Anche la sinistra arcobaleno rinuncia alle donne

Bisogna ammettere che la sinistra, in particolare il Partito Democratico, alle ultime elezioni comunali se l’è cavata abbastanza bene. Sarà l’aria istituzionale di Governo, sarà la sicurezza che il partito offre ai suoi elettori, sarà l’assenza di alternative valide a sinistra, in ogni modo il Partito Democratico mantiene la sua importanza strategica a livello nazionale. Quello che viene da chiedersi però è: perché questa carenza di donne ai ballottaggi se il partito più green e più arcobaleno di tutti è andato bene?

C’è evidentemente qualcosa che non va nel panorama politico sul tema del riconoscimento alle donne del loro ruolo istituzionale, però almeno da chi professa un certo attaccamento a determinate tematiche ci si aspettava una posizione diversa. Le città dei prossimi anni saranno orfane di due donne, a Roma e a Torino, e invece di fare un passo in avanti se ne sono fatti tre indietro sulla questione. Certo, l’esperienza avuta con le donne al potere in queste due città non è stata forse delle migliori, però bocciare metà della popolazione per paura che dietro l’angolo si nasconda una Virginia Raggi 2 è alquanto assurdo. L’unico partito che negli ultimi anni ha avuto il coraggio di schierare, veramente, delle donne alla guida di città importanti è stato proprio il Movimento Cinque Stelle che, per quanto possa essere criticato su più fronti, almeno su questo tema ha dimostrato una sensibilità maggiore rispetto agli altri partiti.

La domanda che dobbiamo farci è: perché nel 2021 le donne fanno ancora fatica a raggiungere posizioni di rilievo in politica? Lo vediamo in tutti i Paesi, avanzati e non. Dagli Usa alla Francia passando per l’Italia, senza nominare nemmeno gli Stati arretrati. Nello Stivale si parla di un possibile presidente della Repubblica donna ed è chiaro che se avverrà sarà solamente uno spot pubblicitario, per dimostrare al mondo che l’Italia è un avanti rispetto agli altri su tali tematiche. Si spera poi che gli altri Paesi non vadano a informarsi sulla percentuale di donne al timone delle nostre città più importanti. Quello che viene da chiedersi è: sono i partiti a non dare opportunità alle donne, chissà per quali gerarchie interne, oppure sono gli italiani che non voterebbero un sindaco donna? Le elezioni di Virginia Raggi e Chiara Appendino farebbero pensare il contrario. Le donne possono vincere, e addirittura, stravincere.

Aggiornato il 13 ottobre 2021 alle ore 11:38