SettimoPiano. Il cappotto del Pd sulla Rai

sabato 18 dicembre 2021


In Rai continua l’occupazione senza sosta della sinistra. Dopo il pieno delle nomine della Corporate e l’egemonia nelle testate giornalistiche, è la volta delle Direzioni di Genere, le strutture previste dal Piano industriale e che avranno l’intero controllo del prodotto editoriale della Rai. Su nove Direzioni, otto sono state affidate a figure del Partito Democratico o comunque di sinistra; vediamo il dettaglio.

Nella Direzione Prime Time è stato nominato Stefano Coletta, già direttore di Rai Uno da sempre collocato in area Pd. Il Day Time è stato affidato ad Antonio Di Bella, ottimo e apprezzato giornalista di ritorno da New York, anche lui espressione della sinistra. Alla Fiction è riconfermata Maria Pia Ammirati, voluta da Dario Franceschini in sostituzione di Eleonora Andreatta. L’area Franceschini/Pd appalta anche Rai Cultura con la conferma di Silvia Calandrelli. Alla Direzione Serie Tv Francesco Di Pace, quota Pd, che compie un doppio salto di carriera da semplice capostruttura di Rai Tre a direttore. Alla Direzione Approfondimenti già nominato Mario Orfeo da sempre vicino all’area Pd/renziana A Rai Kids, confermato Luca Milano e a Rai Digital Elena Caparelli, entrambi di area Pd.

Da SettimoPiano fanno notare che sei direttori nominati su otto (Di Bella, Orfeo, Coletta, Calandrelli, Capparelli e Di Pace) hanno diretto in passato o ricoperto ruoli importanti al Tg Tre o a Rai Tre; vale a dire nella testata e nella rete da sempre fucina dell’egemonia della sinistra in Rai. L’unica Direzione che apparentemente sembra spezzare il monopolio di sinistra è Rai Doc dove Duilio Giammaria (in quota Movimento Cinque Stelle) è stato sostituito da Fabrizio Zappi, sponsorizzato dalla Lega ma con non poche polemiche vista la sua provenienza dal Pd emiliano. La cosa è talmente eclatante che i due rappresentanti del centrodestra in Cda, il salviniano Igor De Biasio e la forzista Simona Agnes, sono al centro di notevoli critiche. SettimoPiano racconta dei malumori dei pochi leghisti sopravvissuti in Rai rivolti al loro consigliere: “A De Biasio – dicono alcuni leghisti – interessa solo portare a casa l’operazione della nuova sede di Milano-Portello per la quale ci sta letteralmente svendendo”.

Ora la partita si sposta sulle vicedirezioni dove il centrodestra proverà a chiedere un riequilibrio culturale ma sarà difficile visto che gli spazi sono molto pochi e Carlo Fuortes (anche lui espressione del Pd) non sembra intenzionato a concederli. Se appare scontata la vicedirezione al Day Time di Angelo Mellone, attuale vice di Rai Uno, più difficile sembra la ricollocazione del leghista Milo Infante attuale vicedirettore di Rai Due, vicino al ministro Giancarlo Giorgetti ma inviso da Matteo Salvini; dalla sua l’ottimo successo della conduzione di Ore 14 e sua potrebbe essere una vicedirezione al Prime Time. Paolo Corsini (anche lui attualmente vice a Rai Due), in quota Fratelli d’Italia potrebbe essere uno dei vicedirettori dell’Approfondimento di Mario Orfeo, per riequilibrare una Direzione che al suo interno vedrà la totale egemonia del Pd. Eventuali nuovi vicedirettori in quota centrodestra potrebbero essere Francesco Giorgino apprezzato giornalista Forza Italia/Lega come vicedirettore all’Approfondimento e Roberto Genovesi, in quota FdI, a Rai Kids. Il resto delle vicedirezioni rimarrà appannaggio della sinistra; da Claudio Fasulo che continuerà a seguire i grandi eventi del Prime Time, a liberal-piddino Giovanni Anversa che seguirà il suo mentore Coletta, fino a Giorgio Buscaglia che dovrebbe continuare a occuparsi di acquisti seriali nella direzione Serie Tv.

La flotta di vicedirettori di Rai Tre targata Pd dovrebbe approdare nei settori informativi: Ilaria Capitani e Sigfrido Ranucci. Mentre Rosanna Pastore potrebbe avere un ruolo all’interno della Rai Tre trasformata in Channel. Da segnalare la possibile vicedirezione ad Adriano De Maio (attuale vice di Rai Due) unico sopravvissuto della pattuglia grillina in Rai. Tra direzioni giornalistiche e quelle di genere, i Cinque Stelle sono stati letteralmente spazzati via (con l’unica eccezione di Simona Sala nominata al Tg Tre). Persino l’ex direttore del Tg Uno, il contiano Giuseppe Carboni, è in attesa di ricollocazione.

Complessivamente Carlo Fuortes ha consegnato la Rai sotto il quasi totale controllo di un partito politico: il Pd. Un monocolore mai visto in passato, neppure quando la sinistra ha vinto le elezioni. L’obiettivo è chiaro: blindare l’informazione e i programmi del Servizio pubblico in vista della prossima scadenza elettorale, che potrebbe vedere favorito il centrodestra.


di Massimo Ascolto