Rinascita economica tramite la riforma tributaria

giovedì 19 maggio 2022


Sebbene il Gruppo della Banca mondiale abbia interrotto il progetto “Doing Business”, ossia la classificazione annuale del livello di attrattiva per gli investimenti economici esteri riguardo a ciascuna nazione mondiale e stia riformulando dei nuovi parametri per valutare lo stato di salute economico e imprenditoriale di ciascuna economia mondiale, definito Business Enabling Environment (Bee), la diegesi dello stato disagiato e strutturalmente compromesso nei sui aspetti macroeconomici dell’economia italiana è inconfutabile e verificabile nella vita reale da ciascun consociato italiano, a prescindere dalle classifiche della World Bank al riguardo.

Con questo sistema economico stagnante ai limiti della recessione, anche a causa delle restrizioni legiferate per fronteggiare la pandemia del Covid-19, l’Italia ha l’improcrastinabile urgenza di risolvere i suoi annosi problemi di mala giustizia in ogni sua disciplina giuridica e processuale, da quella civile e amministrativa fino ad arrivare a quella penale, ma soprattutto ha bisogno di velocizzare e di risolvere in modo funzionale alla sua economia, il contenzioso tributario, disponendo una riforma radicale affinché esso diventi più celere e quindi meno costoso per i consociati e per lo Stato.

In virtù di quanto indicato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), durante la riunione del Consiglio dei ministri, svolto lo scorso 17 maggio, è stato licenziato il Disegno di legge su giustizia e processo tributario, finalizzato a modificare il Decreto legislativo n. 546/1992. Secondo quanto stabilisce il Pnrr, il succitato disegno di legge prevede delle disposizioni oltre che in materia di giustizia in generale, anche per concretizzare una riforma del processo tributario in particolare, anche con la riduzione della pletora di ricorsi in Cassazione, affinché tale riforma possa contribuire a generare la rinnovata fiducia degli operatori economici. Di seguito riporto in modo schematico le principali novità del disegno di legge sulla riforma del contenzioso tributario:

1) Professionalizzazione dei magistrati tributari: con un concorso con prove scritte e orali verranno assunti a tempo pieno i giudici tributari, per sostituire progressivamente gli attuali giudici onorari.

2) L’organo di autogoverno della giustizia tributaria verrà rinforzata: ossia gli istituti del Consiglio della giustizia tributaria (Cpgt), come l’Ufficio ispettivo finalizzato alla tutela dell’esercizio corretto del giusto funzionamento degli organi della giustizia tributaria, nonché l’Ufficio del massimario nazionale finalizzato a garantire l’uniformità di giudizio per le fattispecie analoghe.

3) L’istituzione di una nuova e apposita banca dati predittiva: in cui verranno archiviate le massime giurisprudenziali, affinché gli operatori possano venire a conoscenza degli orientamenti e delle tendenze giurisprudenziali;

4) Il rafforzamento dell’organico amministrativo funzionale alla Giustizia tributaria: gli uffici professionalizzati saranno dotati di nuove professionalità amministrative.

5) Modifiche del processo tributario: la prova testimoniale verrà introdotta nel primo e nel secondo grado di giudizio, verrà aumentato il limite a 50mila euro per fruire dell’istituto della conciliazione ai fini deflattivi, invece per le controversie di un importo fino a 3mila euro verrà introdotto il giudice monocratico, inoltre verrà istituito “l’appello critico”, ossia limitato a determinate ipotesi di contenzioso.

6) L’introduzione di misure deflattive nel terzo grado di giudizio del processo tributario (Cassazione): il rinvio pregiudiziale e la pronuncia del principio di diritto in materia tributaria verranno disposti a tale finalità.

I giureconsulti del diritto romano usavano affermare che dove c’è il diritto esiste una società, ovvero uno stato di diritto, di conseguenza la Giustizia è il perno principale della struttura portante di una Nazione, senza la quale non può esserci benessere e libertà economica e quindi libertà individuale. Lo stato comatoso in cui si trova il sistema giudiziario in ogni sua declinazione settoriale dimostra quanto esso sia causa di disinvestimenti e di crisi del sistema economico e produttivo italiano.

Nessuna impresa nazionale e soprattutto estera può prendere in considerazione qualsivoglia tipo d’investimento quando lo stato di diritto è latitante. Al postutto, l’unica nota dolente di questo disegno di legge è rappresentata dal fatto che per disporre la riforma della Giustizia e quindi anche la riforma del contenzioso tributario si è dovuto aspettare che esse ci venissero imposte dal Pnrr, ossia un piano generato per fruire di un prestito dell’Unione europea, i cui interessi e il cui onere risulteranno un prezzo sacrificale assai gravoso per i cittadini italiani e soprattutto per le loro generazioni future.

Ubi ius ibi societas


di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno