Lazio approva Piano Rifiuti, scontro Raggi-Zingaretti

Meno spazzatura prodotta, più differenziata, equilibrio degli impianti ed economia circolare: il Consiglio regionale del Lazio ha approvato ieri sera il nuovo Piano rifiuti valido fino al 2025. Ma è subito guerra aperta con il Campidoglio: il Piano prevede infatti che la Capitale sia obbligata all’autosufficienza per gli impianti di trattamento e smaltimento, discariche comprese.

“La Regione ha fatto il suo dovere – ha commentato a caldo il governatore Nicola Zingaretti – Ora basta furbizie. Tutti si devono assumere le proprie responsabilità per una gestione green del ciclo”.

La reazione di Virginia Raggi è durissima: “L’unica furbizia è quella del tuo Piano regionale – twitta la sindaca – Roma e i suoi tre milioni di abitanti non meritano altre discariche e tmb nella loro città. Non rispetti nemmeno la parola data”.

Ad accendere lo scontro è la questione degli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali, cioè porzioni di territorio (coincidenti con le province) che devono chiudere in se stesse il ciclo dei rifiuti: ogni Ato i suoi impianti, ogni Ato le sue discariche. Inizialmente si era previsto che il Comune di Roma costituisse un Ato a parte, ma l’indicazione qualche mese fa da parte di Raggi di una discarica a Monte Carnevale (vicino a Malagrotta, e quindi in territorio romano) aveva cambiato lo scenario: l’Ato di Roma avrebbe compreso anche la sua vasta provincia. Una “mappa” che però ha diviso i consiglieri regionali anche all’interno dei loro stessi partiti. Molti rimanevano convinti che Roma avrebbe dovuto garantire l’autosufficienza entro i propri confini. Si è giunti dunque a un compromesso con un emendamento proposto dall’assessore regionale Massimiliano Valeriani e approvato dall’Aula, che mantiene sì l’Ato unico per Roma e provincia, ma obbliga comunque la Capitale ad essere autosufficiente per quanto riguarda trattamento e smaltimento. Fino al raggiungimento dell’autosufficienza, dice ancora l’emendamento, gli Ambiti potranno utilizzare impianti presenti in altri Ato, ma comunque per non più di tre anni.

Il M5s regionale, pur respingendo compattamente l’intero Piano, su Roma ha votato in ordine sparso; quello capitolino, Raggi in testa, ha gridato al tradimento: “Il Partito Democratico trasformerebbe in discarica anche il Colosseo – ha detto il consigliere Paolo Ferrara – Siamo pronti a difendere Roma coi denti da questi barbari”.

“Vogliono obbligare Roma a costruire altre discariche e tmb. Noi non ci stiamo”, ha aggiunto il presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco.

Tutt’altra musica dal centrosinistra: per il presidente del Consiglio Mauro Buschini (Pd) il nuovo Piano è “un atto determinante e strategico” mentre per il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre è “un provvedimento che apre una svolta green”.

Il Piano infatti prevede di raggiungere l’autosufficienza del Lazio attraverso una sistematica riduzione della produzione di rifiuti, favorendo il riciclo e il riuso delle materie, ma anche introducendo la tariffa puntuale (meno si inquina e meno tasse si pagano). Non ci saranno nuovi termovalorizzatori – il centrodestra era invece favorevole, e infatti ha votato no – ma anzi sarà dismesso quello di Colleferro che diventerà un “compound green” in grado di gestire a freddo il rifiuto lavorato dai tmb. Rimane solo il termovalorizzatore di San Vittore considerato sufficiente in prospettiva, considerando che l’obiettivo di raccolta differenziata è del 70 per cento entro il 2025 (oggi siamo al 47,3%) anche grazie al sostegno della Regione stessa.

Dopo i diversi casi illeciti che si sono registrati nella gestione del ciclo dei rifiuti, infine, si è deciso di inserire nel Piano anche il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale e misure per la legalità e la sicurezza.

Aggiornato il 06 agosto 2020 alle ore 13:18