Un governo per i vaccini sicuri e rapidi

Francamente ci saremmo aspettati che di fronte all’impegno di una vaccinazione globale di milioni di cittadini la politica si dimostrasse unita e al di là dei propri interessi. Un governo dei vaccini, tanto per intenderci. Poi dopo, finita l’immunizzazione a tappeto e ripreso un minimo di vita regolare considerando le attività ferme, potrà riprendere tutto il resto della politica. Anche per via delle contestazioni di sostanza sollevate da Matteo Renzi, ma anche da tanta opposizione, al governo giallorosso. Quale altro modo se non che esprimere “una guida di salute e responsabilità pubblica” scelta tra personalità di garanzia, non nella politica dei bassi e contrapposti interessi, per l’emergenza pandemica e la salute degli italiani? Ditemi voi se è possibile garantire l’inoculazione di oltre 500mila dosi al giorno di un vaccino ex novo, senza lunghe sperimentazioni, il quale tanto per dirne una deve stare a meno 80 gradi, e nel frattempo sopportare una sfida all’ Ok Corral tra partiti in bilico etico e democratico. Pensate sia possibile assicurare la più vasta operazione sanitaria mentre Giuseppe Conte va a caccia di sostegni, fa la guerra a Italia Viva e a chi lo sfotte, mentre i piddini difendono solo il golpe e i 5 Stelle arrancano nella rabbia per non scomparire?

Insomma, una politica avversa e disperata, a cui l’opposizione si unisce con uno sbandato Matteo Salvini e una Giorgia Meloni impuntata sulle urne, senza però alcun peso e parola? E chi controlla, chi ci garantisce? Sono sgomenta di questa opposizione, mentre fare i vaccini e i richiami è l’unico modo per tirarci fuori dalle segregazioni e dai coprifuoco liberticidi ed economicamente devastanti. Inoltre, lo dico personalmente, con un Governo debole, ponte, fittizio, o addirittura senza governo, questa inoculazione collettiva a tappeto è una bruttissima cosa. Cioè, secondo voi dovremmo andare al tempo stesso alle urne della sfida finale e all’iniezione immunitaria, ma siamo matti! Uno Stato serio dovrebbe fermare ogni partita, ogni battaglia, ogni interesse, per garantire prima di tutto trasversalmente il Paese, perché di fronte alla sanità, e di questo livello poi, sono tutti uguali: destri, sinistri e quant’altro. Ma come, si fanno fotografare due Papi, i big, i campioni sportivi, le personalità per dare garanzia sulle vaccinazioni e il Parlamento scappa? Perché alla fine questo appare, che nessuno voglia prendersi la responsabilità finale e condivisa, fingendo ora la campagna elettorale.

Per pochi mesi, fino all’autunno, occorre una guida e una sicurezza istituzionale, quindi non un governo dell’acclamato Mario Draghi (ma che può fare mai santo Draghi che è un uomo di finanza), piuttosto di un Pierferdinando Casini, cioè di una personalità istituzional-politica trasversale a garanzia del libero e corretto funzionamento democratico. Questo occorre. Il che non è certo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, che Giuseppe Conte cita probabilmente per dispetto, che ha permesso ingressi selvaggi di immigrati con conseguenze catastrofiche sull’ordine pubblico. Dopodiché, è giusto che sul Recovery plan e il Mes si vada anche a votare per capire chi guiderà una ripresa plurimiliardaria con una visione e strategia che corrisponda alla volontà degli italiani. E se non ci fossero i tempi tecnici, si può continuare con un “Governo di garanzia”, perché per come stanno le cose occorre riformulare un’etica e uno stile della politica e la ricostruzione di questo disastro sarebbe giusto la facessero insieme i partiti nelle sedi giuste e non sui social a darsi contro.

Anche il centrodestra non sia spregiudicato, perché le contestazioni sollevate da Matteo Renzi non sono diverse dagli attacchi di Giorgia Meloni. Per cui quando i temi convergono, quando occorre garantire regole e valori, quando è a rischio la democrazia, il Parlamento sia uno. E non poltrone su poltrone. Voi pensate che se arrivasse Giorgia o tornasse Matteo tutta questa gente, dalla sinistrissima ai grillini V-day, si accucceranno e si andrà spediti? Ma la facciano finita con questi opposti estremismi, siamo stufi! Il Paese quando? I giovani quando? Il lavoro quando? E il Paese, i giovani, il lavoro, la ripresa hanno bisogno di unità per una ricostruzione sana, moderna e incisiva. Perché, cari amici, se non ci fosse il coprifuoco per il virus, bisognerebbe farlo per la violenza, la malavita e lo sballo.

Sono d’accordo con Vittorio Sgarbi che ha definito il discorso di Matteo Renzi “il ritorno della politica” sul lavaggio cerebrale virale quotidiano. Renzi viene dalla scuola democristiana ed era un fanfaniano. E Amintore Fanfani di dimissioni ne ha annunciate e date parecchie quando le cose si facevano intrigate e oscure. Non si sta incollati alle poltrone quando si pensa, come ha detto il leader di Italia Viva, che “la democrazia non è un reality show” e che “non si governa su Facebook ma nelle sedi istituzionali” quando “la Costituzione è stata esautorata”. Lo stop di Renzi è cosa serissima. È vero che mancano personalità come il nostro Arturo Diaconale, ma ci siamo noi, che siamo ancora vivi e vegeti per combattere e vigilare.

Aggiornato il 15 gennaio 2021 alle ore 12:32