Femminicidi, Roccella: “Ragioniamo a tutto campo”

martedì 6 giugno 2023


Il centrodestra per contrastare i femminicidi c’è. “Ma in molte aree mondo corpo donne è venduto”. Eugenia Roccella, in una lettera pubblicata dalla Stampa, sostiene che “il pacchetto di norme in dirittura d’arrivo non è del giorno dopo”. La ministra per la Famiglia risponde a una proposta della dem Pina Picierno. “Il pacchetto è frutto della consapevolezza di un’urgenza che ha portato il Governo ad aumentare di un terzo i fondi per il piano anti-violenza, e quindi per i centri e le case rifugio. È il prodotto di una riflessione che coinvolge tre ministeri per capire quali sono i nodi su cui intervenire”. Secondo Roccella, “l’alleanza trasversale contro la violenza è praticata da sempre come è accaduto per esempio sul codice rosso promosso da Giulia Bongiorno, e in tante altre occasioni. Lo stesso provvedimento che stiamo per varare parte anche dal lavoro di altri governi e della commissione d’inchiesta sul femminicidio. Noi ci siamo, e il centrodestra lo ha sempre dimostrato: sulla violenza non c’è colore politico che tenga”.

La ministra sottolinea: “Se vogliamo però che questa alleanza sia davvero efficace, dobbiamo analizzare la realtà per intero. In molte aree del mondo ci sono donne che combattono per andare a scuola, per uscire di casa, per non subire mutilazioni genitali, o per andare a capo scoperto. In molte aree le donne sono mercificate, parti del loro corpo sono date in affitto o messe in vendita. Non si può far finta di non vedere la matrice comune che connette vecchie e nuove forme di controllo del corpo femminile. Non si può far finta di non vedere come pronunciare la parola donna sia diventato esso stesso un atto quasi eversivo di un nuovo disordine fondato sulla negazione della differenza di genere. Saremo davvero felici, dunque, di aprire e condividere una riflessione. Ma facciamolo a tutto campo”.

Sul tema dei femminicidi interviene anche l’ex ministra renziana Elena Bonetti. “L’esecutivo – dice alla Stampa – deve muoversi. Qui si tratta di capire perché il governo non ha proceduto con un intervento tempestivo. A ottobre ho ripresentato assieme alle colleghe Carfagna e Gelmini lo stesso identico ddl che avevamo approvato col governo Draghi in Consiglio dei ministri – a firma mia, di Lamorgese e Cartabia – e che prevedeva misure per rafforzare la protezione per le donne vittime di violenza”. Bonetti ricorda: “Era previsto il rafforzamento di alcuni strumenti in mano al questore come l’ammonimento, la possibilità di estendere l’uso del braccialetto elettronico anche per reati minori e rafforzarlo anche in via preventiva, l’aumento delle misure coercitive per l’allontanamento dell’uomo che ha comportamenti violenti verso la famiglia, un sostegno economico durante la fase di indagini. Abbiamo sollecitato più volte la calendarizzazione di questo pacchetto e non è mai avvenuta”. Secondo Bonetti, “la maggioranza ha dato priorità ad altri provvedimenti. Oggi, da quanto leggo, il governo invece di prendere quella proposta vuol ripartire da zero nella procedura con un testo che pare sostanzialmente sovrapponibile. Perché non si è voluto procedere prima? E perché non si segue ora il testo che è già in Parlamento con un iter accelerato? Non vorrei che ci fosse la volontà di intestarsi delle misure a dispetto delle urgenze. Le ragioni che spingono il governo a intervenire solo ora non le conosco – conclude – quello che so è che potevano intervenire prima perché c’erano strumenti per farlo e testi presentati in Parlamento”.


di Redazione