Nessuno è perfetto, neanche la sinistra

Il primo a teorizzare le dittature del Novecento fu Lenin, che ne realizzò una prima di essere santificato, mummificato ed esposto in un sacrario nella Piazza Rossa. Anche le sinistre italiane hanno scheletri e mummie nell’armadio, come Fratelli d’Italia, ma a differenza di Giorgia Meloni & Co. controllano o gestiscono gran parte della comunicazione nazionale e quindi, pur essendo ancora ancorati a una strada storicamente nefasta, sono liberi di presentarsi come iper-democratici, il che non è esattamente democratico. In questo modo possono essere i soli a demonizzare gli avversari e a dare patenti di cani e maiali ai propri nemici, cioè a tutti coloro che non sono allineati, da Matteo Salvini a Trozsky, da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi. Anche a destra e dalle parti de Il Fatto demonizzano ma – al contrario del mite Enrico Letta e del pallido Roberto Speranza – non riescono a distruggere le persone esposte al pubblico ludibrio, quasi sempre per motivi politici. È un problema inavvertito, quello della mancata democrazia delle sinistre, che hanno rinnegato soltanto a parole e in parte una matrice politica farisaica, oltre che violenta e macellaia, tanto che la Germania sovietizzata si chiamava Repubblica Democratica, e in questa si votava come nella Germania occidentale, solo che il voto era fasullo, le maggioranze erano “bulgare”, e i lager nazifascisti erano stati sostituiti dai Gulag.

In Italia si recava onore a Stalin, così come in seguito si esaltarono tutti per Castro, Mao, Arafat, Chavez e compagnia bella. Così la stampa allineata e i partiti dei “senza peccato” possono fare esplodere il caso Luca Morisi e usare l’oppio dei popoli per far dimenticare i Castro e i Che Guevara che fucilavano i gay, il Mao che andava a letto con gruppi di Olgettine, senza per questo essere malmenato con 50 articoli al giorno su Repubblica o Corsera. Quanti appalti pubblici la sinistra conduce in maniera legalissima, epperò confezionati ad hoc per i propri amici? E quanti “amici” sono stati assunti nelle Pubbliche amministrazioni con bandi mirati ad personam? Certo, dall’altra parte sono più rozzi, si fanno cogliere con le mani in fallo, ma forse sono meno farisei.

È vero: il popolo italiano ha un retaggio genetico fascista, che è bene tenere sempre a freno. Ma solo il liberalismo può dare patenti di democrazia, proprio perché non le dà e non si predica come movimento santo a prescindere. Non a caso, viene inoculato alle masse il virus che un liberale è un “nemico del popolo”, mentre invece è l’esatto contrario.

Il Grande Fratello Pd

1984”, romanzo di George Orwell, descrive perfettamente la società socialista e nazionalsocialista: in una delle tre entità sovranazionali che controllano il pianeta il ministero della Pace serve a gestire al meglio la guerra (attraverso la comunicazione, i nuovi media dotati di schermo, la neolingua). Il ministero della Verità presiede alla propaganda e al revisionismo storico. Il romanzo è stato scritto a partire dal 1948, quando Orwell aveva scoperto gli orrori della guerra civile spagnola, alla quale aveva partecipato nei ranghi dei combattenti del Poum (Partito di ispirazione trozskista, antistalinista). Il Grande Fratello del Partito Democratico scrive cose esatte sui muri dei mass-media. Non usa il subliminale “obbedisci!” come nel geniale film “Essi vivono” di John Carpenter (1988). La sindaca del mio Comune ha fatto apporre sulla nuova palazzina degli Uffici tecnici due scritte tratte dagli articoli 2 e 3 della Costituzione. È un Comune di 16.000 residenti con tre addetti stampa, circa 500 dipendenti (cito a memoria) e una serie lunghissima di palazzi e sedi in cui esercita il suo buon potere. E chi mai può contestare l’apposizione di frasi della Costituzione? Nessuno. Appunto. Però io contesto come lo fece Henry David Thoreau nel saggio “La Disobbedienza civile”, quando scrisse: “Il cittadino deve per forza affidare la propria coscienza alle mani del legislatore? E allora perché ha una coscienza sua?”. Thoreau aggiungeva “il miglior Governo è quello che governa meno” oppure: “A differenza degli anarchici, io non chiedo l’immediata abolizione del Governo, bensì richiedo immediatamente un governo migliore”.

Passando da Thoreau al “laico” Gesù Cristo (tale era, nonostante la successiva mistificazione compiuta dai religiosi), le leggi giuste non vanno scritte sui muri dal potere ma devono essere inscritte “nel cuore” dalle persone stesse (il cuore per gli ebrei era la sede della coscienza, della mente). Chi fa cose buone, aggiungeva poi Gesù, è bene che lo faccia di nascosto, senza fanfare, senza secondi fini. Per questi motivi contesto l’uso cattivo di parole buone nel mio Comune: perché mi ricorda (certo a torto: e avere torto nel Paese dei Giusti è la mia sola ragione) il Grande Fratello di Orwell, se non le scritte con le frasi di Benito Mussolini sui muri delle città italiane. “Tireremo dritto”, scrivevano, mentre le città andavano in frantumi.

Il Pd è diverso, è un “Fratello” che ti insegna ciò che è bene e ciò che è male, quasi un nuovo Cristo (la dea Ragione dei giacobini e le mummie di Lenin e Stalin sono i segni di questi errori). Oltre all’oscena violenza squadrista contro la sede della Cgil, c’è una coercizione continua veicolata dalla sinistra per mezzo dei mass-media con messaggi espliciti o invisibili. Io sostengo che entrambi questi atteggiamenti sono profondamente errati e non democratici. Ricordo che l’imposizione del “Bene” fatta da chi si erge a Cavaliere di Malta è comunque una forma di coercizione, per giunta occulta. Quanto ai partiti non allineati col mainstream della sinistra, non hanno capito alcune questioni fondamentali, a partire dal fatto che il Pd, intelligentemente, non lavora per la conquista del potere, ma per la conquista dell’egemonia. La differenza è fondamentale: è l’egemonia a permettere alla sinistra erede del socialismo reale di prendere il potere senza averlo formalmente in mano, senza cioè avere un premier al quale additare ogni colpa. L’egemonia è potere diffuso, inavvertito. È ciò che succede nelle periferie delle nazioni, nei piccoli Enti locali. È ciò che ha permesso al Pd di uscire indenne dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, e gestire comunque le leve fondamentali in Italia ed Europa, alla faccia del Governo formale affidato a Matteo Renzi oppure ad Angela Merkel, a Silvio Berlusconi oppure Nicolas Sarkozy. Avere l’egemonia significa riuscire a essere “partito di lotta e di governo”, senza fare la fine dei Cinque Stelle.

Inoltre il tutto è oliato, fertilizzato, lievitato dal controllo della stampa, di parte della magistratura e delle grandi aziende assorbite nel sistema egemonico di cui sopra. A ciò si aggiunga anche la gestione quasi completa della cultura e dello spettacolo. Là dove c’è egemonia della sinistra il sistema è bloccato, non è pluralista, e alle culture alternative vengono a mancare i microfoni e – quindi – anche il concime necessario a produrre frutti e idee nuovi e utili a tutti. Sostengo la necessità di ripensare il nostro sistema politico e mediatico, se vogliamo perdere le nostre catene mentali ed evitare il ritorno agli anni bui che non sono solo quelli del Ventennio ma anche quelli degli anni ’70. C’è un’Italia che non merita questo stillicidio. Il non-voto e le forme di violenza o coercizione occulta sopra descritte esprimono la necessità di voltare pagina.

Aggiornato il 13 ottobre 2021 alle ore 11:38