Nuovi vertici all’Ordine, “la Repubblica” e “L’Espresso”

Tempo di cambiamenti nel giornalismo. Nuova squadra al vertice dell’Ordine, nuovo direttore al settimanale “L’Espresso” e nuovo condirettore a “La Repubblica”. Per l’editoria non è un buon momento. Si sperava che la piccola ripresa dopo anni di crisi economica portasse una rivitalizzazione degli introiti pubblicitari. I primi otto mesi dell’anno continuano a registrare dati negativi e scoraggianti. Dalla cifra complessiva di 3.933 miliardi di euro si è passati a 3.776 con un calo della stampa quotidiana e settimanale dell’ordine del 7/10 per cento. In discesa anche gli introiti della tivù. Si salvano soltanto la radio e internet. A fronte ci sono sempre più italiani che navigano e s’informano quotidianamente su smartphone e tablet; in agosto sono stati 32,2 milioni.

Il nuovo vertice dell’Ordine dei giornalisti (il collegio è stato ridotto dopo la riforma a sessanta membri) si trova ad affrontare sfide di grande rilievo deontologico dopo l’esplosione del fenomeno delle notizie false, delle violenze sessuali e sui minori (come dare le notizie, quali fotografie pubblicare), dell’aumento dei casi di razzismo e delle condizioni dei migranti. In testa alle priorità c’è poi sempre la riforma globale dell’Ordine, la cui istituzione risale al 1963. Presidente, a larga maggioranza (46 voti a favore su 59 votanti), è stato eletto il giornalista professionista sportivo Carlo Verna, napoletano, laurea all’Università degli studi di Napoli “Federico II” e per sei anni segretario dei giornalisti Rai. Ha iniziato la carriera al “Roma” di Napoli per poi diventare inviato di nuoto e conduttore della rubrica di calcio “C siamo” della Rai, ricevendo anche il premio Coni-Ussi come migliore radiocronista. È stato anche vicedirettore della Tgr.

Con lui, come vice presidente la toscana Elisabetta Cosci, Guido D’Ubaldo segretario e Nicola Marini tesoriere dopo essere stato presidente di transizione tra le dimissioni di Enzo Iacopino e le elezioni. Scontata la soddisfazione dell’Usigrai mentre il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente, Giuseppe Giulietti, auspicano che con la loro elezione “si possa finalmente lavorare in spirito di collaborazione con gli altri enti di categoria per affrontare i nodi cruciali della professione”.

La necessità di effettuare un rinnovamento delle strutture editoriali è avvertita anche dal Gruppo Gedi che comprende “la Repubblica”, “La Stampa” di Torino, “Il Secolo XIX” di Genova, il settimanale “L’Espresso” e una quindicina di quotidiani locali. Il giornalista romano Marco Damilano è stato nominato direttore del settimanale, di cui era vice, sostituendo Tommaso Cerno che a sua volta è stato nominato dal direttore di “La Repubblica”, Mario Calabresi, condirettore. Damilano aveva esordito nel giornalismo con “Segno 7”, il settimanale dell’Azione Cattolica, per passare poi ai magazine del “Corriere della Sera”. Negli ultimi tempi si è messo in evidenza come commentatore politico soprattutto alla trasmissione “Otto e mezzo” condotta da Lilli Gruber su La7.

L’obiettivo indicato dal Consiglio di amministrazione della Gedi è quello di rafforzare un giornalismo d’inchiesta, di denuncia e di approfondimento. Per Cerno il compito di sostenere gli sforzi di Calabresi per il rinnovamento del quotidiano (che sta perdendo molte copie distanziato nella classifica delle copie vendute dal Corriere della Sera) nelle sue edizioni cartacee e digitale.

Aggiornato il 27 ottobre 2017 alle ore 21:09