Salvini: porti pubblici e un occhio attento al nucleare

I porti che devono rimanere pubblici – “vigileremo su tutte le operazioni finanziere e societarie che riguardano i terminal degli scali italiani, innanzitutto per salvaguardare la sicurezza nazionale” – Roma candidata per l’Expo del 2030 e un occhio attento sia al nucleare che al Ponte sullo Stretto. È un Matteo Salvini a tutto campo quello intervenuto sia sulla stampa che in audizione al Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Senza dimenticare un aspetto, sottolineato dallo stesso ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: “Molto opere, anche rilevanti, del Pnrr sono finanziate solo in parte. I ritardi sono dovuti anche all’aumento esponenziale dei prezzi”.

Facendo un leggero passo indietro, Salvini chiarisce subito: “Se tutto il mondo dice sì al nucleare, noi non possiamo andare in direzione contraria. Sono un convinto sostenitore della necessità dell’Italia di non privarsi di una fonte energetica come il nucleare”.

Dopodiché, allarga la maglia della discussione. E, in una intervista al Messaggero, guarda avanti: “Una Capitale deve vivere di grandi eventi internazionali”. Postilla chiara: l’Esecutivo ci mette la faccia e punta molto sulla candidatura di Roma per l’Expo del 2030. In che modo? Applicando il “modello Genova” per sbloccare “i cantieri e realizzare le grandi opere, senza sprechi e in tempi ragionevoli”. In agenda è previsto per il 6 dicembre l’incontro con il sindaco capitolino, Roberto Gualtieri. Sul tavolo il “pacchetto Lazio”, con 400 milioni per la via Salaria, altri 700 per l’Acquedotto del Peschiera e un miliardo, per il 2023, relativo alla manutenzione ordinaria e straordinaria della A24/A25. L’obiettivo, che vale per la Città eterna ma anche per tutta la Penisola, secondo Salvini, “è sbloccare i cantieri e realizzare opere in sicurezza, senza sprechi e soprattutto in tempi ragionevoli. Il modello è quello di Genova: in Italia possiamo fare grandi cose”.

C’è poi il capitolo del Ponte sullo Stretto. Un argomento, questo, che “non è più rinviabile. È un’opera strategica”. Anche perché con essa “si evita la condanna all’isolamento della Sicilia, che costa ai siciliani sei miliardi di euro all’anno”. Peraltro, ricorda il leader del Carroccio, l’infrastruttura “permetterà la creazione di posti di lavoro veri”.

Sul tema del Pnrr, nel frattempo, dice la sua pure Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia. Nel corso dell’evento (organizzato dal Messaggero) “MoltoEconomia, la recessione che verrà”, spiega: “Noi abbiamo i nostri problemi strutturali e un alto debito”. Questo rappresenta “un limite alla possibilità di espansione e di sostegno alla nostra economia”. Ma tali criticità “hanno un antidoto in questo mitico Pnrr”. Con la chiosa: “In che modo riusciremo a spendere quei quattrini sarà molto importante”. Insomma, sussiste l’opportunità di non essere mai più il fanalino di coda del Vecchio Continente, “a patto che il Pnrr venga usato fino in fondo”.

Aggiornato il 01 dicembre 2022 alle ore 13:27