Il sessismo sinistro e la crisi del centrodestra

C’erano due leader che si erano candidati a governare l’Italia e le questioni globali, però scopriamo che non controllavano neppure il cortile di casa. Viene la stizza, perché a farne le spese è lo schieramento di centrodestra, un intero arco elettorale costretto a non avere rappresentanza come dimostra l’eclatante risultato del “non voto”. La mia impressione, mi sia concesso di esprimerla, è che tutta questa fase del tonfo elettorale della Lega, di Fratelli d’Italia e per trascinamento di Forza Italia, sia una gigantesca messa in scena. Cioè io non ci credo che stiano perdendo involontariamente. Perché le scelte fatte e gli annunci che si ripetono sono la dimostrazione dell’intenzione di non vincere, come hanno fatto notare autorevoli commentatori. A cominciare dal puntuale e attento Daniele Capezzone, “ce l’hanno messa tutta per perdere” ha commentato a caldo.

Ha ragione Capezzone, non è possibile fare quello che hanno fatto i due leader in questione con candidati improponibili, comportamenti chiassosi e divisori, mancanza di presidio dei veri problemi per inseguire assurde polemiche complottiste. No, non posso pensare che siano così ingenui e impreparati. In fondo, Matteo Salvini e Giorgia Meloni tanti di noi erano pronti a votarli se avessero assunto le proprie responsabilità e si fossero presentati alla prova dell’urna. Ma non lo hanno fatto a tutti i costi, respingendo tutte le pressioni per affondare in oscure retrovie e scandali. Matteo Salvini, soprannominato il Capitano, viveva diciamo “more uxorio politico” con un giovane dalla mentalità indefinibile, il quale seppure non avesse fatto nulla di penale mostra ideali strani per essere lo stratega di un’area referente a valori cristiani, cattolici e moderati. Il fatto solo che chiamasse ironicamente la sua macchina dei social “la Bestia” suona ambiguo. Perché anche chi ha solo qualche rudimento sa che la “Bestia” è un simbolo diabolico. Ovviamente sarà solo un caso, però posso dire equivoco e improprio?

Di certo c’è che la comunicazione della Lega di Matteo Salvini aveva preso la strada del fango contro l’avversario, che non rappresenta affatto lo stile, i modi e le esigenze dell’elettorato pur anti-comunista e avversario della sinistra. Una campagna odiosa e sbagliata, che ha solo aiutato la sinistra ad avallare il fascismo, il razzismo e l’omofobia del centrodestra, come fossimo tutti avanzi di ideologie autoritarie. Credo che le ragioni del “non voto” vadano cercate qui, in questa svista. Di fatti nella vicenda del povero Luca Morisi, che in una notte solitaria ha cercato compagnia sfogliando un sito di escort gay, colpiscono le accuse che piovono dal fronte opposto. Il problema secondo i sinistri è che Matteo Salvini guida un partito e uno schieramento “omofobo”, che vuole mettere in discussione il Ddl Zan e non si arrende a considerare tutto questo pacificamente normale. Ora io capisco che siamo tutti più o meno divorziati e che nessuno può scagliare la pietra, ma che ci si riconosca nel “sessismo da sfondamento” della sinistra mi fa veramente impressione.

Altrettanto c’è da notare in Fratelli d’Italia. Eravamo pronti a portarli al Governo se Giorgia Meloni avesse fatto il gesto di spostarsi al centro, perdonandole errori e spavalderie. Ma ha voluto fare tutto in casa, proponendo come futuro sindaco di Roma un tribuno per cui la maggior parte ha detto “chi?”. Una scelta che tale è rimasta, un candidato mezzo sconosciuto, mentre anche ieri sera a “Piazza pulita su La 7 è emerso un mondo fatto di cellule simpatizzanti del neofascismo, nazismi allegorici, sbandati estremisti di ogni risma, baroni neri e nostalgici del saluto romano, incorniciati per tre anni nella video-inchiesta di Fanpage, sui quali ora indaga la magistratura. Possibile che Giorgia Meloni non ne sapesse nulla? Strano, perché Claudio Durigon, sottosegretario della Lega, per aver solo detto qualcosa di storico, e cioè che l’Agro Pontino appartiene a un periodo che va letto nel suo chiaro e nel suo scuro, proponendo di intitolare un parchetto di Latina al fratello di Mussolini, è stato cacciato su due piedi. Se così è stato per Durigon, chi sono tutti questi oscuri neri? Sbaglierò, però mi viene in mente che “il mondo” denunciato da Fanpage possa aver a che fare con quella “terra di sotto” della “terra di mezzo” di cui hanno parlato “camerati” come Massimo Carminati per spiegare ai magistrati giri strani e finanziamenti illeciti dell’inarrivabile “mondo di sopra”.

Qualcuno ha detto: “Se vince Michetti torna il mondo di Alemanno”. E Gianni Alemanno, già scivolato dentro Mafia Capitale ma assolto dalle infamanti accuse di associazione mafiosa, ha reagito duro e infastidito. Sta di fatto però che a qualcuno “quel mondo nostalgico” con voglia di rompere gli schemi, appartenga. La sinistra, incalzando che chi ha preso più voti è Rachele Mussolini, la sorella di Alessandra, chiede l’abiura e la denuncia dei sospettabili.

Io, umilmente, vado dicendo che non a caso Giorgio Almirante e poi Gianfranco Fini lavorarono per la catarsi radicale dell’appartenenza dal Dopoguerra, ma non sono piaciuti più e a loro volta tralasciati e accusati. Ora ci troviamo con una sinistra post-terrorista, marxista, sessista e che scende pure dai Balcani, che conduce i giochi. L’ho segnalato anche a tanti uomini di chiesa che a forza di mettere dentro sacerdoti “comunisti” di ogni dove si ritrovano una chiesa che rischia di perdere la retta via. Difatti Papa Francesco, vergognandosi pubblicamente, ha esortato a selezionare il personale severamente. “Pochi e buoni”, ha chiesto. Ma la partita è questa. Ateismo e sessismo ovunque, il resto sono tutti omofobi e fascisti.

Guardavo giorni fa quell’enorme cartellone dieci metri per otto che campeggia a Roma davanti al cinema Adriano, in piazza Cavour, dove c’è il palazzo della Cassazione, in cui sta scritto a caratteri cubitali: “La scuola cattolica”. È il titolo di un libro, pur premiato, da cui è stato tratto il film in uscita che colloca il massacro del Circeo dentro la cultura cattolica e in specie di una scuola romana del quartiere Trieste frequentato dalla destra. Ebbene, perfino Angelo Izzo si è ribellato annunciando azioni legali contro la produzione cinematografica per l’ingiusto accostamento e spiegando al presidente della Commissione Antimafia perché “la scuola cattolica”, il suo liceo e la Chiesa italiana non c’entrino con l’orrore del Circeo: “E’ solo pornografia con cui la sinistra ancora inquina i fatti e la verità”, ha urlato “il mostro”. Pure un mostro contro la Bestia e la sinistra. E noi? Che valori abbiamo, chi siamo, che centrodestra vogliamo? Possiamo “non dirci che cristiani” e risolvere la crisi, oppure siamo tutti marxisti, daci e comunisti per festini e droga?

Aggiornato il 08 ottobre 2021 alle ore 11:30