Giulio Terzi, la Cina e il Festival Internazionale di Geopolitica europea

Molte le tematiche internazionali trattate durante i lavori del Festival Internazionale di Geopolitica europea, organizzato dalla Città di Jesolo e Mazzanti Libri, con il sostegno della Regione del Veneto, in collaborazione con il Circolo di Studi Diplomatici, il Centro Studi di Geopolitica e Strategia Marittima (Cesmar), l’Ufficio Italiano del Consiglio d’Europa, Confindustria Venezia, la Rivista Sconfinare e con il contributo di Banca Prealpi San Biagio. Nel corso della seconda giornata, tra gli autorevoli relatori si sono alternati Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria; Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore e già ministro degli Affari esteri e la giornalista Marta Ottaviani, autrice di “Brigate Russe”, che hanno analizzato di come l’Italia sia tornata al centro del Mediterraneo e di come il Mediterraneo sia tornato al centro del mondo.

Nel corso dell’importante dibattito, l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha ribadito: “Vi è un aspetto importante che viene sempre dimenticato, di grandissima importanza. La presenza della Cina comunista con la sua capacità economica e militare. La marina militare cinese è divenuta la più grande del mondo. La Cina si sta dotando di un grande allestimento militare con nuove portaerei e dove si proietta tale capacità? Sulla Via della Seta che finisce nel Mediterraneo e tocca 140 Paesi del mondo”.

Inoltre, l’ambasciatore ha richiamato l’attenzione sul recente accordo politico, con implicazioni economiche e militari di portata strategica, sottoscritto a febbraio di quest’anno tra Vladimir Putin e Xi Jinping, e corredato da un documento inquietante che rivela, anche a chi non ha voluto in passato capire, come esista un “patto aggressivo” che riconosce e assicura il totale sostegno di Putin alle rivendicazioni e agli obiettivi di Xi Jinping (Hong Kong, Taiwan, Mar della Cina, Sud Est Asiatico, Via della Seta) e di Xi Jinping alle rivendicazioni e obiettivi di Putin (Ucraina, otto Paesi dell’ex Europa Orientale entrati nella Nato dopo il 1997, i tre Baltici, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia).

La guerra in Crimea non è scoppiata casualmente dopo la firma del nuovo Patto d’Acciaio 2.0. Tale nuovo conflitto caratterizza la concretizzazione di una nuova e pericolosa alleanza generata per alimentare, probabilmente in modo decisivo, una invasione totale che, senza la luce verde di Pechino, non avrebbe assunto la dimensione e il grado di ideologizzazione anti-occidentale che la sta animando. Sia Xi Jinping che Putin vogliono “scavare in profondità il mondo” in nuove sfere di influenza dominate dai loro sistemi geopolitici, con una Cina dominante in Asia e una Russia sempre più aggressiva, relegando gli Stati Uniti sul loro esclusivo territorio. Il grande quesito resta il ruolo dell’Europa e la sua collocazione all’interno del complesso e vivace scenario globale.

Aggiornato il 09 maggio 2022 alle ore 09:42