Suppletive a Roma, corsa a tre nel Pd

Il “no” di Giuseppe Conte alle Suppletive di Roma alimenta i sospetti nel centrosinistra. I nomi che si fanno per il seggio lasciato da Roberto Gualtieri sono di due donne e un uomo: Annamaria Furlan, Cecilia d’Elia ed Enrico Gasbarra. Tutti democratici. La corsa a tre per la candidatura al seggio di Roma 1, registra, in pole position, l’ex segretaria della Cisl, voluta da Enrico Letta fra i sei dell’osservatorio indipendente delle Agorà. La Furlan avrebbe il vantaggio di allargare la base del consenso al di là dell’elettorato del Pd. E, soprattutto, rappresenta un modo per dare più spazio alle democratiche negli incarichi di vertice.

Per le stesse ragioni, il leader dem vedrebbe con favore la candidatura di Cecilia d’Elia, portavoce della Conferenza delle donne democratiche e responsabile politiche per la parità della segreteria. D’altro canto, i dirigenti romani del partito puntano su Enrico Gasbarra. Sul possibile candidato cresciuto politicamente nella Democrazia cristiana, potrebbero convergere anche Italia viva e Azione. “Se il Pd proponesse una candidatura davvero riformista e radicata sul territorio, si è parlato nei giorni scorsi di Enrico Gasbarra che in quel collegio ha vinto tutte le elezioni locali in cui si è presentato, come si farebbe a non sostenerla?”, chiede infatti il renziano Michele Anzaldi.

In una nota congiunta, le presidenti e i presidenti dei municipi I, II, XIV, e XV di Roma Capitale, Lorenza Bonaccorsi, Francesca Del Bello, Marco Della Porta e Daniele Torquati, insistono sul profilo di Gasbarra: “È evidente che solo una candidatura condivisa, molto conosciuta e riconoscibile sul territorio, che abbia avuto esperienze amministrative di primo piano nella nostra città, possa rappresentare degnamente i cittadini del collegio, anche in vista delle importanti scelte che dovranno riguardare la città di Roma”.

Intanto, il “no” di Conte spacca i pentastellati. Secondo il vicepresidente del M5s Michele Gubitosa, intervistato da Repubblica, la scelta dell’ex premier “è estremamente coerente”. “Ha sempre detto che in questo momento si sarebbe dedicato anima e corpo in alla rifondazione del Movimento. C’è chi pensa ai tripli incarichi, non è il caso di Conte. Il suo impegno e le sorprese le si vedranno alle prossime Politiche, lo dico a chi lo attacca in maniera scomposta”, afferma. Alla domanda se sulla scelta di Conte abbia influito l’annuncio di Carlo Calenda di volersi candidare in contrapposizione, Gubitosa ribatte: “No guardi, cuor di leone Calenda ha avanzato la sua candidatura solo quando ha capito che Conte non si sarebbe candidato. Tra gli addetti ai lavori, come lei ben sa, già si sapeva che avrebbe declinato l’invito, quella di Calenda è stata tutta scena”. Quanto al ‘campo largo’ evocato da Enrico Letta chiosa: “Prendiamo atto che con Renzi e Calenda non si possa portare avanti nessun progetto serio”.

Vincenzo Spadafora, deputato 5 stelle e ex ministro dello Sport, è di parere opposto. “La candidatura di Conte alla Camera sarebbe stata una grande opportunità, sarei stato tra i primi a sostenerlo”. Intervistato dalla Stampa, al giornalista che gli chiede se rinunciare alle Suppletive di Roma sia stata un’occasione persa, risponde: “Soprattutto per Conte. Entrare alla Camera e far parte del gruppo, così come ha fatto Enrico Letta, sarebbe stato un gesto di attenzione importante nei confronti dei parlamentari”.

Aggiornato il 08 dicembre 2021 alle ore 13:12