Innanzitutto, un pensiero profondo di cordoglio commosso, addolorato e attonito, per Antonio Catricalà, amico e civil servant di rara preparazione, stile ed eleganza, professionista e professore di valore che ha dato lustro e prestigio a tutti gli incarichi importanti che ha ricoperto sempre. Per lui una preghiera laica.

Ebbene, mentre si chiudeva la guerra delle sotto-poltrone che ha confermato quanta poca condivisione e unità ci sia nella maggioranza, da sprovveduti suppore il contrario, il solito ministro della Sanità, Roberto Speranza, annunciava che almeno, fino a Pasqua, possiamo darci pace perché non si riapre e non si allenta il cappio. Certo che dai primi passi del Governo sembra che tra il Conte bis e il Draghi-I non ci sia alcun cambiamento. E che la presenza di una parte importante del centrodestra in maggioranza non scucia un baffo alla linea giallorossa precedente. Insomma, è la puzza di bruciato che si sente come fosse un contentino, anziché un diverso buongiorno dal mattino A guardare bene, il lodo di Alfonso Bonafede sulla prescrizione è rimasto. E per evitare grane non si è votato in commissione la flat tax, seppure in linea di principio sia stata esclusa. I provvedimenti giallorossi saranno prolungati col mille proroghe e con un altro Dpcm: gli impianti invernali sono rimasti bloccati, il coprifuoco e la chiusura dei ristoranti e bar resterà, almeno per ora, tale e quale.

Sui ristori nessuna novità, se non l’ennesima promessa d’integrazione, sulle cartelle un ulteriore slittamento, così i milioni da 54 diventeranno 60. Nessun accenno alla pace fiscale per un caos che solo un reset può risolvere senza rivolte dei contribuenti. I tavoli di crisi dall’Alitalia all’ex Ilva sono fermi. E sui vaccini una baraonda inaccettabile, che ci pone ai margini e in ritardo grave. Per non parlare del commissario Domenico Arcuri: nonostante i fallimenti, gli sbagli, le promesse a vanvera che da un anno profonde, resta al suo posto. Così come tutto il Comitato tecnico scientifico che insiste a gettare in pasto ai cittadini terrore e paura un giorno sì e l’altro pure, buggerandosene degli effetti psicologici tragici e pericolosi conseguenti.

Finora, francamente, è tutto piuttosto deludente, come se gli errori giallorossi precedenti fossero normali e conseguenti anziché devastanti, ad iniziare dalle misure di chiusura che il Governo non vuole neanche ritoccare. Eppure consentire l’apertura dei ristoranti, bar, pizzerie e così via fino alle 22 sarebbe una boccata d’ossigeno vitale, dopo un anno economicamente criminale. Ecco perché siamo delusi dalla partenza di Mario Draghi che, rispetto al Conte bis, prometteva bene. Ma se tutto si risolve nelle conferme di chiusura, la prospettiva di stare segregati fino a Pasqua, il caos costante sui vaccini, il terrore delle altre ondate, le varianti a spuntare come funghi e nel solito clima di sfiducia, insicurezza e paura dei bollettini quotidiani a titoloni sui media, andiamo male.

Andiamo male perché, nel mentre, alle Camere i parlamentari a tutto pensano fuorché al Paese. Si scazzottano per divisioni e scissioni, sgomitano per restare visto che – con la riduzione del numero dei parlamentari – tornare sullo scranno sarà una lotteria. Qui poi siamo alla follia, perché questi signori prima compiono idiozie, quella della riduzione dei posti per farsi belli, poi se ne pentono e fanno a coltellate per trovare il modo di ritornare eletti. Altro che bene superiore del Paese, salvezza nazionale, pensano solo a salvare la cadrega a partire dai grillini che, ipocritamente, lanciarono il referendum sul taglio dei posti, seguiti demenzialmente dagli altri, convinti di fare un figurone rispetto al sentimento popolare. E adesso che c’è odore di fine legislatura, la vivono come una iattura pronti a tutto pur di non tornare a vendere bibite, stornelli e fotografie.

La realtà è che siamo caduti così in basso da non credere, pieni di debiti fino al collo, travolti dal Covid più degli altri, divisi male fra statali e privati, con 160 tavoli irrisolti di crisi, col Sud ancora più staccato dal Nord. E con la gente che, se non di Covid, si ammala di nevrosi, con gli sbarchi a go-go ripresi, la fiducia a zero e la paura a mille. Con una crisi economico-sociale mai vista e un piano vaccinale da caos esponenziale. Verrebbe da dire “se avessimo votato”. Che danno non portarci al voto, ancora più grosso affidarci al Governo giallorosso, che danno sarà adesso se a Draghi non verrà data piena autonomia sulla pandemia e sull’economia. Speriamo bene e visto che il centrodestra non ha saputo fare opposizione, ci auguriamo che la parte che ora è di governo sappia almeno farsi sentire. A buon intenditore…

Aggiornato il 25 febbraio 2021 alle ore 10:11