L’annuncite di Gualtieri

Abbiamo un Pnrr formato famiglia e, come per il Pnrr su scala nazionale, abbiamo un’occasione su scala locale che rincorre impegni, anticipa date e dati, ma che finora non è riuscita a far partire nessuna opera legata al Giubileo. Mi riferisco alla Giunta comunale di Roma, insediatasi da oltre un anno. Eppure tutti, da sempre, sapevano che nel 2025 ci sarebbe stato il Giubileo. Invece, per il momento, con una sistematicità quasi mensile abbiamo potuto leggere solo annunci.

In realtà, ci siamo abituati, specialmente negli ultimi anni, ai comunicati. Non possiamo infatti dimenticare che, proprio con il Pnrr, ci sono stati forniti dati, anticipazioni sulla spesa da assicurare entro il 2022, che testimoniano la nostra incapacità nel mantenere gli impegni. Riporto questi dati che ritengo davvero sconcertanti:

prima dichiarazione: entro il 2022 riusciremo a spendere risorse comprese nel Pnrr per un valore pari a 43 miliardi di euro;

seconda dichiarazione: nel 2022 riusciremo a spendere risorse comprese nel Pnrr per un valore pari a 34 miliardi di euro;

terza dichiarazione: nel 2022 riusciremo a spendere risorse comprese nel Pnrr per un valore pari a 20 miliardi di euro;

ultima presa d’atto: nel 2022, a consuntivo, forse scopriremo di essere riusciti a spendere un valore pari a 14 miliardi di euro.

A Roma si è verificato un annuncio sicuramente più sconcertante: prima il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e poi il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, con appositi comunicati stampa avevano esposto l’elenco dei progetti e la possibilità che gli stessi si realizzassero in tempi coerenti con le scadenze comunitarie e con le reali coperture finanziarie (vedi qui sia il quadro che avevo già esposto dopo l’intervento di Zingaretti, sia quello prodotto dal sindaco Gualtieri).

Appare evidente che di questo elenco di opere, che conosciamo da due anni e mezzo, sei interventi non hanno nessuna possibilità di rispettare le scadenze imposte dalla Unione europea. Ma il sindaco Gualtieri ha superato ogni previsione, ogni possibile immaginazione delle capacità della Pubblica amministrazione e in particolare del Comune di Roma, cioè delle capacità di realizzare un programma di infrastrutture difficile solo da definire. Ebbene, nei primi giorni di questo 2023, praticamente a poco meno di due anni dalla apertura del Giubileo, il sindaco ha dichiarato: “Roma ha davanti a sé la più grande stagione di investimenti degli ultimi decenni. Tra Pnrr, Giubileo 2025, fondi nazionali e altri finanziamenti europei pubblici e privati, il nuovo piano di rilancio della Capitale, ribattezzato “Next Generation Rome”, può avvalersi di un tesoretto di almeno 8 miliardi di euro”. Dopo questo ultimo annuncio, il mondo della informazione ha chiesto, giustamente, al sindaco:

– se ci saranno le competenze tecniche per gestire gli appalti e per controllare l’operato delle imprese appaltatrici;

– se gli amministratori avranno i necessari margini di autonomia e i poteri sostitutivi per prendere le opportune decisioni.

Sono interrogativi ampiamente motivati, soprattutto se si tiene conto della complessità delle opere e del fatto che si è in presenza di un numero doppio rispetto agli interventi del Giubileo 2000 e che si parta, a differenza di quel Giubileo, solo due anni prima (nel Giubileo del 2000 il programma era stato definito e attivato quattro anni prima).

Non avrei quindi annunciato un quadro di interventi così ampio, non avrei anticipato una copertura finanziaria così abbondante e non avrei preso impegni non sul completamento ma, addirittura, solo sull’avvio di opere come:

– le stazioni della Linea C al Colosseo e a Piazza Venezia;

– l’anello ferroviario di Roma;

– il collegamento tra l’aeroporto di Fiumicino e Roma (rivisitato tecnologicamente).

Infatti, mi chiedo ancora una volta, perché il sindaco Gualtieri, invece di sottoscrivere accordi e programmi con il presidente del Consiglio, con il presidente della Regione, con il ministero delle Infrastrutture, con il ministero dei Beni culturali, non abbia avviato subito la serie di opere che erano delle vere “invarianti”, cioè opere la cui essenzialità nessuno avrebbe potuto contestare. Faccio, di nuovo, gli stessi tre esempi:

– le stazioni della Linea C al Colosseo e a Piazza Venezia;

– l’anello ferroviario di Roma;

– il collegamento tra l’aeroporto di Fiumicino e Roma (rivisitato tecnologicamente).

Si prepari il sindaco Gualtieri a giustificare, alla fine del 2024, una reale spesa di appena 600-800 milioni di euro per interventi collegati al Giubileo. E si ricordi che per quella data ci sarà sempre questa Amministrazione.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 17 gennaio 2023 alle ore 12:03