isola fa il paio col resto del Paese, l’immigrazione clandestina è fuori controllo. Con la sinistra è sempre stato così perché cerca i voti dello ius soli. Oltretutto non è vero che gli stranieri ci facciano i complimenti per la gestione della crisi, perché la gran parte di quelli con cui abbiamo parlato e non solo in Sicilia, sono allibiti e sconcertati per ciò che accade sulla gestione degli illegali che sbarcano in continuazione. Perché sia chiaro: quei pochi stranieri che questa estate nonostante tutto hanno deciso di fare un po’ di vacanze in Italia, non riescono a capire il caos, la trascuratezza e la tolleranza, con la quale si lascino arrivare, sbarcare e poi fuggire senza problemi, migliaia di illegali al giorno. Ancora di più, restano scioccati dal fatto che molti dei clandestini, seppure positivi al Covid-19, vengano ammucchiati come sardine in centri che chiaramente non sono attrezzati per capacità e quantità a gestirli, controllarli e rispedirli via.

Abbiamo parlato con francesi, inglesi, turisti dell’Est Europa, gente affezionata all’Italia che, sfidando l’emergenza sanitaria, non ha rinunciato a qualche giorno di vacanza nel nostro Paese, considerato fra i più belli al mondo, ma anche tra quelli politicamente peggio gestiti. Ecco perché c’è poco da sbandierare il New York Times, che l’ipocrisia giallorossa ha trasformato nell’oracolo, perché il pensiero dei turisti stranieri è ben diverso. Ma al di là del loro, di giudizio c’è quello della maggioranza degli italiani. Sarebbe bastato farsi un giro ieri per le stazioni ferroviarie per capire a chi siamo finiti in mano, a quale maggioranza ci abbiano condannati, neanche avessimo da espiare le colpe più gravi della storia. Eppure si sapeva perché non c’era dubbio che sarebbe andata così col Conte bis. Non c’era dubbio che questo Esecutivo sarebbe stato vittima della mancanza di ogni armonia, capacità, coscienza e conoscenza dei problemi. Sarebbe stato vittima dell’impreparazione e della mediocrità, sarebbe stato vittima di quella ideologia che ci ha rovinati economicamente e socialmente. Insomma, che il governo più di sinistra della storia, messo in piedi giammai per il bene del Paese ma per quello dell’asse franco-tedesco, del potere cattocomunista, di quello dei grillini, di una logica contraria all’alternanza e al sentimento popolare, fosse il peggio possibile si sapeva. Qui non si tratta solo del fatto di aver consentito una maggioranza che si insultava e offendeva in ogni modo, di aver messo al governo gli sconfitti del Pd e di Leu, di aver fatto finta di non vedere il guaio gialloverde precedente, si tratta di rispetto del Paese e della gente.

Perfino gli stranieri ci chiedevano come fosse possibile avere al governo i grillini e i comunisti: avere gli stessi che hanno finito di distruggere Roma. Perché i turisti con cui abbiamo parlato raccontavano di non aver mai visto la città eterna tanto malridotta. Inutile dire che a sentirli ci piangeva il cuore e che obtorto collo abbiamo dovuto dargli ragione. Mai Roma è stata tanto sciatta, trascurata, sporca e buia, mai i parchi erano divenuti giungla di rovi e di animali, le strade un tratturo di campagna, i marciapiedi un pericolo costante. Ecco perché abbiamo fatto fatica a spiegare agli stranieri la ragione per cui nonostante questo in Italia si sia consentito di rimandare a governare gente incapace oltretutto assieme agli eredi di Palmiro Togliatti che con le braccia aperte e in accordo col Vaticano hanno trasformato l’Italia in un campo profughi e clandestini. Eppure così è stato e oggi l’Italia è nel caos, in crisi nera, allo sbando economico sociale e ancora è niente perché alla fine dell’estate, per via dell’incoscienza politica letterale, per via dei provvedimenti sbagliati, dei miliardi a palate bruciati inutilmente, nessuno può dire come reagirà la gente.

Questo governo ha spaccato il Paese in due: da una parte gli statali che gli stanno a cuore perché i cattocomunisti e i grillini sono malati di statalismo e assistenzialismo, dall’altra chi lavora e produce abbandonato all’elemosina, all’atto d’amore delle banche, ai monopattini, ai bonus cervellotici, ai divieti coprifuoco, alla Cassa integrazione perpetua come se le casse dello stato fossero piene. Non solo ma questo mondo produttivo grazie al quale con tasse da capogiro si può pagare l’apparato statale più inefficiente e burocratico che ci sia, sarà obbligato a pagare queste tasse anche quest’anno di chiusura, di fatturato da bancarotta e precipizio. Qui, si gioca con la tenuta del Paese, con la pazienza che seppure proverbiale potrebbe finire, si gioca col futuro di tutti, compresi gli statali che abituati a non pensare visto che il bonifico gli arriva anche stando a casa a fare poco o niente ancora non hanno capito che senza Pil la pacchia finirà, altroché lavoro remoto, remoto diventerà pure il bonifico statale. Nel mezzo di questo ben di Dio, la giustizia è devastata dallo scandalo del secolo senza che nessuno faccia niente. Si pensa a portare Matteo Salvini in tribunale quando su Open Arms la decisione fu collegiale, si pensa ai fondi della Ue che, se va bene, arriveranno fra un anno, si pensa a statalizzare carrozzoni e a prolungare uno stato d’emergenza segretando come nei soviet le ragioni che obbligheranno a tutto i cittadini. Verrebbe da dire si salvi chi può, ma visto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, prima o poi si voterà e se così non fosse, prima o poi la pazienza finirà, anche quella degli italiani, incredibile ma vero, e a quel punto parleremo di futuro.

Aggiornato il 03 agosto 2020 alle ore 10:49