Verso una Repubblica presidenziale o delle banane?

Meglio una Repubblica presidenziale, ossia il capo dello Stato e del Governo eletto direttamente dai cittadini? Ne ha parlato Giorgia Meloni, disposta a lanciare una campagna per una riforma in questa direzione: “Non ci sarebbe più separazione tra i ruoli, il presidente votato dal popolo non avrebbe più bisogno della fiducia del Parlamento, a cui rimarrebbe il potere legislativo, mentre al presidente quello esecutivo”, ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia. Il presidenzialismo alla francese fa gola. Dopo la riduzione del numero dei parlamentari a 600 totali (400 deputati e 200 senatori) non è esclusa una ristrutturazione dello Stato più ampia. Bene o peggio? A parte che la nostra “sacra Costituzione”, prevedendo l’eleggibilità di qualunque cittadino sopra i 50 anni, già introduce elementi in qualche modo “diretti” nella scelta del primo cittadino, sarebbe tuttavia interessante verificare il grado di maturità dell’elettorato per un voto tanto fondamentale.

A curiosare tra i nomi balzati fuori dalla “prima chiama” di questa Elezione 2022 non sembra proprio. Sarà che tra schede bianche e nomi a sorpresa si puntava all’effetto, ma l’idea del capo dello Stato nell’immaginario popolare è tutt’altro che una personalità delle istituzioni, del Csm, dell’Esercito e del Paese. Men che mai una donna. Piuttosto avanza una sorta di “riffa mediatica”, in cui salgono alla ribalta beniamini del pubblico, influencer e personaggi delle hit parade. Nella prima giornata, per esempio, sono schizzati fuori i nomi di Amadeus, Piero Angela e Bruno Vespa. Come quello del presidente della Lazio Claudio Lotito e del direttore di Chi e del Grande Fratello Alfonso Signorini. Si dirà che a votare erano onorevoli allo sbaraglio senza quorum e che quindi i nomi curiosi letti dal presidente della Camera dei deputati Roberto Fico erano per lo più di fantasia. Ma immaginiamo in questo tempo di fiacca politica, di disillusione e disinteresse, che carnevale di proposte potrebbe emergere. Altro che patriota per il Colle!

Probabilmente sarebbero privilegiati i professionisti rispetto ai politici e ai tecnici, come è stato per lo storico Alessandro Barbero, per il conduttore de La zanzara Giuseppe Cruciani e lo scrittore di Cartabianca Mauro Corona. Poi toccherebbe ai giornalisti, come ieri è stato per Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, il conduttore di Un giorno da pecora. Quindi prevedibile la parata di calciatori e di assi dello sport, come Dino Zoff, il campione del mondo dell’89 che compirà 80 anni il 28 febbraio. Anche nelle precedenti tornate non erano mancati nomi suggestivi appena si era aperta la via del gradimento popolare e in un sondaggio nel 2015 emerse che il presidente della Repubblica più amato sarebbe stato Giancarlo Magalli. “Il mio nome fu il più votato rispetto ai soliti papabili e penso che abbiano scelto me per non votare loro”, ha spiegato l’interessato. Insomma, Repubblica presidenziale sì o teniamoci la nostra Costituzione?

Aggiornato il 25 gennaio 2022 alle ore 12:15