La libertà e il potere

Il liberalismo classico offre ancora valide risposte ai problemi di oggi? Oppure necessita di un rinnovamento? E come si pone nei confronti dell’ideologia progressista dominante? Nell’occasional paper di Aldo Rustichini dal titolo “La libertà e il potere”, l’autore parte dal presupposto che, ai nostri giorni, esista un conflitto fondamentale tra chi vuole la libertà e chi intende rafforzare il potere statale sugli altri. I rappresentanti della classe politica, e in particolare della sinistra progressista, sono riusciti per il momento a far passare l’idea che qualunque programma politico che si opponga all’ideologia progressista sia espressione di arretratezza culturale, ignoranza o addirittura fobie psicopatologiche. Ma a guardar bene, la sofisticazione politica della filosofia progressista è una congerie di pregiudizi elaborati ad arte. In che modo il liberalismo classico può allora adeguarsi a questa nuova situazione?

Per Rustichini, professore di Economia alla University of Minnesota, “a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale lo scontro fra libertà e potere è diventato più acuto, e il potere sta vincendo. Per capire la situazione politica oggi, in Italia e nei Paesi occidentali avanzati, c’è bisogno di alcuni nuovi concetti chiave, che sono invece assenti dall’analisi del pensiero liberale classico”.

Le questioni che vengono brevemente discusse nel paper riguardano le caratteristiche delle varie popolazioni, all’interno di una società multietnica, e il loro rapporto con le istituzioni, quindi la trasformazione demografica ma anche fenomeni più profondi come il cambiamento “della natura e del ruolo della classe dominante in un regime di democrazia rappresentativa allargata”.

Aggiornato il 13 novembre 2022 alle ore 08:36