Turismo, ipotesi chiusura confini delle Alpi

martedì 1 dicembre 2020


L’interrogativo è uno: chiudere o meno i confini nazionali, per evitare che ci siano spostamenti per andare a sciare in Svizzera o in Austria. Queste le parole di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, nel corso della Conferenza delle Regioni. Aspettando il tavolo con il Governo sul nuovo Dpcm (che potrebbe durare fino al 10 gennaio, con entrata in vigore il 4 dicembre), sono in ballo varie ipotesi, tra le quali quella della riapertura degli impianti sciistici per gli ospiti degli hotel e delle seconde case.

Il punto di partenza resta uno: il divieto di assembramento. Da qui partirà il prossimo Dpcm, dove potrebbe essere prevista anche la chiusura dei confini sulle Alpi. L’argomento è stato trattato nella riunione svolta dalle Regioni. Tanti gli argomento trattati: nuove misure in vista delle feste natalizie, coprifuoco, aperture. A tal proposito Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, ha già detto che non dovranno essere ripetuti gli errori commessi quest’estate. In poche parole: nessun “liberi tutti”. La stessa Conferenza delle Regioni sta spingendo affinché vengano autorizzati spostamenti interregionali tra zone dello stesso colore. Palazzo Chigi, secondo quanto filtrato, vorrebbe vietarli dal 19 dicembre fino alla Befana.

Nel frattempo, Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli–Venezia Giulia, le Province autonome di Bolzano e Trento hanno redatto una proposta che è stata presentata al Governo: nel testo, è stato chiesto in buona sostanza di evitare il crac per il settore turistico invernale. Quindi sono state avanzate idee quali apertura degli impianti di risalita dello sci per gli ospiti di alberghi e delle seconde case. Con la possibilità di “concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico”. Una soluzione che “permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova”. Allo stesso tempo, sarebbe un sistema per conoscere “il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l’afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Il Governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele D’Amario, assessore al Turismo della Regione Abruzzo: “Mi sono confrontato con i miei colleghi delle Regioni alpine, definendo una strategia comune che vede come via maestra l’apertura degli impianti di risalita a Natale solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni sciistiche abruzzesi o per chi possiede o affitta una seconda casa”.


di Redazione