Non c’è Paragone

Il barbuto e intraprendente ex conduttore tivù ci ha provato due volte. Dopo essere stato eletto con i grillini, si è iscritto al gruppo misto del Senato per poi “mettersi in proprio”. Ed è proprio in questa sua “Terza vita” (almeno politicamente parlando) che il nostro intraprendente soggetto – forse memore delle sue origini – ha imboccato la strada del No a tutto: una permanente campagna elettorale basata sul rifiuto di tutto ciò che la stragrande parte del Paese analizzava ed interpretava secondo ragione. No all’Ue, No alla finanza europea, addirittura No ai vaccini, giusto per citare alcuni esempi.

E fu così che decise (nel giugno del 2020) di lanciare l’assalto a Palazzo Marino candidandosi a sindaco di Milano, occasione nella quale fu sommerso di pernacchie dagli elettori meneghini tanto di non essere in grado neppure di raggiungere il quorum ed accedere come consigliere nell’assemblea consiliare. La melodia di quel dissenso era udibile da Forte dei Marmi fino a Ravenna.

Dopo il fiasco milanese si sarebbe dovuto dimettere (per dignità) da qualsiasi incarico pubblico e dedicarsi, magari, alle escursioni in montagna o alla pesca dalla riva di qualche lago. Invece il Nostro non ha rinunciato a sfidare il senso del ridicolo e, circondato da soggetti che è meglio perdere che trovare, si presenta con il suo movimento alle Politiche del 25 settembre: altra scoppola, altro mancato raggiungimento del quorum, nessun rappresentante in Parlamento.

Ma lui ha subito la giustificazione a questa ennesima débâcle e al Corriere della Sera fa sapere che è dipesa dall’alto tasso di astensioni. Come se le centinaia di suoi sostenitori (di più non sono) si fossero recati tutti insieme verso il golfo del Tigullio anziché recarsi alle urne. All’Eroico ci permettiamo di consigliare di presentarsi come amministratore del proprio condominio: certo, non c’è Paragone con il Comune di Milano e il Parlamento, ma è meglio accontentarsi.

Aggiornato il 28 settembre 2022 alle ore 11:51