Defibrillatori in una app, la mappa che salva la vita

Abbiamo a cuore Roma e il Lazio. Così possiamo sintetizzare il nostro impegno per una maggiore diffusione sul territorio dei defibrillatori, contestualmente alla formazione attraverso personale abilitato nei vari settori della vita cittadina. Poter usufruire di un presidio salvavita come il Dae all’interno di musei, scuole, impianti sportivi è di fondamentale importanza. Luoghi frequentanti da adulti e bambini che in caso di necessità e urgenza devono essere dotati di Dae (defibrillatori automatici esterni) e di personale capace nel loro impiego. In caso di attacco cardiaco, infatti, sono proprio le prime cure ad essere le più importanti. Riuscire ad intervenire nei primi secondi o minuti dall’evento è di basilare rilevanza. Agire con tempestività può determinare la sopravvivenza di chi è colpito da infarto, o evitare danni cerebrali e neurologici, la compromissione di organi vitali o di abilità comuni, con una lunga e difficile riabilitazione.

Abbiamo presentato con Francesco Figliomeni e il gruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio la proposta di delibera per una “Roma Capitale cardioprotetta” proprio per sensibilizzare e diffondere l’uso dei defibrillatori, al pari delle altre città europee già all’avanguardia in questo settore della prevenzione e del primo intervento.

I numeri al riguardo fanno tremare i polsi e tracciano la linea da seguire per tutelare la salute della cittadinanza: 55mila decessi l’anno in Italia, 3mila solo a Roma. L’80 per cento degli arresti cardiaci avviene in casa, il 15% in altri ambienti. Un corretto e precoce intervento di rianimazione potrebbe salvare oltre il 40% delle vittime altrimenti destinate a morte certa. Questi sono i dati dell’Ares 118, secondo cui esistono circa il 90 per cento delle possibilità che, in un intervento entro il primo minuto, il soggetto ritorni in vita. Possibilità che diminuiscono con il passare dei minuti di circa il 10% ogni 60 secondi. Solamente una rete diffusa di defibrillatori può determinare un abbattimento di questi numeri. Ma per farlo servono istituzioni sensibili al problema e una serie di interventi mirati che possano agevolare l’uso e la reperibilità dei Dae. 

Ecco perché all’interno della legge regionale n. 9 del 14 agosto 2017, mi sono battuto perché venisse approvato un mio emendamento all’articolo 6 con una serie di norme per promuovere la diffusione dell'insegnamento delle tecniche di disostruzione pediatrica e della rianimazione cardiopolmonare. Sono fortemente convinto che riuscire a estendere il più possibile la cultura del primo intervento potrebbe salvare un numero sempre maggiore di vite umane, e per questo dobbiamo avvalerci della tecnologia a nostra disposizione. Ho proposto così in Regione di mappare tutti i defibrillatori e di averli a portata di smartphone attraverso un’apposita app da scaricare gratuitamente. In questo modo, ovunque dovessimo trovarci ad avere bisogno di un Dae, basterà aprire l’applicazione che geolocalizza il dispositivo più vicino da raggiungere. Questa facilitazione rappresenterebbe un vantaggio incalcolabile proprio nei momenti più rilevanti immediatamente successivi a un attacco cardiaco. È nostro preciso dovere agire per abbattere il numero di decessi per queste patologie, e contribuire a una sanità “di prossimità”, sempre più vicina ai cittadini su tutto il territorio. 

(*) Consigliere regionale del Lazio e membro dell’Assemblea nazionale di Fratelli d’Italia

Aggiornato il 12 dicembre 2017 alle ore 21:14