Arriva al Quirinale il “cimitero” bianco dei governi giallorossi

mercoledì 27 gennaio 2021


È allarme giovani, presidente Sergio Mattarella. È allarme profondo rosso. Il responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ospedale Pediatrico Bambini Gesù di Roma, Stefano Vicari, ha reso noti dati gravissimi. Ha dimostrato che i tentativi di suicidio e autolesionismo giovanile sono aumentati del 30 per cento. “Dal mese di ottobre ad oggi abbiamo notato un notevole rialzo degli accessi al pronto soccorso – ha spiegato il professore – nel 90% sono giovani tra i 12 e i 18 anni che hanno cercato di togliersi la vita. Ho avuto per settimane tutti i posti letto occupati da tentativi di suicidio, e non mi era mai capitato. Al pronto soccorso si registra un ricovero al giorno per autolesionismo”. Letto attentamente tutti? Perché questa, oltre all’epidemia letale, è la non vita reale e statistica. Nel vortice delle crisi sanitarie, politiche ed economiche non ci stiamo accorgendo che i nostri ragazzi e bambini sono caduti in una spirale micidiale. Nel silenzio del virus, privati soprattutto di scuola, relazioni sane, schiacciati tra lockdown, divieti ed ansie, la frangia più fragile della società è diventata da una parte aggressiva per autoaffermarsi con la conseguente voglia di farsi male e far male; dall’altra, mortificati e spaventati, si spingono fino a gesti estremi. Come i violentati. Autolesionismo, violenza e suicidi. I social, poi, fanno la loro diabolica parte ed ecco la cronaca che non vorremmo mai: nel giro di poche settimane Antonella, 10 anni, si è chiusa nel bagno e strangolata per una assurda sfida, a quanto pare, su TikTok, e poche ore fa un ragazzino di 9 anni si è impiccato sullo sfondo di giochi estremi on line. Ma che roba è e, ditemi, perché non si parla più di abusi, del Forteto, degli esperimenti sinistri sui giovani e minori?

Non sono casi isolati. C’è tutta la galassia giovanile che, costretta allo studio a distanza, sgomberate le piazze, fermate le movide e ogni altro impegno da sportivo a formativo, pencola tra centri commerciali, solitudine casalinga e sbando. Prima del coprifuoco non era meglio, anzi c’era una cronaca di sangue quotidiana. Non ci sono ci sono più palestre, musei, cinema e teatri, solo piattaforme incontrollabili, discutibili e pericolose. La tv e la stampa ripetono ossessivamente l’informazione virale, tutto è Covid e tutto è scontro e farsa nel vuoto dei teenager. Nessuno si è occupato di varare progetti educazionali, di sostegno psicologico e di guida culturale. Almeno in Cina a fronte all’alto tasso di suicidi lo fanno. Così siamo finiti. Anche la formazione a distanza arranca e non ha quel carattere di emergenza indispensabile. Insomma, diciamo la verità, tanta resilienza per nulla, anzi per il peggio. E invece questo potrebbe essere il tempo importante del futuro digitale, delle trasformazioni tecnologiche, una crisi da solcare andando verso il futuro.

Non voglio ripetere facili accuse, ma ammettete che comperare banchi a rotelle, spargere bonus per monopattini e biciclette sia stata una idiozia “ideologica” pazzesca? A tutti piacciono le novità e anche pedalare spensierati, toglietevi dalla testa che il verde, il sostenibile, il riciclabile sia una prerogativa di sinistra. Questa è la mania da debellare, oltre tutto come si può pensare che sia un bene “cinesizzare” l’Italia e l’Europa di Marco Polo! Il problema è lo sfruttamento estremista e l’ottusità radicale. Il problema è che il senatore Lillo Ciampolillo, dal Gruppo Misto corso ad aiutare il governo giallorosso di Giuseppe Conte, per guadagnarsi il ministero dell’Agricoltura avrebbe proposto di diventare tutti vegani “perché cannabis e vegani sono più autoimmuni”. Ecco la scemenza di uno sballato oltre che di un voltagabbana. Questa non è più politica. Altro che abbracci cinesi e spring rolls, siamo molto oltre. Stiamo aiutando i regimi a fare i regimi, non la Cina ad evolvere e ad usare la finanza per sollevare i mali del pianeta, perché con l’ottusità ideologica e la presunzione politica non si va da nessuna buona parte. Si ricorda l’Olocausto, ma una vera memoria non tralascerebbe un’analisi profonda e complessiva. Capite una buona volta che il comunismo è come il fascismo e il nazismo? Sì, esatto, è proprio così, fatte le differenze specifiche. Non lo dicono le opposizioni, gli avversari, i razzisti, lo dicono i fatti e la storia. Sul tavolo delle consultazioni del Quirinale peserà questo dato ben più allarmante della stessa pandemia e cioè file di bare per il Covid e file di bare bianche di giovani suicidi? Dove sono finite le “sardine”, quella categoria di colorati che facevano le foto coi Benetton per annunciare la loro sfida al progresso. E dove sono finite le politiche giovanili, perché nel computo nero ci sono tanti casi di giovanissimi che concludono le loro esperienze sentimentali in litigi furibondi culminanti in precoci femminicidi. La politica sessista ha portato ad un aumento dei casi e a un abbassamento dell’età dei reati sessuali. Non è ora di correggere dottrine che non funzionano?

Poi ci sono l’abbandono scolastico e la disoccupazione dilagante dei nuovi occupati. Non fanno in tempo ad entrare nel mercato del lavoro che diventano già falliti. Si calcola che 4,2 milioni di giovani occupati a termine su base annua perda il lavoro, mentre crollano i part time e gli autonomi. Fallite le politiche dei fondi europei, dei progetti delle Regioni, dei navigator, della digitalizzazione, nessuno pensa a costruire reti digitali e a dotare le generazioni di formazione e computer. Intanto masse di altri giovani immigrati premono coi loro giganteschi sbandamenti e vuoti esistenziali fino a tragedie alla Willy. Incentiviamo la catastrofe o prendiamo misure? Questo è il risultato del gender, dell’anti-omofobia e delle varie Elly Schlein delle libertà etero-omo teorizzate dal comunismo ora grillino. Idee malsane per questioni ampie e complesse. La chiesa e i monsignori…vi illudete che tutto andrà bene perché Virginia Raggi ha chiamato alla cultura una “assessora” (finale “a”) specializzata in “burlesque”?


di Donatella Papi