Ultimo appello per mandarli a casa

Che nessuno si lamenti, se passate le regionali, svanisse ogni possibilità di cacciare via questo governo abusivo di incoscienti nel senso letterale, perché sia chiaro col cappotto su Puglia, Marche e soprattutto Toscana i giallorossi vanno a casa. Adesso i detrattori diranno non è vero, che in punta di Costituzione Sergio Mattarella potrebbe ancora “fare spallucce” e lasciarli governare per completare l’opera di evaporazione del paese, ma in realtà non è vero che sia così logico e conseguente. Innanzitutto perché se i padri della carta tornassero in vita, di fronte a una batosta elettorale che portasse a 15 o 16 le regioni in mano al centrodestra, non esiterebbero un secondo a restituire la parola agli italiani, i costituenti infatti al di là della posizione credevano nella volontà della nazione. L’assemblea che scrisse la carta mica per caso ha stabilito che la sovranità fosse popolare piuttosto che di qualche casta opportunista, dunque dinnanzi a un voto che manifestasse in modo clamoroso il ribaltamento delle proporzioni fra maggioranza e opposizioni, non v’è dubbio che sancirebbe nuove elezioni.

Ma quando mai gente come Terracini, Dossetti, Einaudi, Calamandrei, La Pira, Taviani, Basso, De Gasperi e persino Togliatti, giusto per citarne solo alcuni, di fronte a una sconfitta elettorale di proporzione generale avrebbe esitato a dire “gli italiani hanno deciso” torniamo al voto per rispetto del verdetto. Ecco perché quella dei numeri in parlamento per sostenere un governo, scritta nella carta, non era una condizione purchessia, ma il precipitato di un voto che esprimesse l’armonia, la base comune, la coerenza politica intellettuale, di una maggioranza scelta per sostenere l’esecutivo nazionale. Onestà impone di riconoscere che questa chiara intenzione dei costituenti è venuta meno sia coi gialloverdi e peggio coi giallorossi, per restare all’ultimo biennio, ma tanto era profonda l’intuizione e la finalità dei Padri che infatti ad averla forzata in punta letterale ha condotto al disastro generale. Tanto è vero che l’esperienza gialloverde è stata negativa e quella successiva sta diventando lesiva degli interessi del Paese e del futuro, visto che sprofonda tutti in un buco nero e non si tratta di ostracismo e pessimismo, ma di semplice lettura dei dati, risultati, indicatori, per non parlare della rabbia e dei furori delle persone dal nord al sud. Questo governo appiccicato a forza, ha già bruciato 100 miliardi senza che la produzione, i consumi, la fiducia, l’occupazione, lo stimolo all’azione e all’intrapresa se ne accorgesse appena, i giallorossi in un solo anno complice il Covid hanno stracciato senza risultato ogni record di debito, deficit, ripresa e di fiducia nel futuro. Il Conte bis che infatti non doveva nascere, in 12 mesi ha smentito ogni annuncio trionfale, dagli aperitivi in sicurezza alle mascherine con certezza, dalle centinaia di miliardi pronti all’uso alle chiusure al limite dell’abuso, dalla presa in giro del click day all’atto d’amore delle banche, dalla promessa di semplificazione all’emanazione di decreti di 400 pagine che solo a vederli passa la voglia di capirli.

Questo governo abborracciato ci ha ridotti sul selciato, ha spaccato l’Italia, garantendone un pezzo, quello statale dal bonifico sicuro e bastonandone l’altro, quello privato che col sudore il rischio e la fatica alza la serranda e apre la bottega per mantenere agli statali la cadrega. I giallorossi in un anno nonostante le promesse ci hanno messo in ginocchio con l’Europa tant’è che siamo gli ultimi su tutto, costretti ad accettare ogni condizione pur di avere i prestiti eventuali, perché sia chiaro i soldi del Recovery fund non saranno dei regali, per ottenerli dovremo presentare progetti adeguati e percorsi di rientro finanziario che avranno un costo planetario. E a questo proposito udite udite l’Europa vuole che per prima cosa si faccia una profonda revisione della spesa, una cosa che scriviamo da sempre, senza sosta col risultato zero di risposta, anzi il contrario perché il conte bis ha sperperato altri soldi a destra e a manca, per commissari, task force, consulenti, bonus inutili e cinesi, reddito ai malavitosi, ricche passerelle col finale a pastarelle.

Non si è pensato a risparmiare niente, sugli enti inutili, sui furbetti e scalda poltrone, sulle aziende decotte vedi Alitalia, su quelle comunali specie a Roma che sfornano bilanci infernali, sull’assistenza per nullafacenza, sui finanziamenti a iosa per qualunque cosa, anziché risparmiare si è pensato a raddoppiare come nel quiz di Mike Bongiorno. E allora a proposito di buongiorno che si vede dal mattino il popolo italiano che non è cretino, speriamo, ha ben capito a chi siamo in mano, e domenica potrà con la matita porre fine a questa sceneggiata mandando a casa baracca e burattini per volontà dei cittadini. Dopodiché toccherà al centrodestra, Costituzione in mano, salire al colle per parlare di cosa la gente volesse dire con questo voto nell’interpretazione autentica dei padri, nel rispetto del significato e del primato assegnato al popolo, una grande questione di coscienza ancor di più che di maggioranza. Viva l’Italia, viva la democrazia, viva la libertà repubblicana.

Aggiornato il 17 settembre 2020 alle ore 12:18