La dittatura secondo la deputata No vax

Nella settimana conclusiva di quello che, in maniera alquanto abusata, è stato definito Romanzo Quirinale, tra una scheda bianca e una fumata nera c’è chi ha portato un po’ di colore. Il suo nome è Sara Cunial, al secolo deputata del Gruppo Misto, ex Movimento Cinque Stelle. E No vax.

La protagonista – a nostra insaputa – ieri è stata fermata all’ingresso del seggio drive-in allestito per gli elettori in quarantena o positivi, perché non era in possesso del Green pass semplice, indispensabile per entrare alla Camera (peraltro Cunial non è positiva). Sorpresa dall’applicazione delle regole, chissà, ha esclamato: “Contro di me c’è un abuso ad personam. Abbiamo chiamato i carabinieri e siamo pronti a invalidare l’elezione del Presidente della Repubblica”. Un annuncio da vera barricadera, davvero. Ma questo è solo l’inizio. Già, perché poi Cunial ha ingranato la quarta: “Mi è stato negato l’accesso alla Camera. Sicuramente quereleremo chi ci ha detto di no e il presidente della Camera, Roberto Fico. Siamo in presenza di un abuso e di una dittatura”.

Edoardo Polacco, avvocato della deputata, all’AdnKronos ha detto: “Sara Cunial, la mia assistita, è l’unico parlamentare della Repubblica italiana a cui viene impedito di votare. In questo momento sta chiedendo i dati di chi le impedisce di votare ai fini di presentare querela e ha già preannunciato che nel caso non la facessero votare chiederà l’annullamento dell’elezione del Presidente della Repubblica per “votazione imperfetta”. Le hanno impedito di votare nel parcheggio di via della Missione perché non ha il Green pass e sta bene, mentre i parlamentari che sono senza green pass e stanno male possono votare. Una “leggera” differenziazione non giuridica”.

Una dittatura… le parole, dicono quelli bravi, sono importanti. Ma spesso ci si scorda di ciò. La deputata Cunial, non nuova a uscite – diciamo – sui generis, farebbe bene a battersi per questioni che toccano da vicino il cittadino medio, attanagliato da bollette e dal pensiero su come arrivare a fine mese. Questo non è qualunquismo o uno sdoganamento dei luoghi comuni, ma la constatazione amara che la politica di classe, ormai, ne ha ben poca. Siamo figli del nostro tempo, dove il social dà voce a esperti un tanto al chilo, tra risse chiassose e proclami complottisti. Questo passa il convento. E tanto è.

Non solo: Sara Cunial, in un regime totalitario vero, probabilmente non avrebbe mai detto “siamo in presenza di un abuso e di una dittatura”. Forse lo avrebbe pensato. Ma sarebbe rimasto un concetto avvolto dal silenzio, uno spiffero dato alla luce senza far rumore. Un nulla di fatto, insomma, come una scheda bianca in un giorno di fumate nere.

Aggiornato il 25 gennaio 2022 alle ore 17:05