Se in politica torna la competenza

La stagione avviata dal premier Mario Draghi sembra segnare il ritorno di un principio che avevamo dimenticato, quello della competenza al servizio del bene pubblico. Non che in politica mancassero persone competenti ma l’impressione è che, per un certo periodo, si fosse diffusa la convinzione che la conoscenza e il pragmatismo fossero qualità non più essenziali per guidare il Paese. Come se la superficialità, la pigrizia del pensiero e il pressapochismo fossero preferibili all’azione ragionata, che per sua natura richiede uno sforzo intellettuale.

Anche movimenti politici più inclini agli slogan risentono favorevolmente del nuovo clima che si sta affermando e alcuni loro esponenti hanno dimostrato di possedere capacità e di essere spendibili a livello nazionale e internazionale. Sono nati anche nuovi stili di politica e di comunicazione, che hanno saputo giocare in contropiede, interpretando quel sentimento di pratico realismo ancora molto diffuso, ma che era celato sotto le ceneri. Non c’è dubbio che l’abilità comunicativa di personaggi come Carlo Calenda e Luigi Marattin, tanto per fare due esempi seppur diversi fra loro, consista proprio nell’ancorare l’eloquio politico a dati oggettivi e numerici difficilmente opinabili. Questo è possibile quando ben si conosce l’argomento che si tratta e, infatti, corre voce che molti avversari preferiscano declinare gli inviti a confronti diretti, preferendo monologhi senza contraddittorio in cui lanciarsi nelle loro iperboli.

Non possiamo sapere oggi se Calenda, con il suo movimento significativamente chiamato “Azione” confermerà in futuro il dato elettorale raggiunto alle elezioni comunali romane, ma è indubbio che il prodotto politico offerto voglia connotarsi per competenza e sia rivolto ad acquisire il consenso dell’ala più pragmatica dell’elettorato. In questa impresa Calenda è ben coadiuvato dal suo braccio destro e probabile futuro presidente del partito Matteo Richetti, noto per le sue battaglie contro i privilegi della politica, che sa unire concretezza e bonomia, tipiche qualità emiliane.

Il virus della competenza, che sta aleggiando nelle aule parlamentari quanto quello del Covid, pare stia sortendo effetti positivi e molti fra gli eletti si stanno cimentando nella conoscenza della Costituzione e dei regolamenti parlamentari. È il minimo sindacale si dirà, ma è già qualcosa.

Aggiornato il 20 gennaio 2022 alle ore 13:50