Tra figli e figliastri

Chi ci legge sa bene che da sempre ci battiamo per una seria revisione della spesa pubblica, non ne parliamo poi da quando con i gialloverdi prima e ancora peggio con i giallorossi si è fatto strame sia del buon uso delle risorse collettive e sia di una verifica dei costi e benefici delle poste precedenti. Il nostro in questi anni di Giuseppe Conte, tra l’uno e il bis, è stato per un verso un grido ossessivo, per l’altro solitario, sia sulla spaccatura fra figli e figliastri in questo anno di Covid e sia prima del virus sul reddito di cittadinanza, quota 100 e tanti altri sperperi e sprechi tipo i bonus di Matteo Renzi, enti e carrozzoni inutili. Ebbene, notiamo con piacere che finalmente da un po’ di giorni altre testate nazionali iniziano a seguirci sul tema della spesa e della revisione necessaria, che rappresenta la maniera più intelligente per recuperare risorse e metterle a frutto più saggiamente a parità di bilancio, risparmiare per trasferire dallo spreco al necessario, parliamo di decine e decine di miliardi potenziali. Si tratta di una situazione che specialmente da quando è esplosa l’epidemia ha inciso e incide moltissimo sulle finanze pubbliche e sull’economia, non solo perché in punta di diritto non si può spaccare il Paese in due, tra chi paga tutto e chi niente, chi ha la” fortuna” di essere un dipendente pubblico e chi la” sfortuna” di stare nel privato, ma soprattutto perché è proprio il privato a sostenere il pubblico.

Dunque, già per questo bisognerebbe semmai tenere da conto chi la ricchezza la produce rispetto a chi invece la consuma, ma più che mai in una situazione come la nostra segnata da un debito stellare e da una spesa piena di sprechi, eccessi, sperperi, a partire dall’apparato statale, in senso diretto e indiretto, ci riferiamo ovviamente alle Regioni, Comuni, Province e ai carrozzoni centrali e locali, municipalizzate e così via. Del resto, in una fase tanto drammatica, pensare che i dipendenti pubblici – e non ci riferiamo ai settori vitali, sanità, forze dell’ordine, Protezione civile – ma a quelli di tante aziende colabrodo, inventate per distribuire posti in cambio di voti, di enti inutili, di organismi fatiscenti, di uffici passa timbri, stiano sereni senza rinunciare ad un solo euro anzi abbiamo aumenti contrattuali, anche per 14 o 15 mensilità perché in alcuni settori lo stato eroga 14 o 15 stipendi, fa effetto e grida ingiustizia, anche rispetto ai sacrosanti appelli alla unità e alla solidarietà lanciati dal capo dello Stato. Ingiustizia per la solidarietà, per la sensibilità, soprattutto per l’economia perché una volta uccisa la gallina dalle uova d’oro vogliamo vedere, i furbetti, i nullafacenti, i burocrati passa timbri, i manager, presidenti e i commissari fuori tetto, dove si potranno rifornire.

Ecco perché il più grande errore tra i tanti del Conte bis, è stato quello di aver spaccato l’Italia fra figli e figliastri e di aver ulteriormente ingigantito la spesa pubblica in modo assistenziale ed economicamente demenziale, insomma il deficit spending di John Maynard Keynes non prevedeva il reddito, quota 100, i bonus e i commissari strapagati per sbagliare tutto. Del resto, la stessa idea circolata in Europa in questi giorni sulla cancellazione del debito, che comunque ci pare molto improbabile, non potrebbe che partire da una revisione della spesa, nel senso che prima del debito bisognerebbe cancellare le ragioni sbagliate che lo producono, altrimenti saremmo punto e a capo. Sia come sia, con un Governo di sinistra come questo, il più di sinistra della storia, composto da seconde file inesperte e incapaci a partire dai grillini, c’è poco da sperare che l’Italia si possa salvare, anzi sembra che sia stato messo apposta per distruggerla e consegnarla poi a qualcuno. Altrimenti non si spiega come non si sia tornati al voto e non ci si torni ancora nonostante un esecutivo catastrofico, divisivo e da sciagura.

Aggiornato il 23 novembre 2020 alle ore 10:04