Biancofiore: Salis “cattiva maestra”

venerdì 19 aprile 2024


Anticipazioni, dietrofront, conferme. C’è un po’ di tutto intorno alla candidatura di Ilaria Salis in vista delle prossime Europee in quota Verdi-Sinistra. L’attivista antifà è in prigione a Budapest dal febbraio del 2023, con l’accusa di lesioni aggravate a tre esponenti di destra che sarebbero avvenute prima di una manifestazione. A marzo, i giudici rigettano la richiesta dei suoi legali di un trasferimento ai domiciliari, come peraltro avvenuto a gennaio.

Ma cosa accadrebbe nell’eventualità di una sua elezione? Il caso, come ricordato sul portale di Sky Tg24, finirebbe subito sul tavolo della presidenza del prossimo Parlamento europeo: “L’elezione all’Eurocamera non garantisce la fine della detenzione, spiegano fonti che a Bruxelles hanno familiarità con la gestione delle pratiche dell’immunità da parte del Pe. Secondo le disposizioni attuali, un candidato eletto al Parlamento europeo però beneficerebbe immediatamente dell’immunità e ciò implica che se questo candidato fosse detenuto in uno Stato membro, quest’ultimo dovrebbe inviare all’Eurocamera una richiesta di revoca dell’immunità”. Con il rischio, a quel punto, di un contenzioso tra Ungheria e il Parlamento del Vecchio Continente.

Mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sostiene che “la politicizzazione della vicenda non aiuta”, la capogruppo al Senato di Civici d’Italia, Noi Moderati-Maie, Michaela Biancofiore, sbotta: “Gravissimo che Avs (Alleanza Verdi Sinistra) candidi all’Europarlamento una cattiva maestra come Ilaria Salis. Chi si rende protagonista di atti violenti, come accaduto a Budapest, e nel suo curriculum può vantare più denunce che titoli accademici non può diventare una bandiera da sventolare in vista delle prossime elezioni europee come simbolo di chi in nome della libertà calpesta quella altrui. Magari per contrapporre la sua figura a quella del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la cui unica responsabilità politica sarebbe, per la coppia Angelo Bonelli-Nicola Fratoianni, quella di essere un capo di Governo che dialoga e si confronta con i suoi omologhi, come il premier ungherese Viktor Orbán. Evidentemente – insiste – non paghi per la figuraccia della candidatura e l’elezione di Aboubakar Soumahoro a deputato, pensano che concedere a Salis questa scorciatoia che umilia le istituzioni, possa automaticamente assolverla da tutte le sue responsabilità. Una narrazione, quella dell’antifascismo violento – termina – da giustificare a prescindere, che non si può accettare né giustificare. Poi ci si domanda perché la gente non va più a votare”.

L’eurodeputato di Avs, Massimiliano Smeriglio, invece è felice della candidatura di Salis: “Si tratta di un tentativo di tenere accesa una luce rispetto alla costante violazione dei diritti umani e delle condizioni carcerarie di Ilaria, sulle quali il Governo italiano ha fatto poco o nulla. La candidatura può essere un’opportunità per tenere aperta la partita sulla sua scarcerazione e un modo per denunciare le democrazie autoritarie che sono presenti dentro i confini dell’Europa”. Mentre il vicepremier, Matteo Salvini, nel commentare la vicenda, osserva: “È il bello della democrazia. Quanto mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra lei (Salis, ndr) e il generale Roberto Vannacci, se dovesse accettare la candidatura con la Lega”.

In ultimo, due righe per Angelo Bonelli di Avs. In un primo momento, a L’aria che tira, su La7, risponde con un categorico “smentisco” alla notizia data dal Foglio su Ilaria Salis. Salvo poi effettuare una inversione a “U”: “Non avevo altre alternative che smentire perché, mentre stavamo parlando, le carte stavano entrando dentro il carcere. Una mia conferma avrebbe potuto compromettere la firma di Ilaria Salis”. Anche questo è il bello, o il brutto, della diretta.


di Mimmo Fornari