Il massacro italiano

lunedì 23 novembre 2020


La dialettica, come da concetto sofista, è l’arte di confrontare abilmente tesi opposte, riuscendo a farle apparire vere o false secondo la convenienza, destinata, ad offuscare ogni puro ragionamento. Quest’arte, efficientemente praticata per il nostro olimpo politico, ci distrae ci cattura e ci porta all’essenza dell’essere non essere, inquadrandoci nelle file di una filosofia ben lontana dal giusto raziocinio. Come greggi di pecore arginate da cani pastori, destinate alla produzione del benessere dei nostri carnefici, beliamo felici alle briciole di apparenze destinate a macerare ogni personalità e amor proprio, riempiendoci la bocca di frasi fatte, scovate nell’immeritato dizionario di una ideologia cancerogena. Abbiamo generato così, una gioventù bislacca immersa nelle fogne concettuali disegnate dai media e, come insetti attirati dalla luce, seguiamo la mafia propagandistica parte del sistema di guerra delle informazioni balzane, dedicate a distrarre le coscienze e pilotarle verso una realtà di autodistruzione.

E, lupus in fabula Nicola Morra che, come degno rappresentante di un Governo che con eccellente maestria dirige il dramma “il massacro italiano”, si permette impunemente a inveire come sciacallo sulla morte di Jole Santelli. L’Idiocrazia che Umberto Eco descrive come “l’invasione degli imbecilli”, dovrebbe combaciarsi con questo personaggio che rappresenta addirittura la presidenza antimafia, parte della insana politica che ci simboleggia. Ma attenzione: non credo che la imbecillità la troviamo nella nostra fatiscente classe politica. Chi è più imbecille, l’Idiocrazia o chi accetta la imbecillità, continuando a praticarla con la arrendevolezza e il silenzio? In effetti, chi comanda dimostra tutta la sua capacità, scaltrezza e estrema dedicazione a svolgere le parti patibolari destinate a soccombere la nostra sovranità, mentre il popolo incapace ed inetto, in veste di massa greggiale, favorisce la distruzione di tutto ciò che è stato creato con le forze, i sacrifici e le ferree volontà dei nostri padri.

Intanto la ex nostra Italia o, quello che ne rimane come proprietà italiana, è ormai preda inerte di tutto e di più; dal business della immigrazione feroce che ha, come effetto collaterale, favorito la delinquenza straniera organizzata come la pericolosissima mafia nigeriana, alla espansione della criminalità cinese, rumena, sudamericana, alla attività mussulmana e continua la lista con la svendita delle nostre proprietà, con la distruzione delle nostre risorse, con il dispotismo politico che rema a favore del nostro declino, infine da una Eurozona scapestrale. Molti non saranno d’accordo con tutto quanto esposto, soprattutto chi ha gli occhi bendati dal proprio benessere, mentre chi ha bisogno e vive nella indigenza grazie ai nostri leader politici, lo si lascia morire lentamente, affossato nelle proprie necessità sotto una bandiera ormai priva di significato.


di Salvatore Del Vecchio