Quirinale, Berlusconi “congela” il centrodestra

giovedì 20 gennaio 2022


Silvio Berlusconi prende tempo. Non vuole sciogliere la riserva sulla candidatura alla presidenza della Repubblica. Il Cavaliere resta ad Arcore. Così, salta il vertice di centrodestra con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che si sarebbe dovuto tenere oggi. Al momento, non risulta convocato un altro incontro. Il Carroccio e Fratelli d’Italia temono che la candidatura di Berlusconi sia finita su un binario morto. Dunque, è necessario il tanto fantasticato “Piano B”. Un fatto è certo: l’operazione “scoiattolo” si complica. E, se il Cavaliere dovesse fare un passo indietro, pretenderebbe di “dare le carte” sul tavolo dei leader. Di più, da “salvatore della Patria” farebbe l’unico vero nome in campo, quello di Mario Draghi. Secondo fonti parlamentari vicine a Forza Italia, l’ex premier è ondivago. Oscilla tra la tentazione di evitare la conta e la determinazione a chiedere una prova di lealtà da parte delle altre forze politiche dell’alleanza. Il fine settimana si annuncia decisivo non solo per le sorti del Quirinale, ma per lo stesso futuro della coalizione di centrodestra. Sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni hanno messo in conto di fare una proposta nell’eventualità che l’ex premier si faccia da parte. Ma questa non è l’unica questione che tiene banco in vista dell’elezione del successore di Sergio Mattarella.

La questione dei positivi al Covid è il primo. Non c’è un numero preciso ma con le attuali regole potrebbero essere oltre cinquanta i parlamentari a non votare da lunedì il successore di Mattarella. A Montecitorio è passato un ordine del giorno di Fratelli d’Italia ma la questione resta ancora irrisolta, “servirebbe – spiega anche un questore – un decreto o un provvedimento del governo”. C’è chi invoca una circolare del ministro Roberto Speranza per cercare di trovare una soluzione ma dall’esecutivo si spiega che il tema è di materia parlamentare, anche se il governo si è impegnato a collaborare. Il secondo nodo, in realtà, è legato al terzo, perché la partita del Quirinale è parallela a quella dell’Esecutivo. Il premier Draghi ieri nei suoi incontri istituzionali avrebbe, secondo quanto è trapelato da fonti parlamentari, messo sul tavolo le problematiche che potrebbero nascere dopo l’elezione della presidenza della Repubblica, mantenendo come sempre il basso profilo sulla sua eventuale candidatura.

Draghi è impegnato nel Dl ristori. Ieri ha presieduto una riunione in vista del Consiglio dei ministri di oggi. Il suo obiettivo principale è garantire la prosecuzione della legislatura per evitare che ci sia un freno nella lotta alla pandemia e nella realizzazione del Pnrr. Nei Palazzi la domanda che rivolge chi non intende votare l’ex numero uno della Bce è quale sarebbe l’atteggiamento del premier se non venisse candidato al Colle. Chiaramente Draghi non è il “Piano B” di Salvini e neanche quello di Berlusconi. Dunque? Salvini punta su un’altra figura di centrodestra, qualora Berlusconi dovesse sciogliere negativamente la riserva. Circolano due nomi su tutti, quelli della presidente forzista del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e di Letizia Moratti, ex sindaca di Milano e vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia. Ma per il Cavaliere l’ipotesi “interna” rappresenta una soluzione inaccettabile. Il partito di Via Bellerio, in realtà, prefigura un rimpasto anche se Draghi dovesse rimanere a Palazzo Chigi (punterebbe al dicastero dell’Interno). C’è chi non esclude che Draghi possa aprire a qualche ritocco ma solo se si arrivasse ad una soluzione unitaria.


di Mino Tebaldi