L’eclissi è finita

La scomparsa o l’irrilevanza dei riferimenti alla politica di “destra” e di “sinistra” è ormai un luogo comune ma è decisamente superficiale. Lo stesso termine “ideologia” viene usato come se portasse con sé qualcosa di negativo e arretrato dimenticando che la sua radice, l’idea, costituisce un dato di fatto determinato dalle nostre inclinazioni o preferenze in ambito sociale, etico o, appunto, politico. Sostenere che l’abbandono delle ideologie sarebbe auspicabile significa sostenere che le idee non sono necessarie. È per questo che, al loro posto, viene sempre più lodato un non meglio precisato “pragmatismo”, cioè un atteggiamento ideologicamente neutrale – variamente associabile alla politica detta di “centro” – che, in realtà, genera solamente una politica del giorno per giorno senza alcuna idea, appunto, sul futuro e sulla stessa natura umana.

Indubbiamente le idee politiche del secolo scorso, fondate a loro volta su quelle del secolo precedente, non sono certo dettagliatamente adeguate alle società contemporanee, ma le loro radici, ossia le concezioni di fondo della natura umana, dei diritti e dei doveri, sono letteralmente intramontabili e sono perennemente pronte a rivivere nella loro pienezza non appena spunti qualche crisi sociale o economica. È ovvio che, in una fase di espansione economica e di crescente benessere, le motivazioni ideali si eclissano ma solo uno sprovveduto può pensare che, quindi, si possa procedere senza occuparsi di opzioni di destra o di sinistra. Fra l’altro, le fasi economiche non avvengono per caso bensì sono esse stesse il risultato di precise scelte ideali e delle politiche che ne sono derivate. Per esempio, nei Paesi occidentali, ma non solo, il benessere collettivo è sempre stato l’effetto di politiche liberali, magari rese socialmente più accettabili da Governi socialdemocratici e dalle richieste sindacali, e non certo il risultato di politiche socialiste o apertamente comuniste. Una maggiore consapevolezza in fatto di idee politiche dovrebbe, dunque, stare a cuore a chiunque perché, quando le cose si mettono male, è alle idee e ai programmi di destra o di sinistra che occorre guardare con attenzione.

Questo lungo preambolo è utile per inquadrare due piccoli, ma non troppo, spunti di cronaca da valutare con qualche preoccupazione. Il primo, il più commentato, è sicuramente dato dalla proposta, poi ritirata, di ricorrere ad un nuovo ‘contributo di solidarietà’, cioè un nuovo prelievo fiscale, che si sarebbe voluto imporre ai redditi delle persone fisiche superiori ai 75mila euro. Si sarebbe trattato del terzo prelievo nel giro di pochi anni. Una forma sgradevole di solidarietà obbligata che, se non sbaglio, è persino stata dichiarata parzialmente incostituzionale, ed è stata proposta, va da sé, da due partiti di sinistra, cioè il Pd e Leu, nonché bloccato dai partiti di destra. Anche questa volta il nuovo prelievo è stato definito “simbolico”. Già, ma simbolico di che? Tre interventi simbolici di questo tenore cominciano a potersi definire come misura para-socialista di livellamento diretto dei redditi, ossia una politica illiberale che stupisce, ma non troppo, abbia trovato l’adesione se non l’iniziativa di Mario Draghi.

Il secondo spunto, meno eclatante e per nulla commentato ma, a mio parere, assai significativo, è una fugace battuta di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, nel corso di un talk show il cui tema centrale era la crisi che sopraggiungerà quando l’industria delle automobili si convertirà con decisione alla modalità elettrica. Poiché la produzione di vetture elettriche assorbirà meno lavoro, minacciando così il tasso di occupazione, Fratoianni ha esultato dichiarando che, allora, si potrà finalmente lavorare secondo orari ridotti. Lascio al lettore, quando avrà finito di ridere, ogni commento di ordine economico. Mi limito ad osservare che questo è l’attuale livello di competenza della nostra sinistra. Come fossimo agli inizi del XIX secolo quando le ideologie erano in pieno sviluppo mentre oggi non esisterebbero più.

Aggiornato il 06 dicembre 2021 alle ore 12:08