In questo momento storico nessuna massima latina risulterebbe più calzante di quella esposta nel titolo di questo articolo, per evidenziare la gravità di quanto stiamo subendo. Infatti, più passano i mesi, più passa il tempo e maggiormente emerge la falsa narrazione dei fatti e dei sedicenti pericoli che hanno giustificato l’aberrante clima di terrore e i provvedimenti sanitari e governativi conseguenti, dovuti alla diffusione del Covid-19. Prima della totale chiusura, a causa del Covid-19, il Governo Conte si prestava a ridimensionare il pericolo del virus in questione, insieme allo stesso dottor Matteo Bassetti, che inizialmente attribuiva i decessi a patologie pregresse, che il Covid-19 aveva fatto degenerare ulteriormente.

Poi si era passati ad una narrazione antitetica, il Covid-19 era diventato una sorta di peste e gli stessi morti sopra citati erano diventati inconfutabilmente ed esclusivamente vittime del virus. Di conseguenza, il Governo Conte si prestava a decretare un blocco totale delle attività, istituendo una quarantena generale, limitando principi costituzionali come la libertà di circolazione e la libertà economica con atti ministeriali e quindi costituzionalmente illegittimi, con l’incomprensibile avallo del principale Organo costituzionale garante della Carta costituzionale, la presidenza della Repubblica italiana.

Non contento della reiterata violazione della Costituzione, il Governo Conte, con il suo “illuminato” ministro della salute, l’aschenazita Roberto Speranza, vietava agli operatori sanitari di effettuare le autopsie, scelta che di fatto impedì di comprendere fin da subito quali cure immediate fossero opportune da attuare per coloro che si infettavano. Così, mentre i media si prestavano a mostrare, con quel loro tipico sadismo informativo dei dettagli più orripilanti, filmati di camion carichi di salme che sfilavano (poi si è perfino scoperto che alcuni di questi video non riguardavano neanche i deceduti per il Covid-19), con il loro giornaliero computo da bollettino di guerra, unicamente grazie al dottor Andrea Gianatti (direttore del Dipartimento di medicina di laboratorio e dell’unità di anatomia patologica dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo), il quale a suo rischio disobbedì al suddetto divieto ministeriale, si scoprì (proprio attraverso le autopsie) come agiva il morbo all’interno dell’organismo, capendo così quali cure da applicare erano efficaci, contribuendo in tal modo a salvare migliaia di vite.

Non solo il ministro Speranza, in solido con il Governo Conte, di cui faceva parte, dal punto di vista giudiziario non ha risposto di alcuna responsabilità per tale condotta di divieto, ma non ha pagato neanche politicamente, tant’è che ancora oggi è stato confermato ministro della salute dall’attuale Governo Draghi. Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sembrerebbe occuparsi di tutto tranne che delle sue funzioni costituzionali, sia come capo del Consiglio superiore della magistratura, con la sua completa indifferenza nell’intervenire con decisione riguardo ai casi di grave corruzione all’interno del Csm e sia come garante della Costituzione, si è limitato solamente a svolgere la “passerella” istituzionale per insignire del titolo di Cavaliere della Repubblica i medici che si sono contraddistinti nella lotta contro il Covid-19.

Dopodiché è subentrato il Governo Draghi, che oltre a riconfermare Speranza, reiterava la politica di terrore e le precedenti politiche aberranti del Governo Conte, prima imponendo un’altra semi quarantena, che danneggiava ulteriormente il già precario sistema produttivo ed economico italiano, in particolare della piccola e media impresa e del vasto e variegato popolo delle “partite Iva”, ma soprattutto confermava il modus operandi di ignorare completamente i dettami costituzionali e i suoi principi inalienabili, con lo sconcertante mutismo di Mattarella, che invece di garantirne il rispetto si prodigava a dichiarare che la somministrazione dei farmaci sperimentali anti Covid-19 rappresentava “un atto d’amore”, ripetendo, durante un evento ufficiale, l’affermazione del Pontefice Bergoglio, ossia dimostrando di avere poca sensibilità istituzionale verso il suo ruolo di Capo di Stato di una nazione laica e scevra da ogni ingerenza religiosa, nonché scevra dall’ingerenza di qualsiasi altro capo di Stato straniero, come è garantito dalla nostra stessa Carta costituzionale.

Il decantato “salvatore della Patria” Mario Draghi, che l’emerito presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga definì come colui che quando era direttore generale del tesoro fu responsabile della svendita del patrimonio dello Stato italiano, definendolo più precisamente “un vile affarista, liquidatore dell’industria italiana” e quando poi divenne Governatore della Banca d’Italia autorizzò Mps ad acquisire la Banca Antonveneta con i suoi derivati tossici, che oltre a depauperare molti risparmiatori portò quasi al fallimento dello stesso Mps, che è riuscito a far governare la “dura e pura” Lega insieme agli eredi del Partito Comunista italiano, ossia il Partito Democratico, decide di istituire la più repressiva, incostituzionale e violenta limitazione della principale libertà di un sistema democratico e liberale, ossia la libertà di lavorare, con l’illegittimo Green pass.

Draghi, siccome non poteva rendere obbligatoria la somministrazione di questi farmaci ancora sperimentali (almeno fino al 2023 afferma l’Ema e quindi l’Aifa), perché ciò avrebbe postulato per lo Stato una responsabilità civile e penale per gli eventuali effetti collaterali immediati e a medio e lungo termine (ancora sconosciuti), escogitava surrettiziamente, nel modo più pusillanime e violento, l’imposizione della suddetta somministrazione farmacologica, ossia il divieto di lavorare senza il certificato del Green pass, che si può ottenere o inoculandosi farmaci ancora sperimentali o effettuando tamponi, ma ancora troppo costosi e sempre più difficili da trovare e con lunghe attese per poterli effettuare.

Dopo questa inquietante cronostoria, arriviamo alle ultime notizie e agli ultimi dati scientifici emergenti, infatti, secondo il nuovo rapporto aggiornato dell’Istituto superiore della Sanità (Iss) riguardo alla mortalità per il Covid-19, il virus avrebbe causato un numero di morti assai inferiore a quello causato da una comune influenza. Solo il 2,9 per cento dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe determinato dal Covid-19, perciò dei 130.468 decessi computati dalle statistiche ufficiali solamente 3.783 sarebbero morti a causa del virus. Infatti, dal citato report emerge che il resto dei deceduti soffrivano di diverse patologie, che secondo lo stesso Iss lasciavano loro pochi margini di vita.

In particolare, il 67,7 per cento avrebbe patito più di tre malattie contemporaneamente, mentre il 18 per cento ne avrebbe sofferto contemporaneamente due. Dopo questa elencazione statistica, se si evince che non è stato il Covid-19 a causare una percentuale alta di decessi, con quale criterio scientifico, i Governo Conte e ora il Governo Draghi, con il loro ministro Speranza e “l’onnisciente” Comitato tecnico scientifico, hanno imposto tutte queste restrizioni (peraltro incostituzionali nel merito e nel modo con cui sono state legiferate)!? La risposta risiede nella natura delle vere motivazioni che hanno determinato tutto ciò, che non è scientifica ma è politica. Infatti, rimane indelebile il ricordo di quando all’inizio della diffusione del virus l’Iss e la Protezione civile, durante le loro quotidiane conferenze stampa, minimizzavano sulle cause dei decessi, attribuendole ad altre patologie pregresse e non al Covid-19, per poi sostenere la tesi completamente opposta, per incentivare la campagna vaccinale.

Quindi è iniziata la sistematica e martellante campagna mediatica del terrore, secondo la quale i farmaci anti Covid-19 erano l’unico strumento per salvare l’umanità, al punto che lo stesso Draghi affermava, durante una sua conferenza stampa, il falso, ossia che chi si vaccina non contagia e non si contagia e chi non si vaccina è condannato a morire, una tesi smentita ripetutamente dal suo stesso Cts e anche dal suo ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, durante la sua partecipazione a una puntata del programma televisivo “Porta a Porta”, lasciando incredulo e sbigottito il suo stesso presentatore, Bruno Vespa, che non riuscì a trattenersi dal proferire l’osservazione “allora è una presa in giro”.

Inoltre, a peggiorare la situazione in cui si trovano i responsabili di questa deriva terroristica, di cui prima o poi dovranno rispondere, è intervenuto il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, il quale ha recentemente affermato che “i livelli di malattia dopo la vaccinazione non hanno precedenti e il personale si ammala gravemente e alcuni presentano sintomi neurologici che stanno avendo un enorme impatto sulla funzione del servizio sanitario. La vaccinazione obbligatoria in questo caso è senza senso, immorale e irresponsabile quando si tratta di proteggere i nostri lavoratori e la salute pubblica (…). Questi prodotti vaccinali non forniscono immunità, né prevengono la trasmissione. In tal caso perché lo stiamo facendo? Non ci sono dati di sicurezza longitudinali (solo pochi mesi di dati di studio nelle migliori delle ipotesi) e questi prodotti sono approvati solo per uso emergenziale. La coercizione e l’obbligo di cure mediche sui nostri dipendenti, sui membri del pubblico, specialmente quando i trattamenti sono ancora in fase sperimentale, sono saldamente nel regno di una distopia nazista-totalitaria e ben oltre i nostri valori etici (…)”.

Dopo questa dettagliata analisi dei fatti, voglio porre proprio a voi lettori delle domande che mi sorgono spontaneamente, non pensate che sia sempre più palese la responsabilità di tutto un sistema, ossia del mainstream, delle Istituzioni e in particolare di Conte e di Draghi e dei loro rispettivi Governi con il ministro Speranza!?

Non pensate che la loro responsabilità possa essere suscettibile di imputazione del reato configurato nel dispositivo dell’articolo 658 del Codice penale: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso Enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516”!? Il suscitato allarme configurato nel citato dispositivo è l’elemento costitutivo del reato, inteso come evento di pericolo. Perché sussista l’esistenza di questo reato è sufficiente che l’annuncio di disastri o pericoli (come appunto può essere quella di dichiarata pandemia) inesistenti sia idoneo a suscitare allarme ingiustificato e quindi a configurare la responsabilità per la commissione di un illecito.

Inoltre, non pensate che sia illegittimo l’atto commesso dal Governo Draghi con l’imposizione della somministrazione di farmaci ancora sperimentali e quindi non pensate che abbia violato di conseguenza l’ultimo comma dell’articolo 32 della Costituzione, secondo il quale “la Legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”!? Infatti, il suddetto articolo costituzionale presuppone che nessuno possa imporre o indurre alcuno a ricevere un trattamento sanitario obbligatorio qualora esso non sia effettivamente proficuo per la tutela della salute della collettività e siccome questi farmaci sono ancora sotto sperimentazione o più precisamente come afferma il sito dell’Aifa, ancora sotto sorveglianza, non danno alcuna certezza scientifica che possono tutelare la salute della collettività, anzi rappresentano un pericolo per gli effetti collaterali che questi stessi farmaci possono generare nel medio e lungo termine, dal momento che quelli immediati, in diversi casi, sono già emersi (nonostante i tentativi di dissimulazione del mainstream). La salute individuale e collettiva non può essere compromessa da interessi politici o farmaceutici, come invece dai suddetti dati statistici e scientifici riportati emergerebbe.

Lo Stato di diritto e la Costituzione che ne rappresenta la fonte principale e quindi le sue fondamenta, non possono essere violati. Come è possibile che il presidente della Repubblica, Mattarella, non sia mai intervenuto al riguardo!? Una società italiana in cui ancora si utilizza lo spauracchio anacronistico e inesistente del “pericolo fascista” per delegittimare l’avversario politico, farebbe bene a prendere atto della vera dittatura che in modo subliminale e sedicente “democratico” si sta ramificando e sviluppando. Una società senza Stato di diritto, in cui la violazione della riserva di legge, che è alla base della garanzia del suo sistema democratico e liberale, è divenuta consuetudinaria, non può non reagire e allo stesso tempo non può non agire per respingere e contrastare questa deriva totalitaria, altrimenti essa stessa verrebbe meno.

Ubi societas, ibi ius

Aggiornato il 25 ottobre 2021 alle ore 11:29