Quirinale, Salvini: “Farò una o più proposte di alto livello”

Matteo Salvini farà “una o più proposte assolutamente di alto livello senza che nessuno possa permettersi di mettere veti”. Lo ha detto il leader della intervenuto a Radio Libertà, il nuovo nome di Radio Padania, parlando dell’imminente elezione del presidente della Repubblica. “Ho l’onere e l’onore di fare una proposta o anche più proposte condivise – ha aggiunto – c’è Mario Draghi presidente del Consiglio, vediamo fare scelte condivise”. “Nomi? non vorrei danneggiare un percorso utile che stiamo facendo”. Salvini è concentrato sul caro-energia. “Un’emergenza nazionale: famiglie, artigiani e imprese vanno difese con interventi rapidi e immediati. Servono almeno 30 miliardi. È doveroso che la politica ragioni sul Quirinale per trovare una soluzione rapida e soddisfacente, ma non deve diminuire l’impegno per risolvere un problema concreto e drammatico come quello delle bollette”.

Salvini vuole precisare a proposito di un presunto vertice con il grillino Riccardo Fraccaro. “I retroscena riportati sulla stampa sull’incontro fra me e Fraccaro – spiega Salvini – sono privi di ogni fondamento. Si è trattato di uno fra i tanti incontri che ho avuto con diversi esponenti del M5s in queste settimane, alla Camera o al Senato. Abbiamo fra le altre cose scambiato alcune idee sul Quirinale, ma con nessuno di loro non ho mai parlato di numeri, voti o cose simili. Fraccaro mi ha poi consigliato di parlare della chiacchierata con Giuseppe Conte, come normalmente fatto”.

Intanto, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida, in un’intervista al Messaggero sottolinea “la necessità di accelerare i tempi”, indicata anche da Giorgia Meloni: “Le scelte comuni del centrodestra devono essere rapide e compatibili con una votazione che comincia lunedì. Un vertice è senz’altro utile. Per quanto riguarda la strategia di fondo, per noi resta quella di tenere unita la coalizione. L’obiettivo è quello di non consegnare nuovamente la presidenza della Repubblica alla sinistra”. Sulla richiesta del centrosinistra di togliere dal tavolo il nome di Silvio Berlusconi, commenta: “Non credo che la sinistra possa dettare condizioni e, di certo, il centrodestra non le deve subire. Noi, come Fratelli d’Italia, sosteniamo la proposta di candidatura di Silvio Berlusconi. Detto questo, il dialogo in politica è una condizione utile, c’è sempre l’auspicio di arrivare alla condivisione di scelte più ampie possibili”. Resta il no all’ipotesi Mario Draghi? “Finché c’è in campo la candidatura di Berlusconi non poniamo subordinate né ragioniamo su pregiudiziali verso nessuno – risponde – se ci sarà, ragioneremo dell’eventuale candidatura di Draghi o di altri”. Quindi, ricorda che se “quella candidatura non andasse in porto, Fratelli d’Italia avrebbe personalità da proporre. Anche noi abbiamo in serbo il nome di un candidato o una candidata autorevole. Ma delle subordinate parleremo se dovesse venir meno l’ipotesi principale: Silvio Berlusconi”, risponde.

Matteo Renzi, intervistato dalla Stampa, avverte gli altri partiti sul Colle: “Attenzione. Se si porta Draghi come candidato allo scrutinio segreto, lo si elegge, anche perché esporlo a una bocciatura dell’Aula significherebbe perderlo sia per il Colle che per il governo. E l’Italia una cosa non se la può permettere: rimettere Mario Draghi in panchina”. “Noi possiamo schierare Draghi come centravanti a Palazzo Chigi o portiere al Quirinale, ma l’unica cosa sicura è che non possiamo perderlo”, spiega. “Ma da settimane dico che Draghi per sette anni al Quirinale sta in piedi se c’è un’operazione politica di sostegno. Come del resto politica è stata l’operazione che ha mandato a casa Conte e Casalino e svoltare con l’esecutivo Draghi”, aggiunge. In merito a Colao e Cartabia come possibili sostituti di Draghi, commenta: “Io non credo che ci siano solo quei due candidati, pur pensando tutto il bene possibile di Vittorio e di Marta, due ottime persone e due rilevanti personalità. Penso però che se c’è uno schema di gioco pronto per il dopo, allora l’operazione Draghi è fattibile”. Invece, sull’eventualità di Marcello Pera e Pierferdinando Casini al Colle, risponde: “Sì. Quasi tutti gli ex presidenti di assemblea sono da sempre quirinabili, specie se hanno svolto il compito con rigore istituzionale e con apprezzamento complessivo”.

 

Aggiornato il 21 gennaio 2022 alle ore 16:56