la legge sul Garante non garantisce i diritti dei detenuti in Abruzzo

La candidatura di Rita Bernardini all’incarico di Garante dei detenuti nella Regione Abruzzo fu avanzata da Marco Pannella più di due anni fa e la legge sul Garante esisteva già da un pezzo. La nomina del Garante è stata posta all’ordine del giorno di ogni riunione del Consiglio ed è stata puntualmente rinviata di volta in volta con pretesti davvero risibili: neppure la sollecitazione giunta da parte del Garante Nazionale ha convinto i consiglieri a trovare un accordo. La candidatura di Rita Bernardini era finora sostenuta soltanto dall’associazione “Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi”, fondata da Marco Pannella a Teramo e da lui presieduta fino all’ultimo. Finalmente, qualche giorno fa, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio ha espresso indignazione per il colpevole ritardo nella nomina del Garante e ha offerto il suo appoggio alla candidatura di Rita Bernardini. Appresa questa notizia, la presidente, il segretario e la tesoriera dell’associazione Agla hanno scritto al presidente Di Pangrazio per affiancarlo nella sua azione. Ecco il testo della lettera.

Caro presidente Di Pangrazio,

Il suo appello a superare l’“impasse” in cui si trova impantanata la nomina del Garante dei detenuti ci sembra quanto mai opportuno e riteniamo anzi doveroso unirci alla sua voce, avendo noi per primi avviato una campagna finalizzata alla elezione del Garante, insieme a Marco Pannella e a Rita Bernardini, proponendo con entusiasmo quest’ultima per via della sua innegabile dedizione, capacità e competenza. Tuttavia, il riferimento che lei fa alla modifica della legge istitutiva ci conduce a un’analisi che purtroppo non ha nulla di edificante sul contegno mantenuto dal Consiglio regionale tutto, con rarissime eccezioni. Pannella parlava di “solfa indecente” ormai circa due anni or sono, e con buona ragione: da allora infatti abbiamo assistito a ogni genere di capriola politica, ed è utile ripercorrerne qualcuna per inquadrare il cambiamento normativo nel suo contesto.

La candidatura di Rita Bernardini risale all’estate del 2015, quando già la legge giaceva vergognosamente inapplicata ai danni non soltanto dei detenuti, ma dell’intero apparato giudiziario. E fin dal primo istante vi fu un tentativo d’impedirne la nomina, agitando una presunta ineleggibilità per via delle condanne ricevute dalla Bernardini a causa delle sue azioni di disobbedienza civile. Seguì, com’è noto, un appello trasversale per la sua elezione, sostenuto da varie forze politiche oltre che dall’Unione delle Camere Penali e personalità del mondo dell’informazione e dello spettacolo. Contro la presunta ineleggibilità si espresse in tempi record il Tar, a seguito del ricorso presentato dalla candidata. Di lì, l’elezione del Garante viene sistematicamente inserita all’ultimo punto dell’ordine del giorno, slittando di seduta in seduta fino ad oggi.

Stendiamo un velo pietoso sulla strumentalità delle motivazioni con cui forze politiche come il Movimento 5 Stelle si sono opposte alla nomina della Bernardini, al pari dei ripetuti tentativi di spingerla a fare “un passo indietro”, cui lei ha sempre replicato: “Votate chi vi pare, purché votiate”. Dopo tutto questo tempo viene da domandarsi: possiamo noi credere che le modalità di elezione previste dalla legge siano state il vero ostacolo alla elezione del Garante? O è piuttosto una foglia di fico con cui si vuole coprire altre logiche?

In virtù del suo ruolo istituzionale, le chiediamo di opporsi con forza a questa solfa indecente, unendosi a noi nel denunciare la grave irresponsabilità dimostrata dal Consiglio e correndo ai ripari anzitutto inserendo la nomina in cima all’ordine del giorno. Noi continuiamo a sostenere la candidata di Marco Pannella: ci dispiace che in Regione ci sia chi, anziché cogliere la straordinaria occasione offerta dalla disponibilità di una persona dall’alto profilo istituzionale e politico, pensa piuttosto a litigare per le poltrone.

Laura Arconti, presidente di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi

Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi

Federica Benguardato, tesoriera di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi

Aggiornato il 09 ottobre 2017 alle ore 12:00