Quirinale, Donzelli (Fdi): “Elezioni anche con Draghi a Palazzo Chigi”

Giovanni Donzelli invoca le elezioni anticipate. Anche nel caso in cui Mario Draghi restasse a Palazzo Chigi. “Anche se Draghi non dovesse andare al Quirinale – sostiene il deputato meloniano – per Fratelli d’Italia l’unica strada percorribile sarebbe quella delle elezioni perché il presidente del Consiglio ha ricevuto un mandato da Sergio Mattarella e se finisce il mandato di Mattarella finisce anche quello di Draghi”. Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, ospite della trasmissione Coffee Break, su La7, “è urgente avere un governo con una maggioranza solida come giornalmente si dimostra non essere quella attuale. Per utilizzare bene le risorse del Pnrr, fare le riforme e gestire questa difficile fase serve un governo con un orizzonte lungo e una maggioranza coesa, non questi confusionari che litigano su tutto. Diamo la parola ai cittadini e lasciamo decidere loro da chi vogliono essere governati”.

Intanto, Matteo Renzi, intervistato dalla Stampa, parla del progetto di dar vita a un polo di centro: “Alle elezioni questo polo riformista dovrà trovare rappresentanza. Il popolo del buon senso deve farsi polo politico. Non è facile, io darò una mano in spirito di squadra e di servizio”. Una partita separata da quella del Quirinale, secondo il leader di Italia viva: “Sul Colle io sono per dialogare da Meloni e Salvini, fino ai grillini dissidenti: l’arbitro si sceglie insieme”.

Alla domanda se non farà un patto con Lega, FdI e Berlusconi, senza Pd, 5s e Leu, su un candidato per il Quirinale, Renzi risponde: “A questo fantascenario non crede nessuno. Serve solo agli spin doctor del Pd”, “ma il problema lo risolviamo alla radice: se imbarcano i grillini ce ne andiamo noi”. Sulla mancata candidatura di Giuseppe Conte alla suppletive di Roma, commenta: “Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi”, “vive di like, ma teme il voto”. A suo avviso “il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del Polo riformista come abbiamo fatto nel 2014 ottenendo il 41 per cento. Oggi mi pare che si stiano accontentando della metà di quei voti. E che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo”. Secondo il leader di Iv, “le urne sono il desiderio di Letta Meloni, Conte e Salvini, non di Draghi”, “io dico che, Draghi o non Draghi, se i leader dei partiti vogliono le elezioni – e le vogliono anche se non lo dicono – il rischio voto nel 2022 c’è. Anche perché al 2023 Conte non arriva, Letta deve fare un congresso, Meloni perde voti rispetto ai sondaggi. Staremo a vedere, noi siamo pronti comunque”.

Frattanto, secondo Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, la vigilia dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica è diversa dalle altre: “C’è un eccesso di enfasi che mi preoccupa. Distoglie dalle cose più importanti di cui occorrerebbe occuparsi – afferma intervistato da Repubblica – come la scuola. Le pensioni. La sanità. Il lavoro. E invece tutto ruota attorno al Quirinale”. “La nostra classe dirigente è sempre stata così: attenta agli schieramenti, ai battibecchi, ai ragionamenti, non ai programmi. Un tempo i partiti esprimevano anche grandi politiche. La scuola media unica, la nazionalizzazione dell’energia, la Cassa per il Mezzogiorno, o il servizio sanitario, che ci ha salvato dalla pandemia, sono nati così”, afferma. Come spiega l’enfasi di queste settimane?

“Con l’obiettiva difficoltà del sistema politico – risponde – quattro partiti hanno un consenso tra il 15 e il 20 per cento, e poi ce ne sono sei tra il 2 e l’8. La frammentazione è aggravata dal fatto che ciascuno è diviso al suo interno e quasi tutti stanno insieme in una maggioranza che, come ha ricordato il presidente Mattarella, non corrisponde ad alcuna formula politica”. Quindi il parlare del candidato “è il segnale di un vuoto, sui programmi, sugli indirizzi”. Alla domanda se sia favorevole a una donna al Colle, ribatte: “Molto, sarebbe ora”. Alla domanda se sia convincente la legge che vuol abolire il semestre bianco e imporre il divieto alla rielezione, replica: “È giusta nel merito”.

Aggiornato il 07 dicembre 2021 alle ore 13:10