Il “Murrino”: reinventare la democrazia nell’urna

Indovinala Grillo! Che cosa mai sarà questa “democrazia diretta”? Un cencio tutto spiegazzato e usurato, gettato lì ai piedi di un irridente Parlamento europeo da un Beppe Grillo sproloquiante via web, perché i poteri forti di Bruxelles ironizzino (a ragione!) sul suo contenuto, esorcizzando così il loro terrore esistenziale di essere esautorati dai popoli, liberi infine di decidere sul proprio futuro? Ma poi: sorteggiare Chi? E soprattutto: in quale modo? Ricordate la boutade del reddito di cittadinanza che doveva aiutare l’immissione di milioni di nuovi lavoratori su non ben precisati mercati interni? O l’idiozia assoluta dell’Uno-vale-Uno, coniugata a quell’altra ancora più demenziale dell’anticasta e dell’anti-leadership, che ha visto i grillini farsi loro stessi casta e leadership, lucrando il benessere residuo della Nazione con il due volte Governo Conte e il ribaltamento delle relative alleanze? Per non parlare della sempre favoleggiata uscita dall’euro e dalle politiche capestro di bilancio dettate dal germanico Fiscal Compact (oggi sterilizzato fino al 2022, causa Covid).

Ma, a parte Grillo, in astratto ha certamente senso porsi il problema di reinventare la Democrazia, per ridare potere a un elettore che nulla conta e niente decide degli equilibri che governano le democrazie parlamentari rappresentative. Infatti, un po’ ovunque in Occidente le lobbies di ogni genere e grado, compresi poteri non trasparenti non di rado legati a mafie e congreghe più o meno segrete, sono addestrate a influenzare e manipolare l’elezione dei rappresentanti del popolo. Per di più, in Italia, ad esempio, le famigerate liste bloccate hanno letteralmente stravolto e del tutto espropriato il rapporto tra eletto, elettore e territorio. Conta soltanto chi ti porta, lobby, corrente o leader carismatico che sia, per essere paracadutato a scatola chiusa in qualunque circoscrizione elettorale nazionale, in cui nulla importa se sei un perfetto sconosciuto. Del resto, una simile soluzione è stata favorita dai costi stratosferici e sempre crescenti delle campagne elettorali per la conquista dei seggi in palio. Ma il vero king-maker di leader e candidature di successo sono oggi i talk nazionali, con le loro immense piazze virtuali che hanno sostituito quelle reali ed eliminato quasi del tutto il rapporto fisico tra candidati e elettori. La dialettica non conta assolutamente più nulla. Gli influencer con milioni di followers sui social network possono sostenere inutili parolai e canne vuote al vento, per farne dei politici di incontrastato successo. I leader sproloquianti delle Sardine ne sono un esempio eclatante!

Forse, l’unica via di uscita, per un futuro Sol dell’Avvenire dell’Umanità, è passare davvero dalla rappresentanza delegata (la c.d. Democrazia rappresentativa) alla Auto-rappresentanza (decidere in prima persona) con il metodo del Sorteggio. Gli autorappresentanti del popolo, che siederebbero in un’Assemblea unica nazionale, possono ben essere il Dinosauro nel corridoio, tale da terrorizzare i facitori senza volto del mondo così com’è oggi, con la loro finanza speculativa globale; con la manipolazione delle migrazioni bibliche necessarie a fornire ai padroni occulti del vapore eserciti di moderni schiavi, pur provenienti dalle aree più ricche delle Terra di risorse naturali, come Africa e America Latina. La suddetta idea rivoluzionaria ha come conseguenza logica il drastico disaccoppiamento tra un Esecutivo guidato da un Premier eletto direttamente, e un Parlamento di sorteggiati, in modo da mettere fine a estenuanti contrattazioni, ricatti, giochi di potere del parlamentarismo più becero. Ma, per sorteggiare qualcuno occorre che il suo nominativo sia in precedenza collocato in un bussolotto, che qui chiameremo Il Murrino, come un bellissimo vaso trasparente, capolavoro d’arte italiano. Prima questione: come vengono inseriti gli Aspiranti Parlamentari e in base a quali criteri? A loro richiesta, ovviamente, sempre che abbiano un profilo etico-morale adeguato (come un casellario giudiziale immacolato) e una preparazione sufficiente. Del resto, se nel caso di una banale automobile si è obbligati a dotarsi di una patente sostenendo un esame di pratica e un altro di teoria, è sensato dotarsi di un’abilitazione altrettanto idonea per guidare un Parlamento che fa le leggi, assimilabile a un immenso transatlantico chiamato Nazione, oppure a un bombardiere per il trasporto di Enola Gay, la prima arma nucleare!

Quindi, prima di essere inseriti nel Murrino bisognerà a giusto titolo dimostrare a un freddo e disinteressato esaminatore tecnico di avere sia una buona conoscenza della teoria (Costituzione; Diritto pubblico; Contabilità nazionale), sia una sufficiente pratica di navigazione, cioè di saper confezionare una norma di legge, illustrandola pubblicamente. Dopo di che, ogni quattro anni un banalissimo algoritmo, in base ai soli parametri della piramide d’età, della distribuzione dei sessi e dei residenti sul territorio (diviso in tre macroregioni, di preferenza), estrarrà a sorte dal Murrino gli eletti, in proporzione alla popolazione nazionale. Ma, anziché ricorrere al referendum per confezionare leggi volute dal basso, basterà creare una Lex-box, che raccolga tutte le proposte di legge d’iniziativa popolare, sottoscritte con Pec e firma digitale da un numero minimo “X” di cittadini. Quella sarà la vera Lampada del genio, cui potranno attingere tutti gli eletti dell’Assemblea per avere un’idea adeguata della volontà popolare. Le proposte che supereranno una determinata soglia di sottoscrizioni (almeno mezzo milione, ad es.) avranno diritto a un esame prioritario: il relativo Comitato promotore sarà l’interlocutore diretto di una Commissione parlamentare ad hoc. L’eventuale referendum scatterebbe solo in caso di respingimento della proposta.

Dopo di che, parlando di struttura, appare logico progettare una nuova Balance-of-Powers, ovvero un idoneo sistema di pesi e contrappesi. Il primo luogo, la casualità del sorteggio va controbilanciata con l’elezione diretta del premier (alla quale gara partecipano tutti i Partiti istituzionali!), in base a un programma dettagliato che il suo Governo avrà poi il pieno diritto di realizzare. In tal senso, è buona regola poter sanzionare l’eventuale ostruzionismo sistematico e ingiustificato dell’Assemblea popolare nei confronti del Premier, attraverso il suo scioglimento anticipato disposto da un Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento stesso, la cui durata del mandato sia superiore di un biennio a quella del singolo parlamentare. Per evitare cesarismi, abusi vari di potere, compresa l’autocrazia, l’equilibrio dei tre suddetti poteri costituzionali segue la regola aurea del poker, per cui nessun giocatore, mai e poi mai, avrà la certezza di avere in mano Il punto vincente. A monte deve esistere, cioè, una Regola costituzionale in cui sono previste rigorose modalità in base alle quali uno dei tre poteri possa caducarne un altro dei rimanenti, ricorrendo predeterminate condizioni. I grilli parlanti e il loro guru Beppe Grillo dovrebbero riflettere meglio sull’argomento.

Aggiornato il 28 settembre 2020 alle ore 16:39