Nordio su Messina Denaro: intercettazioni indispensabili contro la mafia

All’indomani dell’arresto di Matteo Messina Denaro, ormai ex latitante legato a Cosa nostra, il ministro della Giustizia Carlo Nordio rilascia una lunga intervista a Radio 24, dove dichiara che verranno coniugati “il diritto alla salute con l’assoluta sicurezza” nell’espiazione della pena “di un ex latitante pericoloso che è stato catturato con molta fatica dopo molti anni”. Il boss mafioso infatti è riuscito a nascondersi dalle autorità per circa 30 anni, ma adesso deve fare i conti con la giustizia. È stato arrestato nella clinica privata La Maddalena di Palermo, dove si era recato per una seduta di chemioterapia.

Il Guardasigilli, durante il programma 24 Mattino, sottolinea che “un minimo senso di umanità, di senso cristiano oltre a ciò che insegna la Costituzione, impone di curare le persone ammalate anche se si tratta dei peggiori incriminati e condannati per reati infami”. “Noi siamo assolutamente in grado – continua – di garantire l’assoluta sicurezza nell’espiazione della pena e la salute, che è un bene indisponibile che va tutelato anche nei confronti dei peggiori criminali”.

A proposito del luogo della detenzione di Messina Denaro, l’ipotesi più probabile è il carcere dell’Aquila. “Luoghi dove esistono strutture sanitarie compatibili con la massima sicurezza – ha assicurato Nordio – non sono molti, ma sarà una decisione delle autorità competenti non solo del ministero”. Poi, il Guardasigilli lamenta degli inappropriati “sibili di rancore” su alcuni giornali, che “non si rassegnano al fatto che questa grandissima operazione sia stata operata da un governo di centrodestra; dopo aver a lungo lamentato inerzia o addirittura indifferenza del governo sul fenomeno mafioso ecco che proprio da questo governo arriva un successo straordinario che viene applaudito in tutto il mondo”.

Ma è “illusorio pensare che arresti come questo avvengono per un colpo di fortuna”, ha sottolineato Nordio. Non è neanche realistico pensare che la mafia possa essere sconfitta con l’arresto dei boss. Questa è “un fenomeno radicato e diffuso – continua il ministro della Giustizia – che va combattuto con un arsenale di armi dalla tecnologia alle indagini finanziarie, dall’osservazione al pedinamento e controllo delle persone e con una rivoluzione copernicana culturale”. Una delle armi più efficienti contro la mafia e i mafiosi è la pratica delle intercettazioni.

Il Guardasigilli fa chiarezza sulla questione e dichiara che “le intercettazioni sono assolutamente indispensabili” per combattere questo tipo di crimini e “per comprendere i movimenti di persone sospettati di reati gravissimi”. Ciò che secondo Nordio va cambiato è l’abuso che se ne fa per reati minori. Infine, il ministro si scaglia contro la malafede con cui vengono usate spesso le intercettazioni, con “la diffusione sulla stampa di segreti individuali che non hanno a che fare con le indagini”. Un’abitudine che, in Italia, deve cambiare.

Aggiornato il 17 gennaio 2023 alle ore 19:08