Ma dove vai, se la patente (del vaccino) non ce l’hai

Patente o patentino: terminologia a parte, la sostanza non cambia. Tra le linee del Piano strategico per la vaccinazione anti Covid è previsto anche un “pezzo di carta” che attesti la vaccinazione di tizio o caio. Un lasciapassare, insomma, per gli spostamenti tra regioni o tra i Paesi. Secondo quanto trapelato, l’idea del Governo è riuscire a vaccinare – in tempi consoni, ovvero a partire da gennaio – più persone possibili. Nello Stivale sono in arrivo 3 milioni e 400mila dosi del vaccino della Pzifer, che servirà 1 milione e 700 mila persone, dal momento che sono necessarie due somministrazioni. Non solo: sono dosi di vaccino che devono essere conservate a temperature molto basse (tra i –75 e i –80 gradi).

Ma cosa accadrà? In sostanza, all’interno di un registro verranno inseriti tutti i vaccinati. Questo “elenco” servirà poi per consegnare la patente, che sarà possibile richiedere per gli spostamenti all’interno del Bel Paese o per muoversi verso l’estero. C’è dell’altro: trascorse alcune settimane dalla vaccinazione, verranno svolti test sierologici per vedere se il vaccino ha avuto effetto o meno. In questo ultimo caso, dovrà essere effettuata un’altra vaccinazione.

I primi a essere vaccinati, secondo il Piano, saranno gli operatori sanitari e il personale delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali). A seguire gli ultraottantenni, gli over 75 e gli over 70. E così via. Nel novero, sono compresi anche i più giovani affetti da patologie gravi, quindi a rischio.

Aggiornato il 25 novembre 2020 alle ore 13:08