Vaccini, no al Veneto dalla Consulta

La Corte costituzionale ha dichiarato non fondate tutte le questioni prospettate nei ricorsi della Regione Veneto sull’obbligo dei vaccini. Secondo i giudici della Consulta, le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale. Il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà dei vaccini si giustificherebbe alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali, afferma la Corte costituzionale. “La mancata vaccinazione - spiega la Consulta - non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati”.

“Prendiamo atto di questa sentenza della Consulta, che rispettiamo. Come governatore io ho fatto solo il mio dovere, perché ho difeso un modello che esisteva da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizione”, ha dichiarato il governatore veneto Luca Zaia, commentando la bocciatura. “Non abbiamo mai avuto posizioni contro le vaccinazioni - ha aggiunto Zaia - anzi, mi spiace che la difesa di questo modello, che condividiamo con 15 Paesi europei, come la Gran Bretagna, e che è stato concordato e monitorato col ministero della Salute, sia stata presa come una posizione no vax”. “Con questa sentenza - conclude Zaia - si scrive la parola fine su un modello su cui ci siamo spesi, anche culturalmente, fondato su un dialogo con le famiglie, e si passa alla coercizione”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, esprime invece su Twitter “grande soddisfazione per la conferma di costituzionalità del decreto vaccini da parte della Consulta”. I vaccini, afferma il ministro, “sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzione esistenti. Il decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità”.

Aggiornato il 23 novembre 2017 alle ore 12:07