Alla deriva e in avaria totale

venerdì 20 novembre 2020


Che i giallorossi avrebbero spinto alla deriva l’Italia si sapeva, non ne parliamo quando poi uscì fuori la squadra di Governo, seconde file e in qualche caso terze, che unite alla scelta senza senso di commissari impreparati e di tecnici nemmeno in sintonia, ha generato un vaudeville che anziché il sorriso suscita pianto. Del resto, basterebbe vedere in questi giorni, un decreto dietro l’altro per aggiustare gli errori del precedente, cambiamenti in continuazione, per farla breve siamo al Governo nel pallone. Ecco perché assistiamo alle scene degli annunci e delle smentite, di chi dichiara bianco e chi nero, chi una data e chi un’altra, una cifra prima e una diversa dopo, chi parla di una soluzione e chi la ribalta, chi dà una cosa per scontata e chi subito dopo la dichiara infondata. In fondo sarebbe sufficiente la figura devastante sui commissari in Calabria, sugli stanziamenti dei ristori, sulle chiusure e  riaperture, sulle erogazioni del reddito ai delinquenti senza il controllo degli stanziamenti, sull’invasione degli illegali sfuggita di mano, sul caos dei tamponi e la distribuzione dei vaccini antinfluenzali, sul groviglio fiscale da paura tra indecisioni, date trasferite e cartelle confermate, sulla deriva  dei conti e della spesa statale di cui nessuno è in grado di capire quanto sia il totale. L’unica certezza drammatica è che il Paese si ritrova con l’economia in ginocchio, con milioni di posti pronti a saltare, centinaia di migliaia di aziende pronte a fallire, una crisi sociale epocale, un debito privo di misura perché sale vertiginosamente mentre il Pil precipita.

Per farla breve, siamo alla deriva e in avaria, non c’è una strategia, non c’è un progetto di uscita dalla crisi, non c’è una analisi puntuale della situazione, manca una visione, si procede alla cieca con pezze a colori, un metti e leva maniacale da politica demenziale, per tappare un buco se ne apre uno più grande, sul virus siamo allo sbando e sull’economia in mutande. Per non parlare del fatto che i progetti per l’utilizzo del Recovery sono incagliati o non allineati alle direttive dell’Unione europea, che sulle banche pende la tagliola per il recupero delle sofferenze, col rischio di una stretta creditizia esiziale, che finito il blocco dei licenziamenti il colpo conseguente potrà essere mortale. In mezzo a questo quadro, da bolgia infernale, il Governo aumenta l’apparato statale, assume altri improduttivi, spende miliardi per incrementare i contratti pubblici, dei privilegiati e dei dirigenti, aumenta l’assistenza ai nulla facenti, lascia a casa la burocrazia col risultato che se prima faceva poco e male adesso è ancora peggio. Come se non bastasse continuano i sermoni da stato confessionale sul come dovremo comportarci sotto Natale: niente abbracci, niente baci, nessuna effusione, stare a distanza di tre passi come i militari. Magari arriveranno a dire di non guardarci negli occhi, per paura che salti il paraocchi e che la gente capisca come sia ridotta ad essere poco più di una marionetta. Perché sia chiaro di questo si tratta, di un lavaggio del cervello da una parte e della distruzione dell’economia dall’altra, di un cammino per ridurci da Paese a paesino, di un progetto micidiale per cambiare tutto, dallo stile di vita alle tradizioni, dagli orari alle consuetudini, dai modi di sempre a quelli 4.0, nel lavoro, nei consumi, nelle frequentazioni, negli affetti familiari tra parenti, affini e congiunti. Pensate a cosa stiamo arrivando, ma quando mai nella nostra storia si è divisa la famiglia per categoria, roba da matti. Ci stanno portando al censimento preventivo, stiamo passando dall’adiuvandum all’excludendum, al numero di posti consentiti nelle auto private quando nei trasporti pubblici c’è la ressa, a stare all’aperto non solo con la mascherina ma col sospetto di guardarci attorno solo di giorno visto che col buio ci chiudono dentro, ci obbligano a stare in casa di fronte alla televisione che ci spara terrore in continuazione.

Cari amici, siamo alla deriva e in avaria, quella deriva generata da un virus di cui nessuno ci spiega come e quando sia sfuggito e perché proprio adesso, non ci dicono il motivo per cui sarebbe così pericoloso e diverso da tanti altri che girano nel mondo e che hanno una forza ben maggiore. Basterebbe pensare all’Aids, per citarne uno. Ci tengono sotto botta in attesa del vaccino intorno al quale però, guarda caso, è già iniziata una uova tarantella. Perché sia chiaro: mentre stranamente hanno atteso la vittoria di Joe Biden, peraltro non ufficiale, per l’annuncio che fosse pronto, già iniziano a dire che è sicuro ma fino a un certo punto, che forse ci vorrà un richiamo e che il virus non è detto che sparisca, come a dire state attenti che vaccino o meno dovrete continuare ad essere obbedienti. Ebbene, se il Paese coi giallorossi tende disgraziatamente alla deriva e all’avaria, fate attenzione di non mandarci pure il vostro cervello. Perché da qualunque crisi economica, anche la più drammatica si esce e si rinasce, ma dalla lobotomizzazione no, perché solo la libertà e la democrazia del libero pensiero sono la garanzia del pluralismo politico, sociale e soprattutto del futuro.


di Alfredo Mosca