Varato il decreto marxista “Fratelli tutti”

I decreti sicurezza di Matteo Salvini, che avevano fermato l’immigrazione selvaggia, sono stati cancellati. Il Consiglio dei ministri presieduto da Giuseppe Conte ha approvato il nuovo testo presentato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, varato da Pd e Leu da una parte e Movimento 5 Stelle dall’altra. I “corsari della illegalità e del disordine pubblico” ce l’hanno fatta a trasformare l’Italia nel porto franco dei clandestini. “Fratelli tutti”, ma secondo la loro concezione fallimentare vetero-marxista.

Con queste norme il nostro Paese cambia vocazione e si qualifica come il più grande campo profughi aperto a chiunque e la struttura dello Stato assume il profilo inequivocabile dell’accoglienza e dell’integrazione indiscriminate. Chiunque viene, con qualunque mezzo e modo, potrà trovare accoglienza e circolazione, oltre a privilegi di ogni tipo. Le politiche sulla tutela degli italiani e le norme rigide dell’era Salvini sono state polverizzate, approfittando del processo a Catania per la Gregoretti e nonostante che i magistrati abbiano richiesto l’archiviazione.

I pirati del governo hanno messo a segno una sterzata epocale, destinata a incidere nel tessuto sociale e identitario italiano. Non basterebbe una rivoluzione e poi contro una massa di energumeni usati per imporre una maggioranza senza numeri e illegittima? Siamo peggio che in Bielorussia.

Le norme “insicurezza” hanno eliminato le multe milionarie alle navi Ong e la confisca, al loro posto sanzioni ridicole per gli attivisti che non si coordinano con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e con quelle che intervengono durante i soccorsi.

Inoltre tutti i divieti tornano a essere di competenza del ministero delle Infrastrutture e non più del Viminale. La permanenza nei centri di accoglienza passa da 180 a 90 giorni, prorogabili di trenta. E i richiedenti asilo potranno iscriversi all’anagrafe per ottenere una carta d’identità valida per tre anni e convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro.

Soprattutto è stata varata la “protezione speciale”, vuol dire che ai clandestini nessuno potrà più dire e fare nulla, perché sarà vietato respingerli ed espellerli. “Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani degradanti”. Basta che uno Stato sia riconosciuto tale da non rispettare i diritti umani, secondo questa compagine di estremisti rossi, che non saranno neppure valutabili espulsioni e respingimenti, le uniche misure su cui l’Europa si era dichiarata pronta a intervenire.

Nel decreto non c’è una parola sui controlli riguardanti il Covid-19 in piena emergenza nazionale e mondiale. Non c’è una parola sui profili di sicurezza per escludere di introdurre detenuti in fuga, soggetti a rischio e pericolosi. Non c’è una parola sui traffici degli scafisti di esseri umani, di armi e di droga. E non c’è una parola sulle regole che gli stranieri devono rispettare. Nulla sul divieto di fuga, di bivacco, di spaccio, di prostituzione, di furti e di violenza. L’unica cosa chiara è che dovremmo tenerceli a tutti i costi e mantenerli in tutto, perché è una favola che una massa indistinta di esseri umani fragili e manipolabili sia utile alla democrazia, all’economia e alla storia.

Questo Governo e il suo premier Conte non hanno occhi per vedere cosa sono diventate le nostre città, mostrate anche dai tanti video spontanei di cittadini che documentano il degrado ovunque, la sporcizia, il malaffare, la disintegrazione e le illegalità. E pensare che siamo in pieno regime virale, tutti con la mascherina e tutti disinfettati. Ma dove? Come può un governo di responsabili allo stesso tempo impartire norme sanitarie estreme e il massimo del fuori controllo? È indecente. Di più, è disumano coprire la propria fragilità politica, il rischio di essere cancellati nelle urne, con una immigrazione selvaggia, con il caos, con lo sbando, con la rabbia, a cui si aggiungono norme autoritarie.

Un Paese che era la culla della democrazia, della libertà e della fratellanza trasformato in un inferno di orrori e divieti a fronte di libertinaggio omosessuale, transessuale e contro la famiglia. Non una parola sul principio sano dell’integrazione fraterna ma severa e sulle sanzioni in cui dovrebbe incorrere chi nel nostro Paese viola la legge e il nostro patrimonio di valori.

E nemmeno un alito sulla nostra fede e i nostri dogmi, che non sono certo le società fluide e demoniache dei marxisti. Perché “amare il prossimo” è il contrario di calpestare i propri connazionali e “amare i propri fratelli” include la stretta appartenenza a una stessa comunità di credenti.

Non è così? Vedremo chi ha ragione, la fede fa miracoli.

Aggiornato il 06 ottobre 2020 alle ore 11:40