M5S, Grillo detta l’agenda a Conte: “Restiamo al governo”

martedì 28 giugno 2022


Alla fine comanda sempre lui. Beppe Grillo ieri ha incontrato Giuseppe Conte nel quartier generale romano, l’Hotel Forum, a due passi dai Fori Imperiali. Il garante ha dettato l’agenda al presidente del Movimento 5 stelle: “Restiamo al governo e no al terzo mandato”. L’ex premier è stato costretto ad abbozzare. Dopo la scissione di Luigi Di Maio non può permettersi di entrare in fibrillazione con il fondatore. Non a caso, dopo ore di faccia a faccia con il garante sulla terrazza dell’albergo, sceglie il silenzio. Conte, in questa fase, ricorda il boxeur che ha incassato parecchi pugni e aspetta solo il suono della campanella, per porre fine all’incontro.

Grillo non ha messo piede nella sede di Via di Campo Marzio. Non l’ha mai fatto e non lo fa neppure stavolta. D’altro canto, Conte deve solo dire “sì” ai “no” di Grillo. A partire dal doppio mandato. Da alcuni giorni circolano voci di deroghe riservate ai big. Una sorta di salvacondotto che metterebbe al sicuro i contiani Roberto Fico, Paola Taverna e Vito Crimi. Sugli altri possibili “graziati” impazza il toto-nomi.

“Se fanno una deroga per salvare Fico e la Taverna, qua ce ne andiamo tutti con Di Maio”, dice una parlamentare al Giornale, mentre Conte e Grillo discutono. Ma già durante la nottata precedente, quella del Consiglio nazionale urgente, deputati e senatori si erano scatenati. Con un esito inevitabile: nessun accenno alla possibilità di un terzo mandato. “Non voglio deroghe ai due mandati, è un principio fondante”, ripete Grillo negli incontri pomeridiani con i deputati. Stesse identiche parole pronunciate al cospetto dell’ex premier. Però, secondo quanto riporta l’Adnkronos, Grillo avrebbe detto ai suoi: “Per me la regola dei due mandati non si tocca, è un principio inderogabile. Si potrebbe pensare a qualche eccezione, ma vediamo ora i dettagli con Conte”.

Un fatto è certo: il comico raffredda anche le tentazioni contiane sul governo. “Con Draghi il M5s ha preso un impegno e lo mantiene. Non esco dal governo per un inceneritore”, dice ai parlamentari che lo incontrano dopo. L’ex premier chiede almeno di effettuare una votazione-lampo per consentire a Giancarlo Cancelleri di candidarsi alle primarie per le Regionali in Sicilia. Ma anche su quel fronte, il muro grillino è invalicabile. È probabile che se ne riparli oggi stesso. Prima che Grillo torni in Liguria. Frattanto, secondo fonti parlamentari vicine ai 5 stelle, la modifica dovrebbe essere effettuata in tempi rapidissimi per sbloccare la candidatura di Cancelleri. L’altro nome forte, secondo le stesse fonti, sarebbe quello di Nuccio Di Paola, capogruppo 5 stelle all’Ars. Ma da Grillo sarebbe arrivato un secco e definitivo “no”. Eppure, forse, non c’è più tempo: pare che anche Cancelleri stia virando in direzione Di Maio.

Il plenipotenziario pentastellato in Sicilia porterebbe in dote una decina di parlamentari, inclusa Azzurra, la sorella deputata. Intanto, gli eletti al primo mandato ingolfano di messaggi il telefono del fondatore. Non vogliono deroghe. Compresi i big. “Cancelleri? Ma lo conosciamo – si sarebbe sfogato il comico con alcuni deputati – in passato più volte mi ha attaccato, eppure io lo avevo accolto come un figlio, portandolo anche a casa mia”.

Infine, per salvare le apparenze, Grillo, uscendo dall’Hotel Forum di Roma, e rivolgendosi ai giornalisti, dedica alcune parole al presidente pentastellato: “Con Conte andiamo d’accordo, smettetela di raccontare altro”.


di Mino Tebaldi