La 30ª Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc) ˗ Cop30 ˗ che si svolge fino al 21 novembre a Belém do Pará, in Brasile, rappresenta un momento storico: per la prima volta, la principale conferenza climatica delle Nazioni Unite si tiene nel cuore dell’Amazzonia. I leader mondiali si riuniscono nella più grande foresta tropicale del pianeta per discutere azioni concrete contro i cambiamenti climatici e la protezione dei biomi essenziali.
In qualità di ex parlamentare italiana, considero questo incontro un’occasione unica affinché l’Unione Europea (Ue), l’Italia e il Brasile rafforzino la loro leadership nell’agenda ambientale globale. Gli scambi di esperienze già in corso tra le delegazioni dimostrano il valore della cooperazione internazionale per accelerare soluzioni sostenibili e innovative. In questo articolo evidenzio il nuovo obiettivo europeo di riduzione delle emissioni per il 2035, il ruolo proattivo dell’Italia e la rilevanza simbolica e strategica di ospitare la Cop30 in Amazzonia.
IL NUOVO OBIETTIVO DELL’UE PER IL 2035: AMBIZIONE E SFIDE
L’Unione Europea, punto di riferimento mondiale per le politiche climatiche, presenta alla Cop30 il suo Contributo Determinato a livello Nazionale (Ndc) aggiornato, fissando nuovi obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2035. Dopo mesi di negoziati, i 27 Stati membri hanno approvato a settembre un intervallo di riduzione compreso tra il 66,25 per cento e il 72,5 per cento rispetto ai livelli del 1990, includendo settori come uso del suolo, silvicoltura (Lulucf) e aviazione internazionale.
Questo obiettivo, ora in fase di formalizzazione presso le Nazioni Unite, integra l’impegno già in vigore di ridurre del 55 per cento le emissioni entro il 2030 e prepara il terreno per la proposta di 90 per cento entro il 2040, presentata dalla Commissione Europea nel luglio 2025.
Tuttavia, gli esperti del Climate Action Tracker avvertono che, per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C ˗ come previsto dall’Accordo di Parigi ˗ sarebbe necessario un taglio di almeno il 74 per cento, escludendo il Lulucf. Nonostante le critiche, la nuova Ndc europea resta un punto di riferimento globale e spinge grandi emettitori come Cina e India ad aumentare le proprie ambizioni.
Nei dibattiti di Belém, l’Ue sottolinea la necessità di finanziamenti climatici, eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e cooperazione tecnica, temi che stanno già generando intensi scambi di esperienze tra delegazioni europee, asiatiche e latinoamericane, un segnale concreto di progresso nella diplomazia climatica multilaterale.
L’ITALIA ALLA COP30: INNOVAZIONE, PARTENARIATO CON IL BRASILE E SOLUZIONI SOSTENIBILI
L’Italia si distingue alla Cop30 con una partecipazione forte e innovativa, come annunciato dall’ambasciatore italiano in Brasile, Alessandro Cortese. Il Paese promuove eventi e iniziative che rafforzano la sua leadership in materia di sostenibilità e consolidano i legami con il Brasile e con le nazioni amazzoniche.
Tra i progetti di punta spicca AquaPraça, una struttura galleggiante sostenibile ideata dall’architetto Carlo Ratti, curatore della Biennale di Architettura di Venezia. Finanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano, AquaPraça funge da spazio di dialogo sulla bioeconomia, la conservazione forestale e il raffreddamento sostenibile, unendo il design italiano ai saperi amazzonici.
L’Italia investe inoltre in progetti di raffreddamento sostenibile, fondamentali per ridurre le emissioni nei settori della refrigerazione e della climatizzazione, responsabili di una quota crescente dei consumi energetici globali. Queste soluzioni stanno già ispirando iniziative simili nei padiglioni di altri Paesi tropicali.
La presenza italiana include anche il supporto logistico della Costa Crociere, che mette a disposizione una nave per le delegazioni, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. Queste azioni rafforzano il partenariato italo-brasiliano nei campi dell’innovazione, della transizione verde e dello scambio tecnologico ˗ ambiti nei quali ho avuto l’onore di operare come parlamentare per l’America del Sud.
Il valore strategico di questi scambi è evidente: le delegazioni italiane condividono le esperienze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che destina miliardi di euro alla transizione verde, mentre apprendono dalle conoscenze ancestrali delle comunità amazzoniche. Nasce così un ciclo virtuoso di apprendimento reciproco, che unisce innovazione europea e saggezza locale a favore di soluzioni climatiche adattate alle diverse realtà.
L’AMAZZONIA COME SIMBOLO DI URGENZA, GIUSTIZIA CLIMATICA E COOPERAZIONE GLOBALE
Ospitare la Cop30 a Belém pone l’Amazzonia al centro del dibattito climatico internazionale. La foresta, che assorbe miliardi di tonnellate di CO₂ e ospita un terzo delle foreste tropicali del pianeta, è un elemento cruciale nella lotta contro il riscaldamento globale.
Belém, con i suoi 1,3 milioni di abitanti, svolge un ruolo strategico come porta economica della regione settentrionale del Brasile, esportando prodotti come l’açaí e la castagna del Pará. Organizzare la Cop30 qui è più che simbolico: è un richiamo all’azione, che permette ai leader mondiali di osservare da vicino gli effetti della deforestazione e le pratiche sostenibili dei popoli indigeni, ribeirinhos e quilombolas.
L’evento rafforza il ruolo del Brasile come protagonista climatico globale. Con una matrice energetica composta per il 90 per cento da fonti rinnovabili, il Paese guida le discussioni su bioeconomia, transizione energetica e giustizia climatica, in collaborazione con nazioni europee e africane.
La conferenza attira circa 40.000 visitatori, generando investimenti in infrastrutture sostenibili come il Parque da Cidade (Zona Azul) e il Porto Futuro II, oltre a progetti di sanificazione, trasporto pubblico e formazione professionale. Questi lasciti contribuiscono a ridurre le disuguaglianze e a promuovere uno sviluppo verde nella regione.
Nonostante le sfide logistiche, la Cop30 sottolinea l’importanza di conferenze inclusive, capaci di dare voce alle comunità locali e di trasformare gli impegni politici in azioni concrete.
BELÉM 2025: LA COP DELLA FORESTA, DELL’AZIONE E DELLA SPERANZA
La Cop30 rappresenta un’opportunità storica per allineare ambizione climatica, innovazione e giustizia globale. L’obiettivo europeo per il 2035, sebbene ancora provvisorio, dimostra l’impegno verso il futuro. L’Italia, con progetti come AquaPraça e le soluzioni di raffreddamento sostenibile, dimostra che cooperazione e creatività sono i motori della transizione verde.
In qualità di avvocata ed ex parlamentare, rivolgo un appello: che l’Italia, l’Unione Europea e il Brasile guidino con l’esempio, innalzando gli obiettivi, finanziando i Paesi in via di sviluppo e proteggendo l’Amazzonia. Che Belém 2025 sia ricordata come la COP della foresta, dell’azione, della collaborazione e della speranza.
(*) Ex parlamentare italiana e avvocata internazionale
Aggiornato il 14 novembre 2025 alle ore 16:23
