Astensione dei penalisti italiani: la delibera

“La preannunciata stagione delle riforme liberali della giustizia è già abortita? Le riforme processuali urgenti richieste dalla avvocatura sono ignorate. I diktat della magistratura prontamente eseguiti: rallentamento della riforma costituzionale della separazione delle carriere, congelamento delle riforme dell’ordinamento giudiziario sgradite alle toghe”.

Questo il commento dell’Unione delle Camere penali italiane, che prosegue: “E poi, carcere, carcere, carcere, ogni qual volta la cronaca e la ricerca del consenso ispirano e sollecitano il peggiore populismo penale. I penalisti italiani lanciano nel Paese la mobilitazione per il rispetto degli impegni elettorali e parlamentari assunti dalla nuova maggioranza: subito tre giornate di astensione dalle udienze penali, per dare il via ad una nuova stagione di iniziative politiche in difesa del diritto penale liberale e del giusto processo”.

Da qui la delibera di astensione dell’Unione Camere penali Italiane, che vede in calce la firma del presidente, l’avvocato Gian Domenico Caiazza e del segretario, l’avvocato Eriberto Rosso.

In premessa, viene spiegato che “sono rimasti senza esito i ripetuti impegni pubblici del ministro Nordio ad avviare – sin dalla metà di gennaio – un tavolo (Camere penali, Anm, Accademia) per individuare gli interventi più necessari e urgenti di modifica dei decreti attuativi Cartabia. Un complesso documento redatto dai penalisti italiani, con il sostegno della più autorevole dottrina processualista italiana, ha da tempo segnalato al ministro in modo articolato le più gravi criticità, prima tra tutte le nuove norme sulle impugnazioni, che si traducono nel grave pregiudizio – già quotidianamente in atto nelle aule di giustizia – per il diritto di appello soprattutto dei soggetti più deboli i quali, assistiti da difensori di ufficio e spesso privi di un domicilio stabile, sono spesso posti nella inaccettabile condizione di non potere accedere ai successivi gradi di giudizio. Ciò mentre altre criticità (quali ad esempio la imminente entrata a regime delle udienze predibattimentali nonostante i gravi vuoti di organico, o l’anomalia ed ingestibilità del nuovo regime prescrizionale) esigono risposte sulle quali pure il Parlamento ha formalmente impegnato il Governo, ad oggi senza alcun esito”.

Quindi viene deliberata “secondo le regole del codice di autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 19, 20, 21 aprile 2023, invitando tutte le Camere penali territoriali a organizzare nei primi due giorni ogni utile iniziativa politica di confronto, mobilitazione e discussione sulle ragioni e gli obbiettivi della protesta nazionale, e ad accelerare la già deliberata organizzazione dei comitati locali di sostegno al percorso parlamentare della riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, aperti a tutta la società civile”.

Inoltre, viene convocata, per il 21 aprile, “una manifestazione nazionale per il rilancio e la concreta attuazione delle riforme della Giustizia penale, che il Governo ed il Parlamento si sono formalmente e ripetutamene impegnati a realizzare, a partite dagli indifferibili interventi correttivi della riforma del processo penale”.

Aggiornato il 30 marzo 2023 alle ore 13:03