Il vento sta cambiando”: correva l’anno 2016 e Virginia Raggi esultava con tutto il popolo dei Cinque Stelle per la vittoria alle elezioni romane. Cinque anni dopo nell’aria non soffia più niente. E a terra restano le macerie di un risultato elettorale che consegna al M5S una sonata de Bach che non ha eguali. Il sindaco uscente, terminato lo spoglio dei seggi, si piazza al quarto posto dietro a Carlo Calenda, mentre al ballottaggio andranno Enrico Michetti (centrodestra) e Roberto Gualtieri (centrosinistra).

Il Movimento Cinque Stelle è stato asfaltato senza “se” e senza “ma”: nemmeno con le liste civiche in sostegno a Raggi è riuscito a guadagnarsi un posto per il secondo turno. Un disastro politico su tutta la linea che pone fine al governo pentastellato nella Città eterna. Addio al mantra “uno vale uno”, alla narrativa del complotto che, puntualmente, serviva per spiegare inefficienze o risultati al limite del mediocre e alla lenzuolata di post sui social su “ciò che stato fatto”. Basta, è davvero finita: il segnale (dei romani) che ha scatenato l’inferno è la fotografia di un weekend di passione accompagnato dai titoli di coda.

Una Caporetto senza appello, tenuto conto che pure nei quindici Municipi della Capitale il M5S è stato annientato: forse il candidato dei Cinque Stelle riuscirà a strappare un ballottaggio a Tor Bella Monaca con lo sfidante del centrodestra. L’esito è incerto, si corre per una manciata di voti, che assomigliano al classico piatto di lenticchie.

Raggi, ieri sera, ai cronisti ha detto: “Rassicuro che i vostri voti non saranno svenduti ai saldi di fine stagione. Per essere molto chiari: io non darò indicazioni di voto al ballottaggio. Perché i voti non sono pacchetti. L’ho detto e lo ripeto: Roma prima di tutto. Noi andremo avanti comunque con un progetto, con coraggio e a testa alta”. Inoltre, ha annunciato di aver tenuto testa con le liste civiche “alle corazzate del centrodestra e del centrosinistra”. La “nemica” in casa, Roberta Lombardi, assessore regionale del M5S alla Transizione ecologica, all’Adnkronos ha dato un’altra lettura del responso uscito dal primo giro delle Amministrative: “La politica del territorio non è Risiko… i carrarmatini lasciamoli ai bambini ed ai nostalgici dei tetti. Prima i progetti per Roma, poi le persone per realizzarli, abbiamo il dovere morale di non disperdere il lavoro fatto in questi 5 anni”. Parole di miele, invece, sono arrivate – su Facebook – da Alessandro Di Battista: “Grazie di cuore Virginia, grazie per la dignità, per l’impegno. Grazie per quei “no” coraggiosi. Certi “no” urlati a un sistema di potere marcio ti hanno tolto il sonno, lo so. Ma non ti hanno tolto credibilità. Perlomeno è ciò che penso io”.

Le roccaforti del M5S – soprattutto in periferia – si sono sciolte come neve al sole, innescando un effetto domino che ha provocato la pesante sconfitta dell’ormai ex fascia tricolore. Quella Raggi che davanti al pubblico a Cinque Stelle declamava: “Quando l’acqua inizia a bollire, è da sciocchi spegnere il fuoco”. Il gas adesso è finito. E la scintilla alimentata dal populismode panza” resta un ricordo ormai prossimo al dimenticatoio. Amen.

Aggiornato il 05 ottobre 2021 alle ore 13:29